L’arte dell’antiviolenza

‘Cuor’. Esposizione con le realizzazioni di Renata Rampazzi al Museo ‘Carlo Bilotti’ di Villa Borghese

L’attività di Renata Rampazzi è stata caratterizzata dalla continua e costante segnalazione, attraverso le molteplici realizzazioni artistiche, degli immancabili casi di abusi e violenze nei confronti soprattutto delle donne. Un modo anche per sensibilizzare e sostenere l’emancipazione sociale, culturale e professionale femminile. Il comun denominatore anti”sopraffazione da parte degli uomini” è protagonista dal 17 settembre al 10 gennaio del prossimo anno nell’esposizione allestita a Roma, negli spazi del Museo ‘Carlo Bilotti’ di Villa Borghese. ‘Cruor’ è il riferimento dell’iniziativa promossa da Roma Capitale attraverso l’Assessorato alla Crescita Culturale e la rispettiva Sovrintendenza, organizzata dalla stessa artista torinese e curata da Claudio Strinati.
‘Cruor’, “in latino sangue, per interpretare anche i relativi ed espressivi aspetti, i successivi, comunque riferiti chiaramente al mondo al femminile. 14 i dipinti; 46 le piccole composizioni; studi di preparazione per le maxi-proposte con le garze, che sono il simbolo delle medicazioni alle ferite causate alle donne, arricchiscono le sale al piano rialzato dell’Aranciera del ben noto ‘polmone verde’ della capitale.
Le realizzazioni, firmate fra il 1977 e il 2020, riguardano ‘Composizioni ferite’; ‘Sospensioni rosse’; ‘Lacerazioni’ e anche la riassuntiva e riepilogativa ‘Cruor’, datata 2018 ed esposta per la prima volta alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Renata Rampazzi ha iniziato a coltivare la passione per la pittura da giovanissima, negli anni Settanta e, dopo aver frequentato l’Artistico, ha completato il percorso di approfondimento didattico alla Facoltà di Architettura prima di frequentare l’Accademia di Salisburgo fondata da Oskar Kokoschka. L’esordio per l’importante personale risale al 1973 alla Galleria dello Scudo di Verona. Vanta anche esperienze e partecipazioni internazionali, fra cui al Petit Palais Musée d’Art Moderne di Ginevra e alla Galerie Teillet di Parigi. Ha avuto collaborazioni anche nel cinema, in particolare con Luchino Viscontifoto: Eric Ryan per il film ‘Gruppo di famiglia in un interno’; Margarethe von Trotta per ‘L’africana’ e ‘Il lungo silenzio’; Mimmo Calopresti nel’La parola amore non esiste’ e Mario Martone per la pellicola ‘L’odore del sangue’. Non mancano anche ripetuti contatti professionali con architetti e disegner di interni.
La sovrintendente Maria Vittoria Marini Ciarelli ha ricordato i sempre più preoccupanti aggiornamenti resi noti dall’ISTAT sulle violenze nel nostro Paese, che “riguardano il 31,5% di donne. Nel periodo del black-out sociale deciso per evitare contagi da Covid-19 le chiamate ai centri antiviolenza nazionali sono aumentate del 73% e il 43,9% dei femminicidi è responsabilità del vicino familiare”, come dire marito, convivente o partner.
Gli spazi espositivi sono irradiati dalle note musicali del norvegese Jan Garbarek, del romeno Gyorgy Ligeti e del francese Levon Minassian. Nel periodo dell’esposizione sono previsti incontri e confronti sul delicato e sempre attuale tema con l’annunciata presenza del psicoanalista Massimo Ammaniti, dell’ex parlamentare Luciana Castellina, della scrittrice Dacia Maraini, della storica Francesca Medioli, della giornalista Chiara Valentini, della regista Margarethe von Trotta e della stessa Renata Rampazzi.
Il catalogo dell’appuntamento romano, offerto con le scritture in inglese e in italiano, è pubblicato dalle EdizioniSabinae. Una parte del ricavato delle vendite sarà destinata a sostenere l’impegno dell’associazione Differenza Donna.
Ingresso gratuito per apprezzare l’esposizione, ma solo ed esclusivamente con prenotazione obbligatoria allo 060608, con fasce orarie variabili a seconda delle stagioni e dei giorni.

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