Una convivenza complicata

Da agosto sui grandi schermi, ‘Pericolosamente vicini’, il docufilm italo-tedesco che ricostruisce le fasi del forzato ripopolamento degli orsi nelle vallate dei Trentino sfociate con l’aggressione mortale al giovane Andrea Papi

Riflessioni. Tante e di genere vario. Troppe, quasi inevitabilmente imposte dalla delicata situazione che vive una zona del Trentino, intrappolata nell”impegno della ricerca di soluzioni per risolvere un’antica questione relativa alla possibile convivenza della comunità umana con quella della fauna selvatica, sia composta da cinghiali, da lupi o da orsi. Una popolazione in pericolo e anche per il danneggiamento delle coltivazioni e per gli assalti agli allevamenti, ma anche per la stessa quotidiana incolumità personale e familiare.
‘Pericolante vicini’ è il refrain del docufilm girato da Andreas Pichler, che l’ha anche composto in collaborazione con il cinquantenne di San Candido Georg Tschurtschenthaler, per una produzione italo-tedesca e distribuito da Wanted Cinema, che, per la visione, arriverà nelle sale dal prossimo 26 agosto. La sollecitazione è stata avviata dalla tragica e fatale aggressione a un ventiseienne docente universitario e podista trentino trovato senza vita nei primi giorni dell’aprile del 2023 dopo la segnalazione di scomparsa da parte dei genitori. Andrea Papi era andato a correre nei boschi di Caldes, in Val di Sole. Al ritrovamento mostrava ferite immediatamente individuate come compatibili all’aggressione di un orso. Femmina, dopo aver estrapolato, analizzato e confrontato il DNA archiviato. JJ4.
Il docufilm ricostruisce l’intero scenario, dalla proposta del 1999 poi attuata l’anno successivo di un graduale ripopolamento di orsi bruni sulle Alpi importati dalla Slovenia al periodico controllo tecnologico degli spostamenti attraverso i segnalatori sul collare; dalle testimonianze dei cittadini e degli allevatori colpiti dai blitz dei plantigradi alle riunioni prima e post dramma dei genitori Carla e Franco Papi; dalle riunioni e dagli interventi fra cui del presidente dells Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti alle misure per cercare di contenere i raid filmati anche nelle aree abitate; dalle considerazioni degli uomini della Forestale a quelle dei veterinari coinvolti in questi venticinque anni fino alle proteste a ai ricorsi contro le decisioni di rimozione degli animali da parte della LAV, la Lega AntiVivisezione.
Il racconto è infarcito, fra l’altro, dalle esperienze in terra tedesca e dalle conoscenze complete della ‘famiglia’ di JJ4, dalla madre Janka ai comportamenti, prima timidi e riservati e, quindi, anche eccessivamente protettivi e decisi a difesa dei piccoli. Negli anni è stata costantemente filmata anche per verificare l’evoluzione dei comportamenti.
La questione è stata solo parzialmente risolta con il trasferimento dell’orsa in un rifugio nella Foresta Nera dove alloggia anche la madre, ma il grande e grosso mammifero cerca affannosamente come superare le barriere e tornare in completa libertà. E vedendo questi quotidiani tentativi un animalista tedesco ha sommessamente e desolatamente proposto l’amaro epilogo, “di una veloce e indolore soppressione”.
In Trentino, però, l’allarme suona ininterrottamente, l’attenzione è al massimi livelli e le indicazioni per i comportamenti nell’eventuale incrocio con l’orso. “L’aumento della popolazione è stata veloce e inaspettata a conferma della comodità trovata dagli orsi in quelle zone, come il modo di arrivare al cibo”. In questi anni, praticamente un/quarto di secolo, “forse è stata un po’ sottovalutata l’evoluzione della situazione e non aver comunicato e informato completamente la cittadinanza, oltre a non aver preso alcuni semplici provvedimenti, relativi, fra l’altro, alla disponibilità di cassonetti dei rifiuti antiorsi”.
Nei 95 minuti il docufilm mostra, ricostruisce e racconta. E chi deve, provveda e decida, “anche attraverso incontri e confronti con la comunità, gli animalisti e i rappresentanti delle istituzioni e della politica ,della Forestale, dei medici veterinari e del settore turistico”. Interventi prima di una dannosa e problematica tracimazione dell’esasperazione collettiva e di esempi della cosiddetta ‘”giustizia fai-da-te”. Una soluzione dovrà essere pur trovata, in quanto è complicato e difficoltoso stare pericolosamente vicini.

(Immagini: www.wantedcinema.eu)

 

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