A Roma nella centralissima piazza Navona fino al prossimo 6 luglio, dopo Parigi, dal novembre del 2021 allo scorso febbraio e prima di Tokyo con lo smantellamento fissato ad ottobre, per il ritorno nel 2023 al Museo de Bellas Artes di Bilbao. L’impegno di uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea spagnola, Gonzalo Chillida, è protagonista nella sala ‘Salvador Dalì’ dell’Instituto ‘Miguel de Cervantes Saavedra’ di Roma. Esposti 34 quadri di diverse dimensioni, dipinti su tela, tavole, cartone e compensato, anche incollato sul legno; una decina di litografie; alcune foto e un collage. Visionabile anche un filmato sull’ artista basco, nato nel 1926 a San Sebastian, lo stesso luogo della scomparsa, nel 2008. La mostra monografica è stata promossa da Miguel Zugaza, direttore del Museo Belles Artes de Bilbao, che ha trovato la collaborazione dell’Instituto ‘Cervantes’, dell’Accion Cultural Espanola e da Etxepare Euskal Institutua ed è stata curata da Alicia Chillida, figlia dell’artista basco. Le testimonianze dell’attività pittorica sono arrivate da collezioni private e pubbliche, fra cui da quella Kutxa di San Sebastian, dalla Fondazione Juan March di Madrid, da San Telmo Museoa e dal Museo de Bellas Artes di Bilbao. Le tele di Gonzalo Chillida esaltano la natura, gli aspetti ambientali, compresi i materiali infinitesimali apparentemente insignificanti rappresentati da tonalità soft, morbide, tenue, ma, comunque, reali. Colori e sensazioni in grado di riassumere e rispecchiare la visione dell’artista colta nei vari viaggi. Il cielo, la foresta, il mare, la sabbia sono gli elementi fondamentali, quasi necessari per il linguaggio artistico da trasferire attraverso le originali rappresentazioni da proporre all’interessata platea. Basco di San Sebastian, Chillida a 25 anni è sbarcato a Parigi, in una capitale francese coinvolgente dal clima culturale degli anni Cinquanta e pronto a sperimentare le tecniche pittoriche che, poi, quasi inevitabilmente condizioneranno la futura espressione artistica. Un’altra svolta all’attività è stata sicuramente la passione per l’archeologia e per l’intero mondo antico. Nel 1955, in occasione di una collettiva all’Accademia di Spagna, a Roma, ha scoperto e documentato l’area etrusca di Cerveteri, molla per l’interesse e l’approfondimento nei confronti della sua terra, i Paesi Baschi e del mondo dei minerali e dei fossili. La mostra, in tour negli istituti ‘Cervantes’ di Parigi, Roma, Tokyo e Bilbao, è arricchita dal documentario ‘La idea del Norte’, diretto nel 2016 da Alicia Chillida e da Benito Melìa e abbellita dal catalogo pentalingue (basco, francese, giapponese, italiano e spagnolo) con, fra l’altro, gli scritti dei poeti Gabriel Celaya e José Angel Irigaray; del pittore Antonio Saura e dello storico e critico d’arte Francisco Calvo Serraller. L’esposizione potrà essere visitata gratuitamente a Roma all’Instituto ‘Cervantes’ di piazza Navona dal martedì al sabato nella fascia oraria oscillante fra le 16 e le 20.
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