Aveva una trentina d’anni quando nell’81 dopo Cristo ha assunto la guida dell’Impero Romano. Giovane come nessuno in quel periodo, importante per la storia. Cesare Domiziano Augusto Germanico, noto come Tito Flavio e per sempre solo Domiziano, è stato l’ultimo Imperatore della dinastia Flavia fino alla brutale uccisione a colpi di pugnale nel 96 quando non aveva ancora festeggiato il quarantacinquesimo compleanno. Per gli studiosi è ricordato come un buon amministratore, anche del territorio, innovatore, proiettato verso una diversa urbanizzazione della città, protagonista dell’aumento delle paghe per i soldati atteso dai tempi di Augusto. ‘Domiziano Imperatore. Odio e Amore’ è il riferimento della mostra allestita ai Musei Capitolini, in particolare nei ritrovati spazi di Villa Caffarelli. Un centinaio le testimonianze ammirabili fino al 29 gennaio del 2023, fra cui 58 arrivate dall’olandese Rijksmuseum van Oudheden di Leiden. E l’esposizione, infatti, è il risultato di una intesa culturale internazionale e segue quella promossa dal 17 dicembre del 2021 allo scorso 22 maggio, ‘God on Earth. Emperor Domitian’, curata da Aurora Raimondi Cominesi, Nathalie de Haan, Eric M. Moormann, Claire Stocks e Wim Weijland. A Roma è allestita in un’area collegata all’Imperatore, che è stata lussuosamente riqualificata dopo l’incendio dell’80 dopo Cristo: il Tempio di Giove Capitolino, sulle cui fondamenta è stata costruita Villa Caffarelli. Il tour espositivo è immerso in quindici sale, nelle quali è raccontata con marmi, decorazioni e metalli, bronzi e ori, la storia di una figura complessa e contrastante e, forse, ancora non completamente chiarita e compresa. La mostra romana ospita alcune opere della Sovrintendenza Capitolina, che, solitamente, non sono visibili al pubblico. Dai depositi comunali, dallo Stadio di Domiziano, praticamente l’attuale piazza Navona, dalla sala ‘Elveno Pastorelli’ del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco sono emerse le sculture e gli oggetti, che sono testimonianze di quel periodo. L’iniziativa è articolata in cinque sezioni: ‘Domiziano, Imperatore e caro agli dei’, ‘L’esaltazione della gens Flavia e la propaganda dinastica’, ‘I luoghi privati di Domiziano’, ‘Dalla casa natale sul Quirinale al Palazzo Imperiale sul Palatino e alla villa di Albano’, ‘L’intensa attività costruttiva a Roma’ e ‘L’Impero protetto dall’esercito e retto dalla buona amministrazione’. I primi passi del curioso o dell’appassionato visitatore sono accolti dalla statua del ‘Genio di Domiziano’, poi affiancata dalle immagini del padre Vespasiano, del fratello Tito e dalle Auguste Giulia, nipote in quanto figlia di Tito e Domizia Longina. L’esposizione, ammirabile tutti i giorni dalle 9 e 30 alle 19 e 30, è stata curata da Maria Paola Del Moro, da Massimiliano Munzi e da Claudio Parisi Presicce. Lo stesso Sovrintendente era presente nel giorno dell’ufficiale apertura insieme all’assessore di Roma Capitale Miguel Gotor. Attraverso un video immersivo è possibile rilevare gli interventi edilizi e urbanistici voluti da Domiziano, fra cui la ricostruzione degli edifici danneggiati dalle fiamme, la costruzione di nuovi monumenti utili anche per esaltare la figura e l’attività dell’imperatore, la sistemazione dell’area fra il Quirinale e il Campidoglio, la realizzazione del Foro Transitorio, inaugurato, però, dal suo successore e del Palazzo Imperiale sul Palatino. Con ‘Domiziano Imperatore. Odio e amore’ prosegue il piano delle proposte per approfondire l’interesse sui protagonisti dell’Antica Roma. Dal 2014 i riflettori sono stati accesi e rivolti verso Augusto, Tito e Claudio.
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