Tris ‘di Natura e di Amore’

Alla Galleria Borghese di Roma fino al 18 settembre in esposizione il dipinto di Tiziano ‘prestato’ da un Museo austriaco

 

La collaborazione culturale fra la Galleria Borghese e il Kunsthistorisches Museum di Vienna ha arricchito la Sala ‘XX’ al primo piano della struttura espositiva romana. ‘Ninfa e pastore’ sarà in bellamostra insieme ad un altro paio di opere, ‘Amor sacro e Amor profano’ e ‘Venere che benda amore’, fino al prossimo 18 settembre nell’ambito dell’iniziativa, ‘Tiziano. Dialoghi di Natura e di Amore’, curata da Maria Giovanna Sarti. La realizzazione dell’olio su tela di centimetri 149,60-per-centimetri 187 è databile fra il 1570 e il 1575. Il binomio ‘Natura-Amore’, filo conduttore dell’iniziativa, ha come obiettivo di esaltare alcuni aspetti dell’ampia produzione artistica del pittore veneto.
Incerta, anche se ricostruibile la data di nascita di Tiziano Vecellio in quel Pieve di Cadore, attuale territorio provinciale di Belluno, probabilmente intorno al 1485. A Venezia, il 27 agosto del 1576, la scomparsa dopo una produzione artistica intensa, attiva fino all’ultimo periodo, in particolare per la composizione della ‘Pietà’ dell’Accademia del capoluogo veneto, in cui si rappresenta nelle vesti di San Girolamo prostrato al cospetto del corpo di Gesù Cristo. E quest’opera e ‘Marsia’ al Castello Arcivescovile di Kromeriz, adesso Repubblica Ceka, testimoniano l’estrema fase creativa sia artistica che umana di Tiziano.
‘Ninfa e pastore’ è stato posto nello spazio dove sono ammirabili, uno di fronte all’altro, ‘Amor sacro e Amor profano’ e ‘Venere che benda Amore’ riconducibili rispettivamente agli anni 1514-1515 e 1565. Oli su tela dalle imponenti dimensioni, centimetri 118-per-centimetri 278, uno e centimetri 118-per-centimetri 185, l’altro. Riflesso al dipinto arrivato dall’Austria, dalla Gemaldegalerie, è allestito ‘Le età’ dell’uomo (da Tiziano) nella riproduzione di Giovan Battista Salvi, meglio conosciuto come il Sassoferrato, un copista vissuto fra il 1609 e il 1686. Una realizzazione forse commissionata dagli stessi Borghese negli anni attorno al 1682.
‘Natura’ e ‘Amore’, la prima considerata come paesaggio, ma anche abituale scenario dell’umanità e l’altro aspetto espresso nelle diverse forme, divino, semplice e matrimoniale. Importante anche il tempo e lo spazio che scandiscono la quotidianità umana e l’armonia dell’universo.
Numerosi i dipinti attribuiti a Tiziano e altrettante, secondo gli studiosi e i ricercatori del suo percorso, le conoscenze e le ‘amicizie’, in particolare con la Repubblica di Venezia; con il duca di Ferrara, Alfonso I d’Este; con la famiglia Pesaro; con il marchese e poi duca di Mantova Federico Gonzaga; con Carlo V e il relativo entourage, fra cui Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto e generale delle truppe imperiali; con il duca di Urbino; a Roma con Paolo III e con i Farnese e ad Augsburg con il principe Filippo e la corte imperiale, che hanno consentito di portare sulla tela anche le note ‘poesie’,e favole antiche tratte dalle ‘Metamorfosi’, nelle quali emerge uno stile rinnovato e, quindi, spedite in Spagna almeno fino al 1575. Tiziano scompare l’anno successivo e viene sepolto nella Basilica (Santa Maria Gloriosa) dei Frari.
La mostra è associata a a un catalogo stampato da Arte’m con gli scritti di Maria Giovanna Sarti e alla pubblicazione del primo numero della collana ‘Galleria’, per De Luca Editori d’Arte, con la quale sono approfonditi i temi e le opere della collezione Borghese. Per l’occasione l’esordio, in italiano e in inglese, è riservato proprio a Tiziano.
Porte aperte alla Galleria di Villa Borghese, a Roma, dal martedì alla domenica nella fascia oraria oscillante fra le 9 e le 19. La prenotazione è obbligatoria. Il tour culturale è prevedibilmente consumato in un paio d’ore e l’ingresso è consentito ogni sessanta minuti.

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