Uno-per-tre. Un personaggio esaltato in tre spazi espositivi della capitale, ma racchiusi nell’inedita e quasi straordinaria collaborazione. Progetto unificato per ricordare i cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, originario di Bologna e datata 5 marzo 1922. È come se fosse stato distribuito il tris di ‘P’ in altrettanti prestigiosi luoghi d’arte, al Palazzo delle Esposizioni, a Palazzo Barberini inserito nelle Gallerie Nazionali di Arte Antica e al MAXXI, il Museo delle Arti del XXI secolo. Al PalaExpo di via Nazionale l’intellettuale, scrittore, regista e molto altro, avrà la celebrazione fino al 26 febbraio del 2023 nel riferimento, ‘Il corpo poetico’; in via delle Quattro Fontane la sezione riguarda ‘Il corpo veggente’ e al Museo di via Guido Reni, dal 16 novembre al 12 marzo del prossimo anno, troverà spazio ‘Il corpo politico’. L’iniziativa comune, concentrata nell’indicazione ‘Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo’, è curata da Michele Di Monte, Giulia Ferracci, Giuseppe Garrera, Flaminia Gennari Santori, Hou Hanru, Cesare Pietroiusti, Bartolomeo Pietromarchi e Clara Tosi Pamphili. La mostra di Palazzo Barberini ricorda con immagini tratte dai film e dai filmati d’epoca l’attività, soprattutto cinematografica, di Pasolini, assassinato nella notte fra il 1° e il 2 novembre del 1975 ad Ostia, litorale romano. La frase ‘Tutto è santo’, che ispira la rassegna, è stata pronunciata dal saggio Chirone nel film, ‘Medea’, girato nel 1969, “che evoca la misteriosa sacralità del mondo del sottoproletariato, arcaico e religioso, in contrasto con gli eroi di un mondo razionale, laico e borghese”. Sulle pareti i flash delle pellicole, fra cui ‘Panarea’, del 1952, ‘Mammaroma’ del 1962, ‘La ricotta’ del 1963, ‘Il vangelo secondo Matteo’ del 1964, ‘Il Decameron’ del 1971, ‘Il fiore delle mille e una notte’ del 1974 e ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’ del 1975. Foto di vita quotidiana nelle periferie della capitale con protagonisti i giovani residenti, ma anche le ‘marane’ e le antiche strutture degli acquedotti dei Romani. E, poi, i lamenti e le lacrime delle donne rigidamente in nero durante una cerimonia funebre a Castelsaraceno e le giornate di lavoro femminile nelle campagne di Pisticci e di Stigliano. Gli scatti sono per la stragrande maggioranza in bianco e nero. E l’effetto migliora. L’esposizione è articolata in alcune sezioni, che riguardano ‘Il corpo epifanico’, ‘Il corpo dello scandalo’, ‘Il corpo del cordoglio’, ‘Il corpo popolare’ e, per l”Epilogo’, ‘Il corpo soggetto’. Per i filmati è stato fondamentale l’intervento del Centro Sperimentale di Cinematografia e della Cineteca di Bologna. La mostra può essere ammirata fino al 12 febbraio del 2023 a Palazzo Barberini dal martedì alla domenica fra le ore 10 e le 19. Il ticket consentirà l’ingresso a prezzo dimezzato per visitare gli allestimenti al Palazzo delle Esposizioni e al MAXXI. La mostra è affiancata da una pubblicazione, con un’ottantina di illustrazioni a colori, curata dallo storico dell’arte e docente di Comunicazione Estetica e Museale alla LUISS di Roma Michele Di Monte, l’introduzione di Flaminia Gennari Santori e i contributi di Roberto Chiesi, Andrea Cortellessa e Philippe-Alain Michaud. Il catalogo è stato stampato da 5 Continents Editions.
|