Testimonial della Namibia

Esposizione all”Art Forum Wurth’ di Capena con un’ottantina di opere di artisti africani visitabile fino al prossimo 14 ottobre

Paesaggi di un’Africa lontana e della relativa spiritualità, identità minacciate come le uguaglianze sociali in un passato indimenticabile, la vita rurale e le nuove problematiche rappresentate in un’ottantina di immagini di trentatré autori, che hanno scelto tecniche e forme diverse, da quelle tradizionali alle originali ed attuali. La Namibia è in mostra, disegnata, dipinta, fotografata, incisa, guardata con le tipicità della trapunta e del riciclo.
‘Namibia. Arte di una giovane generazione della Collezione Wurth’ appare negli spazi del riferimento dell’hinterland romano, a Capena, dopo che l’allestimento è stato ammirato al Museo di Kunzelsau, fra l’altro base e ancora faro dell’attività. È stato inaugurato nel 1991 ed è dedicato al fondatore dell’azienda tedesca, Adolf Wurth. Poi, via-via, altre inaugurazioni di aree, una decina anche in altre aziende europee coinvolte nell’attività commercialmente espansiva della società tedesca in Austria, Danimarca, Francia, Italia, Norvegia, Olanda, Spagna e Svizzera. Wurth, inoltre, sollecita anche i propri dipendenti al progressivo avvicinamento alla produzione artistica e culturale suggestiva e di alta qualità. Nel programma emergono mostre fotografiche che hanno riguardato percorsi illustrativi e guidati, fra gli altri, per gli studenti e i nuclei familiari. Almeno 18 mila e 300 le opere acquisite e custodite dalla Collezione Wurth, alcune dislocate nelle varie strutture di tutta Europa. Opere realizzate fra la fine dell’Ottocento e gli anni del Terzo Millennio con metodi, stili, temi e materiali diversi, ma uniti dall’essere racchiusi nel capitolo di ‘arte contemporanea’. A disposizione di tutti, gratuitamente, di appassionati, esperti e anche di semplici curiosi.
A ‘tappezzare’ il doppio piano di viale della Buona Fortuna, proprio a due passi dalla zona produttiva, le composizioni non solo di giovani autori, ma, aggirando l’indicazione dell’esposizione, anche di chi era impegnato prima del 1990 che ha vissuto la presenza sudafricana e l’apartheid. E adesso sono consapevoli di poter esplorare i profondi cambiamenti sfruttando la ricerca di nuove tematiche e modalità espressive. Nonostante le differenze di età è proprio la Namibia il filo conduttore dipanato nelle molteplici soluzioni interpretative e di realizzazione.
I protagonisti che hanno alimentato sono, nell’imparziale ordine alfabetico, Elago Akwaake, Lukas Amakali, Petrus Amuthenu, Barbara Bohlke, Margaret Courtney-Clarke, Linda Esbach, Gisela Farrel, Elvis Garoeb, Beate Hamalwa, Martha Haufiku, Ilovu Homateni, Saima Iita, John Kalunda, Lok Kandjengo, Filemon Kapolo, Isabel Katjavivi, Paul Kiddo, David Linus, Nicky Marais, Othilia Mungoba, Alpheus Mvula, Peter Mwahalukange, Frans Nambinga, Francois de Necker, Sarà Nekomba, Urte R. Remmert, Fillipus Sheehama, Fondano Shikonda, Papa Ndasuunje Shikongeni, Ismael Shivute, Elia Shiwoohamba, Tity Kalala Tshilumba e Salinde Willem. Scorrendo la visione, naturalmente, emerge il dialogo espressivo e di confronto di metodi e stili dovuti proprio alla fascia generazionale dei protagonisti delle opere.
I quasi 550 metri/quadrati dell”Art Forum Wurth’ di Capena sono disponibili ad accogliere i visitatori della mostra, ‘Namibia. Arte di una giovane generazione nella Collezione Wurth’ fino al 14 ottobre del 2023 dal lunedì al venerdì nella fascia oraria oscillante fra le 10 e le 17. Ingresso gratuito telefonando allo 06/90103800 o digitando art.forum@wuerth.it. L’esposizione è affiancata dal catalogo pubblicato da Swirifoff con gli scritti, fra gli altri, della direttrice della Collezione Wurth Sylvia Weber, dell’ex responsabile della Galleria Nazionale d’Arte della Namibia Hercules Viljoen e del precedente coordinatore del ‘Goethe Institut’ a Windhoek, capitale del paese africano, Ulrich Sacker.

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