A Roma la Galleria Borghese apre al contemporaneo ospitando in quattro sale e negli spazi verdi una trentina di opere che testimoniano le ricerche sul rapporto fra arte e natura. ‘Giuseppe Penone. Gesti universali’ è il riferimento dell’esposizione curata da Francesco Stocchi e ammirabile fino al prossimo 28 maggio. Le realizzazioni dell’artista piemontese caratterizzano la visione delle sale ‘degli Imperatori’, ‘di Apollo e Dafne’, ‘di Enea e Anchise’ e del Salone ‘di Mariano Rossi’ e del Giardino ‘dell’Uccelleria’ e di quello ‘della Meridiana’. In quelle aree sono state poste sculture composte con materiali tradizionali come bronzo, cera, gesso, marmo, pietra e terra. Il visitatore è accolto da sei ‘Alberi’, espressione “semplice di vitalità, cultura e scultura”. Vegetali solo scortecciati per far emergere l’origine naturale di molti oggetti della nostra vita quotidiana. E, così, “assi, pavimenti, sedie, tavoli e barche appaiono per quel che erano prima della trasformazione, della lavorazione. Legno, alberi”. Giuseppe Penone è originario della provincia di Cuneo. È nato, infatti, 76 anni fa a Garessio. Al momento ha base a Torino. Le opere di Penone sono state protagoniste in molteplici iniziative anche internazionali, fra cui alla Biennale di Venezia nel 2007; ai Giardini della Reggia di Versailles nel 2013; al Centre ‘Georges Pompidou’ e alla BNF, la Bibliothèque Nationale France, di Parigi nel 2004-2005 e nel 2022-2023; al ‘Rijksmuseum’ di Amsterdam nel 2016; alla ‘Frick Collection’ di New York nel 2022 e al ‘Philadelphia Museum of Art’ nel 2022-2023. L’esposizione parte dalla ricerca di qualcosa che non è presente negli splendidi spazi della Galleria, immersa nel ‘polmone verde’ romano di Villa Borghese, offrendo, quindi, un nuovo approfondimento di quel rapporto fra paesaggio e scultura. Un percorso in perfetta continuità, che, fra l’altro, caratterizza la direzione di Francesca Cappelletti. Penone utilizza non solo vegetali, tronchi, rami, foglie e fogliame, ma anche materiali come cuoio e metalli. Una riflessiva integrazione. E, poi, non è da trascurare il rapporto fra la natura umana e quella vegetale. “Un innesto che esprime e riguarda la produzione di Penone con la quale è conclusa la serie di mostre per comunicare ai visitatori l’indirizzo della Galleria rivolta alla ricerca su arte e natura, sulla creatività dell’artista e sugli aspetti ambientali”. L’esposizione è sostenuta da Fendi, la maison particolarmente impegnata anche nel recupero delle strutture artistiche, architettoniche e culturali della capitale. Inizialmente triennale la partnership con la Galleria Borghese, dal 2017, che ha portato all’organizzazione di mostre, fra l’altro, del ‘Bernini’, di ‘Picasso. La scultura’ e di ‘Valadier. Splendore nella Roma del Settecento’. E dopo la prima collaborazione fino al 2020 Fendi ha rinnovato l’intesa con la Galleria Borghese. L’iniziativa è affiancata dal catalogo stampato da Electa, che ospita un’intervista a Giuseppe Penone raccolta da Francesco Stocchi, un saggio di Andrea Cortellessa e le schede delle opere esposte curate da Diletta Fenicia. Il volume di 144 pagine è arricchito da un centinaio di illustrazioni. Porte aperte alla Galleria Borghese dal martedì alla domenica nella fascia oraria oscillante fra le 9 e le 19.
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