Uno stile e un movimento artistico che è stato rappresentato e ha coinvolto fra il tramonto del XVI e il XVII secolo architetti, incisori, pittori e scultori italiani e stranieri con il primo punto di riferimento a Roma e la susseguente inevitabile estensione. A Palazzo Barberini è stata allestita, a tal proposito, un’esposizione, ‘Tempo Barocco’, curata da Francesca Cappelletti e Flaminia Gennari Santori. Negli ampi spazi romani delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di via delle Quattro Fontane sono in bellamostra una quarantina di opere dei più importanti protagonisti del periodo e della cultura barocca rivolte soprattutto al tema del tempo, all’intercalare, ad ogni forma e declinazione, fra cui le stagioni, l’azione, l’attrazione attraverso la bellezza e l’amore. La mostra abbellisce e arricchisce, al piano terra di Palazzo Barberini, 750 metri/quadrati delle otto sale. Cinque le sezioni dedicate e riservate a ‘Il mito del tempo’; ‘Il tempo e l’amore’; ‘Il tempo tra calcolo e allegoria’; a ‘Tempo vanitas’ e a ‘Fermare il tempo, cogliere l’azione’. Le opere, fra cui realizzate da Gian Lorenzo Bernini, Valentin de Boulogne, Pietro da Cortona, Domenichino, Nicolas Poussin, Guido Reni, Andrea Sacchi a Anton Van Dyck. All’iniziativa hanno contribuito con la concessione di alcune produzioni dell’epoca il Museo di Capodimonte di Napoli, quello del Prado di Madrid, il Rijksmuseum di Amsterdam, lo Staatliche Museen di Berlino, la National Gallery di Londra, il Musée ‘Jacquemart-Andrè’ di Parigi e il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Dipinti, sculture e anche orologi, testimoni della modulazione del tempo, denominatore comune dell’esposizione romana. Veri e propri gioielli, capolavori da tavolo con le lancette. E a più facce, originali, di variegate dimensioni e assemblati con diversi materiali. Ogni parte della rassegna è caratterizzata da una differente scrittura estrapolata, rispettivamente, dal ‘Faust’ di Johann Wolfgang Goethe; dalle ‘Georgiche’ di Publio Virgilio Marone; da ‘Avvertimenti’ di Alessandro Ludovisi; da ‘Il viceré di Ouidah’ di Bruce Chatwin e da ‘Lettera a Girolamo Preti’ di Giovan Battista Marino. In quel periodo hanno mostrato la capacità operativa, testimoniata dalle opere via-via conosciute ed apprezzate, fra l’altro, da Francesco Borromini, Guarino Guarini, Angelo Michele Colonna, Pieter Paul Rubens, Rembrandt Harmenszoon van Rijn e Alessandro Algardi. Alla mostra è abbinato anche il catalogo stampato da Officina Libraria. Opere ammirabili a Palazzo Barberini per ‘Tempo Barocco’ fino al prossimo 3 ottobre dal martedì alla domenica nella fascia oraria oscillante fra le 10 e le 18. Per il sabato e i giorni festivi, invece, è obbligatoria la prenotazione.
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