Una cinquantina di flash, la stragrande maggioranza in bianco e nero, che testimoniano le divertenti giornate, le quotidiane spensieratezze, le originali evoluzioni in zone e con strumenti ormai per lo più dimenticati e in molti casi improponibili e catalogati impropriamente come ‘passatempi di strada’. Gli scatti racchiudono un ampio arco temporale, dal 1953 al 1989, rappresentando una realtà assoluta e cogliendo alcune attività attraversate dall’occhio consapevolmente attento sia nei confronti dei quasi ignari protagonisti che delle varie specializzazioni hobbistiche. È comunque lontano il tramonto del ricordo avvolto in un fascino unico e insuperabile anche per chi non è stato soggetto principale di quelle gioiose e appassionanti situazioni. Il filo conduttore della mostra, ‘Pepi Merisio. Gioco!’. Momenti di una esistenza allegra, interessata e anche amatorialmente agonistica. Un tourbillon di emozioni. Le sfide hanno vari scenari, piazze, vie e aree dove l’improvvisazione dei perimetri è alternata o trasformata seguendo le molteplici esigenze. Campi di gara ricavati indifferentemente negli sterrati delle piccole e anche semisconosciute zone, nelle pavimentazioni dei seminari e, fra l’altro, nelle ben note piazza Navona, a Roma e San Marco, a Venezia. Pepi Merisio, Giuseppe all’anagrafe della lombarda Caravaggio, ha colto i profili, gli sguardi, l’attimo per descrivere l’intera fase interessata. Scatti oscillanti fra ‘I giochi della vendemmia’ a San Paolo d’Argan; ‘La grande botte di Riomaggiore’; ‘La giostra di Colle di Vareno’ a Monte Pora; ‘Il gioco del cucco’ e ‘del cerchio’ a Peia in Val Gandino; il confronto ai lati della scacchiera con ‘Gli orchestrali’ del Teatro ‘Gaetano Donizetti’ di Bergamo dove è stato immortalato il ‘Basket in seminario’; ‘La tombola di Spezzano’ e a Malaga; ‘Il salto della corda’ ad Albisola; ‘Le bocce lungo il Bisagno’ e a Riva Trigoso e a Sestri Levante e, poi, le sagre tradizionali e le feste d’un tempo per il Carnevale. Un poker di maximmagini affiancano l’esposizione curata da Flavio Arensi e organizzata da Le Macchine Effimere e da Menti Associate, in collaborazione con il Complesso Museale di San Francesco e il sostegno del Comune di Trevi. L’esposizione, visibile fino al prossimo 3 ottobre, è stata allestita in quattro sale della suggestiva Villa Fabri realizzata fra gli ultimi anni del Cinquecento e quelli dell’alba del Seicento. A volere la costruzione è stato Girolamo Fabri poi passata di proprietà-in-proprietà fino ad essere inglobata nel patrimonio comunale e diventare riferimento dell’Associazione Regionale Strada dell’Olio Extravergine di Oliva DOP Umbria e della Fondazione Villa Fabri. Ospita, oltre alle mostre, incontri e confronti, appuntamenti culturali e ambientali sfruttando l’ampia area caratterizza dalle numerose piante di ulivo e floreali. Spettacolare la copertura interna di una sala con un dipinto pluripennelato, che potrebbe essere immerso nell’attuale iniziativa per le rappresentazioni di gioiosi e spensierati giovani e giovanissimi. Il pallone immancabilmente caratterizza alcuni scatti di Pepi Merisio, scomparso a novant’anni lo scorso 3 febbraio a Bergamo. Ben presto è stato attirato e affascinato dalla fotografia, cominciando nel 1947 da autodidatta. Riconoscimenti e gratificazioni alle realizzazioni sono arrivate velocemente: nel 1956, a 25 anni, è richiesta la collaborazione con il Touring Club Italiano e, poi, con pubblicazioni su periodici Italiani e stranieri. Indimenticabile il reportage apparso su Epoca, ‘Una giornata col Papa’, con protagonista Paolo VI. Ha offerto alle stampe oltre centocinquanta volumi fotografici e ottenuto il Premio italiano e internazionale di fotogiornalismo. Dalla FIAF, la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, ha ottenuto il titolo di Maestro della Fotografia; la Fabbri l’ha accolto nella collana specializzata ‘I grandi fotografi’ e nel 2008 è stato delegato dal Ministero degli Affari Esteri per allestire una mostra itinerante sulle ‘Piazze d’Italia’. Tre anni dopo è stato inviato alla 54^ Biennale di Venezia. “Ha collezionato immagini colte in tutto il mondo anche se preferiva le realtà italiane e quelle in bianco e nero erano in grado di offrire e sviluppare i migliori e maggiori particolari. Una sollecitazione per la mente. Una foto che diventa un vero e proprio racconto”, ha rilevato il figlio, Luca Merisio. ‘Guardami’ è il catalogo antologico di Pepi Merisio. Un flusso internazi onale invade il percorso, nonostante un’unica apparizione oltreconfine, in Arabia Saudita, ‘Giochi a Riad’, datata 1964. “Trevi, fra l’altro, è stata ispirazione per Michelangelo Antonioni e per la Disney in relazione alla creazione e produzione dei cartoon”, ha ricordato Bernardino Sperandio, sindaco dal 2013 della località collinare in provincia di Perugia, composta da una dozzina di frazioni, abitata da poco più di ottomila persone, a 412 metri sul livello marino e straordinariamente costellata da una larga aureola di piante di ulivo. ‘Pepi Merisio. Gioco!’ può essere ammirata dal martedì alla domenica nella fascia oraria fra le 11 e le 20 nei mesi di giugno, luglio, settembre e ottobre. Ad agosto chiusura posticipata a Villa Fabri per l’esposizione alle 23 esclusivamente il venerdì, il sabato e la domenica. E la giornata centrale, Ferragosto. L’iniziativa è accompagnata dal catalogo stampato da Lyasis Edizioni.
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