Capitale sportiva

Incontro al Salone d’Onore del Foro Italico fra il CONI del Lazio e gli amministratori del Campidoglio e dei quindici municipi romani per la promozione e la necessità di impianti per l’attività motoria

Gli impianti sportivi in tutta la vasta area di Roma, almeno 1.286 chilometri/quadrati, sono complessivamente 2.353. Nel conteggio il Comitato Regionale del Lazio del CONI, confermato nel corso dell’incontro con le istituzioni e le amministrazioni promosso nel Salone d’Onore del Foro Italico, sono stati inseriti gli spazi, più o meno completamente disponibili, riferiti alla gestione pubblica, degli enti, degli istituti scolastici comunali e provinciali e anche di quelli religiosi, soprattutto degli oratori e dei privati. 2 mila 353 sembra essere un numero sufficiente per soddisfare ogni esigenza per la pratica sportiva. E, invece, la realtà è profondamente diversa, nonostante le medie incollate per ogni romano e per chilometro/quadrato.
Un’analisi profonda, come fra l’altro ha confermato l’indicazione dell’iniziativa, ‘Conoscere per programmare. Il ruolo dei municipi di Roma Capitale nello sviluppo dello sport’. Il presidente del CONI regionale Riccardo Viola ha illustrato la generale situazione ai rappresentanti dei quindici municipi della capitale e di alcuni assessori del Campidoglio e presentato le proposte non solo come massimo esponente dello sport con la coccarda del Comitato Olimpico Nazionale, quella del movimento agonistico e d’élite, ma anche per il vasto settore amatoriale, salutistico, hobbistico e scolastico.
Nello studio sono emersi alcuni aspetti importanti fondati “sulla diffusione delle attività motorie e ricreative anche in luoghi non convenzionali, sulla promozione della salute e del benessere psico-fisico, sull’integrazione e sulle risorse esistenti, sull’ampliamento dell’offerta per tutte le fasce di età, sul riequilibrio territoriale delle strutture disponibili, sul sostegno alla realizzazione della ‘Città dei quindici minuti’ e sulla promozione attraverso lo sport dell’interazione sociale quale elemento necessario per lo sviluppo del welfare locale”. La programmazione per il CONI regionale dovrebbe avvenire con “la conoscenza delle caratteristiche demografiche della popolazione e degli enti che operano a tutti i livelli nei municipi, il coinvolgimento dei rappresentanti territoriali e dello sport e delle persone competenti e specializzate e l’ascolto dei cittadini. In questi casi sarebbero coinvolti urbanisti, sociologi e personale professionalmente formato”.
In una tabella sono curiosamente raffrontate le estensioni e le residenze nei municipi a quelle delle province della nostra penisola. L’ex circoscrizione più ampia è la Quindicesima, quella chiamata ‘Milvio’, con 187,31 chilometri/quadrati, che equivale a Pisa. Nella lista dei quindici c’è varietà, fra cui il Nono Municipio, ‘EUR’, come Milano; il Decimo, ‘Ostia-Acilia’, paragonato ad Asti; il Quattordicesimo, ‘Monte Mario’, sovrapposto a Torino e il Sesto, ‘delle Torri’, l’ultimo oltre le tre cifre di chilometri/quadrati, specchiato a Napoli. Il giochino coinvolge anche il numero degli abitanti con il Settimo Municipio, ‘Appio Latino-Tuscolano-Cinecittà’, che vanta una quota di 311.500 come Catania; il Sesto, sulla stessa linea di Verona e, per completare il podio, il Quinto, ‘Prenestino-Centocelle’, a livello di Venezia. Il meno popolato è il Tredicesimo, ‘Aurelio’, 130 mila 379 presenti, che sembra Ferrara, ma il capoluogo emiliano dispone di “una decina di grandi impianti, un tris di piscine, 23 campi da calcio e 8 palestre non scolastiche”. Nello spicchio romano, invece, è utilizzabile “un solo impianto pubblico”.
