Capitale dell’agricoltura

Mostra e convegni all’ex Mattatoio di Testaccio per una delle attività più antiche e necessarie. Un ricordo per le vittime della mafia

 

Roma, il comune agricolo più esteso in Europa. 1.300 km/q di aree coltivate e anche naturali, riserve protette e migliaia di ettari destinati alle produzioni vegetali, della terra, attraverso il quotidiano impegno dei contadini. E la regione Lazio, secondo i dati del CREA, il Consiglio per la Ricerca e l’Economia Agricola, avrebbe disponibili un milione e 700 mila ettari di superficie, oltre centomila occupati nel settore distribuiti in migliaia fra imprese, aziende e cooperative.
‘Roma periurbana. Risorse agricole. Territorio. Realtà sommerse’, è l’indicazione di una esposizione proposta da Agricoltura Nuova e dall’Associazione Roma Agricola, allestita in un padiglione dell’ex Mattatoio di Testaccio, il 9/B. Nell’area romana di piazza Orazio Giustiniani sono in bellamostra gli attrezzi dei coltivatori dei campi utilizzati in passato, sia remoto che un po’ più ravvicinato ai nostri giorni. Attività impegnative, ma fondamentali, che vantano tradizioni antiche. Le tecnologie e i sistemi innovativi sono in grado di migliorare e modificare nelle rispettive quotidianità.
Sui pannelli le immagini storiche rese ancora più suggestive dalla tonalità, che testimoniano le fasi dell’importante attività. Non mancano gli spazi informativi, che riportano la leadership di Roma. La capitale precede Milano, 181,60 km/q e Bologna, 140,70 km/q.
Indicazioni, fra l’altro, sugli orti comunitari e sull’agricoltura periurbana, quella spontanea e volontaria operata poco oltre la cinta cittadina. E se è sollecitata in modo organizzato è anche un sistema per creare posti di lavoro e favorire, fra l’altro, l’integrazione sociale, l’accoglienza di immigrati, l’educazione ambientale e alimentare, sperimentazioni e innovazioni.
Nel corso dell’iniziativa espositiva sono stati promossi anche degli incontri e degli approfondimenti, fra cui ‘Le campagne dell’agro’, con la partecipazione dell’assessore all’Ambiente, all’Agricoltura e al Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale Sabrina Alfonsi. Le zone coltivate e, quindi, non abbandonate sono estremamente utili anche per la salvaguardia del suolo, dell’ambiente e della vivibilità urbana attivando situazioni non marginali, come il miglioramento della qualità ambientale e alimentare, lo sviluppo di una professione specializzata e l’ampliamento della solidarietà.
Stagione-dopo-stagione aumenta la superficie destinata e riservata alle coltivazioni biologiche, che dimostrano la particolare attenzione rivolta alla produzione di alimenti di qualità per il benessere dei consumatori. Cresce anche il numero delle vendite cosiddette a ‘chilometro zero’, sia direttamente nelle aziende agricole che nei vicini mercati rionali o riservati a questo tipo di produzioni.
Un settore dell’esposizione romana ricorda le vittime della mafia, rappresentanti sindacali giustiziati dalla criminalità organizzata. Una cinquantina i ‘caduti’ fra il 1911 e il 1982, da Lorenzo Panepinto, il 16 maggio del 1911, a Pio La Torre, il 30 aprile del 1982, comunque non ignorando, fra gli altri, Placido Rizzotto, ammazzato il 10 marzo del 1948. Il pannello ricorda i nomi, i cognomi e le date del fatale agguato anche per una riflessione su quello che in alcune aree della nostra penisola ha significato “lavorare la terra” e “essere contadini”.
‘Roma periurbana. Risorse agricole. Territorio. Realtà sommerse’, può essere visitata fino al 21 maggio dal martedì alla domenica fra le ore 11 e le ore 20.

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