Ufficialmente il taglio del nastro della diciassettesima edizione della Quadriennale d’arte di Roma sarà tagliato il prossimo 1° ottobre. Al Palazzo delle Esposizioni, dove sarà allestita un’ampia testimonianza della produzione artistica esclusivamente italiana. È la caratteristica del periodico appuntamento originato nel 1927 con deliberazione del Governatorato di Roma e avviato nel 1931. Decisiva per il decollo della proposta, che galleggia fra le mostre locali e l’appuntamento internazionale di Venezia con la Biennale, è la figura di Cipriano Efisio Oppo, propulsore delle prime quattro edizioni. Artista e scrittore, deputato al Parlamento e dirigente del sindacato di categoria, Oppo è affiancato nell’impegno da Enrico di San Martino, nome e volto noto nella politica culturale di Roma fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Negli anni alla Quadriennale sono stati protagonisti oltre seimila artisti del nostro Paese, in molti casi all’esordio espositivo pubblico e, poi, calamite di gratificazioni anche al di là dei confini nazionali. Molte composizioni arricchiscono e abbelliscono le collezioni e gli spazi di enti pubblici e strutture private. “Una costituzione della comunità degli artisti per gli artisti”, ma non solo, ha ricordato il presidente della Quadriennale Umberto Croppi. Il cartellone dell’appuntamento del 2020 è curato da Stefano Collicelli Cagol e Sarah Cosulich, elevata anche a responsabile della direzione artistica. La Fondazione, sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma, è impegnata anche nell’attività di studio, di ricerca e di documentazione dall’importante valore nel settore delle arti visive del XX e del XXI secolo. “Ogni euro investito nella cultura produce nel nostro Paese un euro e 77 centesimi in altri settori”. È un formidabile moltiplicatore economico, occupazionale e culturale fra progetti, iniziative, interventi e conoscenze. Riferimento, fra l’altro, di ricerca e innovazione. E di memoria e tradizione. L’ArBiQ, l’Archivio Biblioteca della Quadriennale, è fondamentalmente importante e dai numeri estesi: 14 mila fascicoli di documenti su artisti del Novecento; 2 mila registri sull’attività fino al 2000; 30 mila immagini, di cui 8 mila delle opere esposte; un centinaio di pellicole cinematografiche; oltre mille manifesti; 40 mila volumi e 2 mila 150 pubblicazioni d’arte. “Una mostra di arte italiana di respiro internazionale” della durata trimestrale ospitata in quasi 4 mila metri/quadrati del Palazzo romano di via Nazionale e accompagnata da performance e da altre iniziative come, fra l’altro, proiezioni e visite guidate. La base della Fondazione sarà trasferita nella zona di Porta Portese, nell’ampia area dell’ex Arsenale voluto dal Papa, Clemente XI, agli inizi del Settecento per controllare l’attività doganale dell’allora porto fluviale. L’ex complesso pontificio, inserito nel 2015 dal Ministero di via del Collegio Romano nel Piano strategico dei ‘Grandi Progetti Beni Culturali’, è composto da un tris di immobili, il Magazzino del sale; le Corderie e, appunto, l’Arsenale, che recintano perimetralmente il piazzale di quasi 4 mila metri/quadrati. Il progetto prevede che l’Archivio venga posto nel Magazzino del sale; gli uffici della Fondazione saranno spostati nelle Corderie dove troveranno spazio anche i punti di ristoro e il bookshop e l’Arsenale ospiterà esposizioni, laboratori e congressi. I lavori di riqualificazione e di riattivazione, considerati di rigenerazione urbana, dovrebbe essere completati entro il 2022.
|