Inossidabili. Indimenticabili. Insomma, immortali. Sono nella storia e non solo dell’arte musicale i Pink Floyd, il gruppo nato a Londra nel 1965 per l’iniziale volontà del cantante e chitarrista Roger Keith Barrett, ‘Syd’; del batterista Nicholas Berkeley Mason, ‘Nick’; del bassista George Roger Waters e del tastierista Richard William Wright, ‘Rick’, ai quali un paio di anni dopo si è aggregato anche David Jon Gilmour. ‘Dave’, che, poi, ha colmato la progressiva emarginazione di Barrett. Una band che ha segnato la storia con sperimentazioni di qualità, trasformazioni nella sonorità e nell’abbinamento delle note ai vari temi culturali e sociali scanditi e scolpiti negli anni. Nel 1995 l’irrevocabile stop produttivo dell’attività e nel 2006 il rompete le righe della formazione, che nel 1985 aveva perso Waters, ma conservato il diritto di utilizzare il nome e il marchio di fabbrica. I Pink Floyd, nella lunga, complessa e accidentata attività, hanno praticamente riscritto le tendenze musicali, influenzato altri gruppi e creato generi assolutamente originali e impensabili in quei tempi, fra sound psichedelico, space rock e progressivo. Sono stati il riferimento per tanti giovani negli anni Settanta e Ottanta ispirati dalle composizioni strumentali e dai messaggi visti, intravisti e compresi dei testi. In una stima datata 2008 i Pink Floyd avrebbero venduto nel mondo almeno 250 milioni di dischi. 32 gli album immessi sul mercato, di cui 15 realizzati negli studi discografici, 4 registrazioni dei concerti, 12 raccolte, una colonna sonora e 7 opere audiovisive. Inevitabile essere gratificati da una ricostruzione, da un allestimento caratterizzato dalla musica, dalle immagini e dagli oggetti della band, che nel 2008 ha perso anche Wright. La retrospettiva è arrivata a Roma, negli spazi del MACRO, il Museo d’Arte Contemporanea di via Nizza, dove è ospitata la prima tappa internazionale di ‘The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains’, prodotta e organizzata dalla Concert Productions International B.V. di Michael Cohl in collaborazione con l’Azienda Speciale PalaExpo, Mondo Mostre e Live Nation e curata da Aubrey Powell e Paula Webb Stainton con il contributo di Victoria Broackes del Victoria and Albert Museum. All’iniziativa ha partecipato anche lo studio Stufish, progettista dei palchi del gruppo inglese e sostenuto dalle interpretazioni del Real Studios. L’esposizione multisensoriale ha ottenuto un grandissimo successo di critica e di partecipazione al Victoria and Albert Museum di Londra con oltre 400 mila visitatori. Un percorso, quello preparato nella Città Eterna, inaugurato e condito dalle figure di due dei fondatori dei Pink Floyd, Mason e Waters. Progressivo, seguendo la cronologia temporale dell’indimenticabile attività, fra immagini, voci e tonalità, come la spettacolare ‘Performance Zone’, nella quale gli appassionati entrano in uno spazio audiovideo immersivo, che comprende la riproposizione dell’ultimo concerto del complesso al Live 8 del 2005 con ‘Comfortably Numb’ e ‘One of These Days’, tratto dall’affascinante esibizione a Pompei. Numerosi i brani che sono stati il simbolo della carriera dei Pink Floyd, fra cui ‘Atom Heart Mother’; ‘Meddle’; ‘The Dark Side of the Moon’; ‘Wish You Were Here’; ‘Animals’ e ‘The Wall’. I Pink Floyd anche dopo l’uscita di Waters, che sarà protagonista di un doppio concerto in Italia, l’11 luglio nell’area delle Mura Storiche di Lucca nell’ambito del Summer Festival e, tre giorni dopo, il 14 luglio, a Roma, all’interno della suggestiva cornice del Circo Massimo, inserito nel programma 2018 di Rock in Roma, hanno pubblicato altri album, come ‘A Momentary Lapse of Reason’ e ‘The Division Bell’. Innumerevoli i riconoscimenti collezionati, fra cui il prestigioso Polar Music Prize consegnato alla Concert Hall di Stoccolma e il Grammy Award per il ‘Miglior brano strumentale’, ‘Marooned’. Nel 2006 per festeggiare le cosiddette nozze d’oro con la musica la Royal Mail ha stampato una serie di dieci francobolli dedicati ai migliori album. La mostra, ‘The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains’, può essere visitata fino al primo giorno di luglio dal lunedì alla domenica nella fascia oraria 9-21. Il MACRO, il Museo d’Arte Contemporanea, fra l’altro, è vicino a quel ‘Piper’ di via Tagliamento dove i Pink Floyd hanno suonato la loro musica nel nostro Paese, il 18 e il 19 aprile del 1968. Il libro ufficiale per i cinquant’anni della band inglese è pubblicato da Skira.
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