Tale e quale. Show!

La giovane Italia di ‘Fefè’ De Giorgi conquista l’Europeo di pallavolo come la nazionale femminile. L’ultimo nel 2005

Parità di genere nella pallavolo italiana. Infatti la nazionale maschile all’Europeo ha seguito la prestigiosa e luminosa scia delle azzurre guidate da Davide Mazzanti ed ha raggiunto l’ambito traguardo, che mancava dal 2005. L’altro comun denominatore fra le due selezioni ha riguardato l’amarezza patita nell’Olimpiade di Tokyo targata 2020 anche se organizzata nei giorni di luglio ed agosto 2021 a causa del pericolo di estensione del numero dei contagi da Covid-19. Nella capitale giapponese le ambizioni e le aspettative erano state stroncate sulla soglia del salone d’onore dove erano custodite le medaglie e gli allori dei Giochi. La nazionale femminile ha continuato sullo stesso solco tecnico, per l’altra, invece, è stato deciso il cambiamento. Ecco allora la sostituzione di Gianluigi Blengini, annunciata in anticipo dalla Federazione coordinata da Giuseppe Manfredi, con Ferdinando De Giorgi, conosciuto soprattutto come ‘Fefè’, 59 anni, pugliese della salentina Squinzano, gloria dell’azzurro nazionale da giocatore, che in quasi sette settimane ha ribaltato, se non il mondo, almeno finora, le gerarchie stabilizzate in Europa.
De Giorgi, sul parquet palleggiatore, 330 presenze in maglia azzurra dal 1987 al 2002, settimo nella particolare graduatoria come Luca Cantagalli e Andrea Sartoretti, ha quasi dimezzati la consistenza dei convocati per il viaggio in Giappone. Ha ringiovanito la pattuglia con certezze e promesse, anche se con il marchio di garanzia della qualità, ma non sperimentate del tutto a livello internazionale. L’Italia a questo Europeo, consumato fra Croazia, Estonia, Finlandia e Repubblica Ceka, aveva l’età media più bassa, intorno ai 24 anni. E ha spopolato con un tragitto senza soste, immacolato e travolgente, offrendo spettacolo e gioco, a volte inarrestabile, ricco di ‘muri’, recuperi, servizi e schiacciate sensazionali. “Una bella Italia”, che ha meritato la corona finale, in grado anche di soffrire, variare l’intensità e l’indirizzo produttivo per essere idonea a controbattere e a sovrastare l’avversario di turno mostrando anche una pazienza forse sorprendente per la giovane età della compagnia e per la conseguente limitata esperienza nel circuito internazionale. Un adattamento all’importante manifestazione continuo e costante come la crescita individuale, ma sempre e comunque funzionale e a disposizione della squadra, solida e compatta, che, più volte, ha dato l’impressione di divertire e divertirsi.
“Una palla alla volta”, ha continuato a ripetere ‘Fefè’ De Giorgi, con calma e lucidità, per evitare eventuali ansie e pressioni ai giocatori, alcuni esordienti assoluti a questi appuntamenti. Una soluzione adatta per l’intera compagnia, che ha risposto ‘presente’ ed ‘obbedisco’ in ogni momento anche quando il tono e lo spessore degli avversari inevitabilmente è salito e sono aumentate le difficoltà. L’Italia dei giovani, però, ha frantumato ogni resistenza, di slancio nel girone ‘B’ di qualificazione giocato ad Ostrava, nella Repubblica Ceka. 3 a 0 alla Bielorussia, al Montenegro e alla Slovenia, che inizialmente ha sofferto una diffusione dei contagi da Covid-19 e 3 a 1 all Bulgaria, con l’inciampo nel terzo set. Negli ottavi di finale altro 3 a 0 alla Lettonia e, sempre ad Ostrava, nei quarti di finale, ancora un 3 0 alla tenuta Germania condotta da Andrea Giani. A Katowice, in semifinale, gli azzurri hanno annichilito la Serbia, 3 a 1, staccando anche il ticket per il prossimo Mondiale. Nella decisiva sfida per il trono europeo, all’interno della ‘Spodek Arena’, l’Italia ha ritrovato la Slovenia di Alberto Giuliani, altro tecnico del nostro Paese. La partita è stata palpitante, delicata e lunghissima, ma nei momenti decisivi gli azzurri hanno trovato le risorse alternative per superare ogni ostacolo e raggiungere il titolo. 22-25, 25-20, 20-25, 25-20 e 15-11 al tie-break per far ingresso nella storia e conquistare il settimo scettro continentale. Spodestata la Serbia, fra l’altro battuta dalla Polonia nella ‘finalina’ per il terzo e quarto posto. Italia sul gradino più alto e prestigioso del podio e inno di Goffredo Mameli a tutto volume nel 1989 con la nazionale, poi diventata della ‘generazione di fenomeni’ di cui faceva parte anche De Giorgi; nel 1993 e nel 1995; nel 1999; nel 2003 e nel 2005.
Quattordici i trionfatori che sono saliti sul tetto del Vecchio Continente della pallavolo: Simone Anzani, Fabio Balaso, Mattia Bottolo, Lorenzo Cortesia, Gianluca Galassi, Simone Giannelli, capitano e premiato come ‘Miglior giocatore’, Daniele Lavia, Alessandro Michieletto, Alessandro Piccinelli, Giulio Pinali, Francesco Recine, Fabio Ricci, Yuri Romanò e Riccardo Sbertoli. Fantastica Italia, padrona assoluta della pallavolo in Europa, che è riuscita a raccogliere l’insuperabile sia con le azzurre che nel settore maschile nello stesso anno sportivo, praticamente in una mesata.
Il ‘montatore’ De Giorgi, chiamato l”eroe dei tre mondi’ per essere riuscito a conquistare la fascia iridata in Brasile nel 1990, in Grecia nel 1994 e in Giappone nel 1998, oltre ad altri coriandoli di gloria come l’oro e l’argento europeo in Svezia nel 1989 e in Germania nel 1991 e il secondo posto in Giappone nel 1989. E dopo aver girovagato sulle panchine italiane e di altre realtà internazionali è al timone del transatlantico azzurro con la prua rivolta verso il Mondiale e l’Olimpiade di Parigi del 2024. Un tassello continuamente ricercato per completare il puzzle della pallavolo italiana e abbellire ancor di più la mensola nazionale dei trofei.

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