La Roma dei Re

‘Il racconto dell’Archeologia’ con l’esposizione di oltre ottocento reperti risalenti fra il 1000 e il 500 avanti Cristo

È la prima di una serie di esposizioni temporanee per consentire ai visitatori, appassionati e semplici e attenti curiosi, di recuperare, attraverso le varie stratificazioni archeologiche, i ritrovamenti durante gli scavi e le pazienti ricostruzioni, gli usi, i costumi, le tecniche e i valori ideologici, sociali e culturali dell’Antica Roma, che, in questo caso, oscilla fra il 1000 e il 500 avanti Cristo. ‘La Roma dei Re. Il racconto dell’Archeologia’ delineato “con un percorso all’indietro”, ha consigliato il sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parise Presicce, che, in collaborazione con Isabella Damiani, ha curato la mostra allestita nelle sale di Palazzo Caffarelli e nell’Area del Tempio di Giove di Palazzo dei Conservatori. L’attività di ricomposizione degli esperti della Sovrintendenza ha portato all’esposizione per la prima volta di numerosi reperti, complessivamente oltre ottocento, arrivati anche dal Parco Archeologico del Colosseo per le ricerche nella zona nord-est del Palatino e sulla Vella; dell’Università della Calabria e di quella del Michigan per l’area sacra di Sant’Omobono; del Museo Nazionale Romano e del Museo delle Civiltà; del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali; dell’Antiquarium e della Soprintendenza per l’Area Metropolitana di Napoli. L’iniziativa ha trovato anche il sostegno dell’Università romana del’La Sapienza’.
La mostra, promossa da Roma Capitale attraverso l’Assessorato alla Crescita Culturale con l’organizzazione di Zétema, è articolata in otto sezioni, che più per periodi temporali è identificabile per i temi, gli argomenti. Lo slancio è dato dai ‘Santuari e dai palazzi nella Roma regia’ con i risultati delle ricerche effettuate nell’area sacra del Foro Boario dalle parti del vecchio approdo sul Tevere, nel deposto votivo prezzo il Comizio e alla Velia e alle Curiae Veteres verso il Colosseo. Sculture; terrecotte; rilievi raffiguranti dei, eroi, processioni, corse di cavalieri, animali fantastici. Decorazioni e coperture dei tetti, di una architettura in legno, che ha preceduto quella in pietra e in marmo. Ricca la decorazione dell’area sacra di Sant’Omobono.
‘I riti sepolcrali a Roma tra il 1000 e il 500 avanti Cristo’ è la seconda tappa di un viaggio straordinario per conoscere e comprendere sempre meglio l’allora realtà. Visibili i corredi tombali delle aree poi occupate dal Foro Romano e da quelli di Cesare e di Augusto. Negli anni cambiano le posizioni, sono modificate le usanze e gli oggetti posti come corredo. Dalla cremazione, infatti, si passa all’inumazione. I neonati vicino alle abitazioni come segno di conquista, di possesso, di appartenenza della terra da parte delle famiglie aristocratiche dell’Età Orientalizzante. L’utilizzo dei sarcofagi è testimoniato da uno di terracotta dell’VIII secolo avanti Cristo e l’altro di tufo risalente probabilmente al VI secolo avanti Cristo.
Il plastico della Roma arcaica arricchisce l’interesse della terza parte dell’itinerario che riguarda ‘L’abitato più antico: la prima Roma’.
Scambi, traffici, commercio fra l’Età del Bronzo e quella Orientalizzante. Le testimonianze per lo più provengono dalla necropoli dell’Esquilino. In questo comparto è possibile vedere frammenti ceramici e vasellame, che confermano i contatti di Roma con il mondo greco e realizzati con una tecnica sconosciuta all’epica dagli artigiani locali. E, poi, gli arredi e i corredi, oltre agli oggetti scelti per il completamento della sepoltura di stampo ellenico e probabilmente realizzati nelle prime colonie del Tirreno.
Gli ‘Indicatori di ruolo femminile e maschile’ sono il filo conduttore della quinta sezione. Una ricostruzione dei ruoli e delle funzioni sociali e la relativa e la rispettiva trasformazione nel corso dei decenni. La ricomposizione del quadro della società passa anche attraverso il costume delle vicende della società e dagli oggetti delle sepolture per individuare il rango e le varie usanze.
Due comparti riguardano proprio gli ‘Oggetti di lusso e di prestigio’ e i cosiddetti ‘corredi funerari’ confusi, quelli non riconducibili e non databili. Un patrimonio storico probabilmente perduto. In questa area dell’esposizione
è stata allestita la vetrina riservata a ‘La ricchezza della Roma più antica’. La chiusura, prima di un extra con gli oggetti trovati in Campidoglio, riguarda la ‘Comunicazione e la didattica’ con le ricostruzioni di realizzazioni in bronzo e in ceramica. Una ventina di vasi, fra l’altro, sono stati ricomposti accuratamente dagli esperti.
La mostra, ‘La Roma dei Re. Il racconto dell’Archeologia’, può essere ammirata tutti i giorni dalle 9 alle 19 fino al 27 gennaio del 2019 gratuitamente dai possessori della card MIC, Musei In Comune, acquistabile per 5 euro da chi risiede anche temporaneamente nella capitale. Vale 12 mesi e consente l’ingresso illimitato in tutti i musei civici.

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