I sogni del Sessantotto

Un anno per la Storia. Mostra su ‘Come eravamo, come saremo’ al Museo di Roma in Trastevere

1968, l’anno scolpito nell’immenso libro della Storia. L’anno dello snodo culturale, sociale, politico. L’anno delle proteste e delle richieste di cambiamento, delle rivendicazioni maturate da una lunga preparazione di settimane, di mesi, di stagioni. L’anno in cui avrebbe potuto, ma non tutto è stato. L’anno della molla, utile per il lancio e solo in parte utilizzata, in un Paese, l’Italia, “dove le novità reclamate di cambiamento sono assorbite anche dal legislatore, ma, poi, normalizzate, inserite all’interno di una cornice ben definita”, ha rilevato Giuseppe De Rita, che guida l’attività del Censis, in grado di affrontare l’argomento elaborando i dati nell’apposito studio, ‘Le Due Italie’. Cinquant’anni fa l’Italia vantava una popolazione residente di poco superiore ai 53 milioni, adesso 60 milioni e quasi 500 mila. Gli under 35 erano 28 milioni e 447 mila, nel 2018 non arrivano a 21 milioni. Annualmente erano 945 mila, nell’ultimo rilevamento le nascite non arrivano a 465 mila. Praticamente la metà. Società cambiata e testimoniata dai nati da genitori non sposati, dal 2% al 29,9%; dal numero dei matrimoni, da 347 mila a 203 mila e dagli stranieri regolarizzati da 63 mila a oltre 5 milioni. Le donne diventano per la prima volta mamme a 31 anni, allora a 25. Crollano anche gli occupati e sale vertiginosamente il debito pubblico, dal 34% al 132%. Cambiano scenario e abitudini. I biglietti staccati ogni anno per l’ingresso nelle sale cinematografiche erano quasi 600 miliardi, nell’ultimo riferimento 114 miliardi. Aumentano i frequentatori delle aule universitarie e le auto circolanti, verticalmente. Quanti passi da quel Sessantotto e in ogni direzione.
Dal prossimo 5 maggio al Museo di Roma in Trastevere di piazza Sant’Egidio sarà allestita una mostra multimediale e fotografica, ‘Dreamers. 1968: come eravamo, come saremo’, promossa e curata dall’AGI, l’Agenzia Italiana. Il direttore Riccardo Luna è riuscito a trovare la collaborazione di una ventina di agenzie di stampa di tutto il mondo, che hanno messo a disposizione le immagini di quel periodo riemerse dai rispettivi archivi. L’esposizione è sostenuta dall’Assessorato alla Crescita Culturale di Roma Capitale; dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dall’AAMOD, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico; dall’AFP, l’Agence France Press; dall’AGF, l’Agenzia Giornalistica Fotografica; dall’ANSA; dall’AP, dall’Associated Press; dalla Marcello Geppetti Media Company; dall’Archivio Riccardi; da Contrasto; dall’Archivio Storico della Biennale di Venezia; da LUZ; dall’Associazione Archivio Storico Olivetti; dalle Teche della RAI; dal Corriere della Sera; da
Il Messaggero; da La Stampa e da L’Espresso.
L’originale iniziativa,
seguita anche da Marco Pratellesi, testimonia attraverso le immagini immortalate in quel periodo, 178, di cui una sessantina assolutamente inedite; 15 filmati originali, che ricostruiscono oltre 210 minuti del racconto dell’indimenticato anno; 40 prime pagine di quotidiani e altre pubblicazioni, ma anche oggetti e ricordi targati 1968, fra cui il juke-box, il ciclostile, la macchina da scrivere ‘Valentine’, la Coppa sollevata da Giacinto Facchetti, vinta dagli azzurri del calcio all’Olimpico di Roma nella finale-bis dell’Europeo contro l’allora Jugoslavia; la maglia della nazionale portata nella sfida decisiva dal terzino dell’Inter Tarcisio Burgnich e la fiaccola dell’Olimpiade di Città del Messico. Giochi rivoluzionari per il guanto nero indossato e pugno al cielo sul podio dei 200 metri piani di atletica leggera di Tommie Smith e John Carlos per rivendicare parità di diritti; per la sconvolgente tecnica nel salto in alto inventata dall’americano Dick Fosbury, da quell’anno mai più ventrale, oro a 2 metri e 24 centimetri e per il prodigioso balzo nel lungo da parte di Bob Beamon, 8 metri e 90 centimetri.
La mostra è suddivisa in sezioni tematiche con personaggi rappresentanti e oscillanti fra i ‘sognatori del futuro’ e l”immortalità storica’, come, fra gli altri, Martin Luther King e il candidato alla presidenza degli Stati Uniti Robert Kennedy, morti ammazzati.
Le prime assegnazioni e le proteste per le case di edilizia popolare, le occupazioni studentesche rappresentate dai violenti scontri a Valle Giulia, ma anche i flash sulle situazioni negli altri paesi, negli Stati Uniti; in Cecoslovacchia per la ‘Primavera di Praga’; nella Grecia dei colonnelli e in Francia per il ‘maggio’, che hanno condizionato il racconto sui libri di storia.
La cronaca con il devastante terremoto del Belice, in Sicilia; lo spettacolo, il cinema, la musica e i testi impegnati dei cantautori; la mondanità, il Festival di Sanremo presentato per la prima volta da Pippo Baudo e le note e gli incontri nel ‘Piper’ Club di Roma; la corsa e la rincorsa per la conquista dello spazio, che troverà l’illustre sfogo l’anno dopo con il piede umano poggiato sul suolo della Luna, quello di Neil Armstrong. Conferma dell’innovazione tecnologica a tutte le longitudini.
La collaborazione anche dell’Enciclopedia Italiana Treccani e dello Studio OpenPolis e di Intesa San Paolo è stata determinante per la realizzazione della mostra, ‘Dreamers. 1968: come eravamo, come saremo’, che potrà essere visitata fino al 2 settembre dal martedì alla domenica nella fascia oraria 10-20.

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