Roma ha necessità di alcuni impianti per l’attività agonistica di medio e, soprattutto, di alto livello. La carenza di soluzioni condiziona le società della capitale iscritte ai campionati nazionali o che avrebbero ambizione e capacità per organizzare manifestazioni di gratificante spessore, le quali, fra l’altro, avrebbero anche importanti riflessi sull’economia cittadina. Soddisfazione per le riaperture del Palazzetto dello Sport di viale Tiziano e del campo delle ‘Tre Fontane’ dell’EUR al termine degli interventi di ristrutturazione e di riqualificazione. I fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sono utilizzati, fra gli altri, per la realizzazione di un palazzetto da un migliaio di posti, ecosostenibile e ambientalmente integrato con il parco Colli d’Oro.
La capitale, però, avrebbe vitale necessità di altre strutture idonee, coperte e polivalenti per lo svolgimento delle gare di interesse regionale, che alcune volte sono disputate nelle palestre degli istituti scolastici. In ogni municipio l’opportuna programmazione dovrebbe comprendere la disponibilità almeno di palazzetti con coperture leggere e orizzontali con indicazioni multidisciplinari.
E, poi, l’obiettivo dovrebbe anche riguardare il recupero degli impianti, che, alcuni, sono da tempo inutilizzati o, addirittura, abbandonati e dimenticati, come, fra l’altro, lo Stadio Flaminio e lo storico campo ‘Testaccio’. Alcuni impianti, nove, al momento sono senza concessionario, in particolare nei municipi Terzo, Quarto, Quinto, Settimo e Nono.
L’approfondimento del CONI del Lazio ha riguardato anche l’accessibilità agli impianti. “Ogni uomo, donna e minore di qualsiasi età ha il diritto di praticare l’attività sportiva, requisito essenziale per lo sviluppo della personalità, delle attitudini e della rispettiva padronanza a livello morale e intellettuale. Diritto che coinvolge, naturalmente, anche chi ha difficoltà motorie o sensoriali temporanee o permanenti”.
‘Roma capitale dello sport’ e ‘città inclusiva a vocazione olimpica e paralimpica’, che, come altre, ha visto aumentare nel periodo della pandemia e del conseguente distanziamento gli appassionati dello sport solitario, all’aperto, caratterizzato da corse e cammini a passo sostenuto. “Le caratteristiche del territorio della capitale favoriscono la creazione di un eventuale sistema di palestre all’aperto”. Roma, infatti, vanta una notevole estensione di aree verdi con ville, parchi e giardini in tutti i municipi. Sarebbe sufficiente arricchire gli spazi con le opportune attrezzature contando, che, poi, il vandalismo non abbia il sopravvento.
Quindici i playground urbani, di cui tre ancora da completare. Palestre all’aperto, in modo da facilitare l’attività psico-fisico-motoria di più specialità e gratuitamente.
“Chi abita a Roma non ha la percezione di essere in una città d’acqua”. E, invece, i fiumi Tevere e Aniene, i laghi di Martignano e di Bracciano e il mare Tirreno con gli oltre quindici chilometri di litorale, coinvolgono un po’ tutti i municipi. Ostia non è come le altre zone con la spiaggia sabbiosa e le pinete, con il lungomare e i campeggi, con le strutture turistiche e gli stabilimenti balneari e con i circoli e le associazioni sportive. Una quindicina, in grado di sostenere e organizzare anche manifestazioni sportive. L’auspicio è di inserire stabilmente i fiumi, i laghi e il mare, acque dolci e salate, all’interno di una adeguata organizzazione sportiva per esaltare quelle discipline tipiche come il canottaggio, la canoa, la vela e, perché no?, il rafting.
Indispensabile una collaborazione fra tutte le componenti che con vari ruoli e funzioni sono coinvolte nello sport per l’organizzazione di un Tavolo interistituzionale e, a livello di municipi, di uno tecnico. Proposta anche la costituzione di una banca-dati comune e condivisa. Il CONI, fra l’altro, ha sottoscritto un protocollo d’intesa con tutti i quindici municipi di Roma Capitale proprio per sostenere e sviluppare l’attività sportiva nelle rispettive realtà territoriali.

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