L’arte ritrova la natura

‘Terra animata’ è il riferimento di una esposizione allestita nella capitale all’ex Mattatoio di Testaccio e visitabile fino al prossimo 27 agosto

 

Contemporanei, impegnati a trasferire nella creatività le relazioni individuate fra arte, estetica e le aree naturali del nostro pianeta. Una ventina i protagonisti italiani che hanno firmato le realizzazioni dagli anni Sessanta, un periodo caratterizzato da una serie di importanti, se non fondamentali, spostamenti nella sensazione e anche nell’azione fra l’ambiente e l’essere umano. Modifiche di un rapporto che deve non solo apparire, ma essere intenso, senza dimenticare il massimo rispetto e considerazione. In generale le arti, fra cui tele, sculture, installazioni, musiche, film e docufilmati, piéce teatrali e scritti, hanno colto l’evoluzione dell’umanità e hanno rappresentato e testimoniato con la rispettiva espressione la fase di una nuova situazione, peraltro ancora in corso.
‘Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023)’ è il riferimento dell’esposizione allestita all’ex Mattatoio di Roma, nella zona di Testaccio, nel padiglione 9/A. La mostra, curata da Paola Bonani e Francesca Rachele Oppedisano, è stata promossa da Roma Culture e dall’Azienda Speciale PalaExpo.
L’ampio spazio di piazza Orazio Giustiniani è abbellito e arricchito dalle opere di Nico Angiuli, Emanuela Ascari, Massimo Bartolini, Gianfranco Baruchello, Alberto Burri, Giacinto Cerone, Leone Contini, Pamela Diamante, Bruna Esposito, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Piero Gilardi, Michele Guido, Renato Leotta, Mario Merz, Marzia Migliora, Pino Pascali, Luca Maria Patella e Giuseppe Penone. Alcuni, fin dagli anni Sessanta, hanno cercato di inserire elementi della natura per un coinvolgimento diretto fra la realtà e l’inevitabile evoluzione. Dopo una decina d’anni i campi coltivati, le distese verdi, i cespugli, i boschi, i corsi d’acqua che specchiano il cielo e gli orizzonti e i paesaggi hanno acquisito sempre maggiore spazio e interesse nelle espressioni artistiche. Il tema, sempre più d’attualità, è arrivato anche a Venezia con la Biennale pronta a coniugare lo slogan, ‘Dalla natura all’arte, dall’arte alla natura’.
Nel settore gli aspetti con il passare degli anni sono ripensati, ricalcolati e rivalutati. Approfondimenti scientifici, ricerche per le tecniche, opportunità da cogliere, teorie da rielaborare, anche politicamente e socialmente. Il movimento ecologista apre impensabili spiragli, che allargano la volontà di riflessione, di valutazione e di elaborazione. Per alcuni è la nuova identità, forse l’altra via artistica, la spinta per sperimentare e, poi, trovare conferme per le nuove definizioni estetiche.
Ognuno da una personale prospettiva con varie tonalità, linee e osservazioni più o meno intense. Terreni coltivati, aree incolte, zone fiorite, i mestieri e gli attrezzi agricoli, le presenze sui colori dell’ambiente sono diventati l’attualità, la vocazione di un settore scoperto. “Finalmente”, direbbe qualche curioso e interessato visitatore, che potrà ammirare l’allestimento fino al prossimo 27 agosto dal martedì alla domenica nella fascia oraria oscillante fra le 11 e le 20. Ticket d’ingresso fissato a 6 euro. Sono previste riduzioni per alcune fasce d’età. Entrata gratuita per gli under 7.

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