Pablito, el goleador

Scompare a 64 anni Rossi, il centravanti del Mundial spagnolo dell’82 con la nazionale azzurra di Enzo Bearzot

All’anagrafe toscana di Prato quel 23 settembre del 1956 la famiglia Rossi aveva indicato il nome di Paolo per il neonato, che 26 anni dopo, in una torrida estate, è diventato per tutti e per sempre Pablito. Professione goleador, in particolare nell’82, in terra di Spagna, nel Mondiale di calcio, dove è stato la motrice della nazionale azzurra fino all’importante stazione per agguantare il titolo. Una dirompente, straripante e strepitosa escalation del finalizzatore, del micidiale realizzatore, rapace nell’area di rigore, rapinatore delle cosiddette palle vaganti trasformate in vincenti, in grado di conquistare nella stagione il Mondiale, la leadership dei cannonieri con sei reti (tris al favoritissimo Brasile, doppietta alla Polonia e un colpo in finale contro la Germania) e il Pallone d’Oro.
Paolo Rossi, da tempo affitto da un malanno risultato fatale, si è spento al Policlinico ‘Santa Maria’ a Le Scotte di Siena. Aveva 64 anni. Lascia l’attuale moglie, Federica Cappelletti; la precedente, Simonetta Rizzato e tre figli, Alessandro, Maria Vittoria e Sofia Elena, rispettivamente di 38, 11 e 8 anni. E, soprattutto, lascia un positivo ricordo di una persona pacata e cordiale, che negli anni post-calcio era impegnato, fra l’altro, a commentare le evoluzioni della disciplina sportiva su alcuni canali televisivi. Le ultime apparizioni sono state segnalate sulle frequenze della Rai, in particolare dopo gli appuntamenti della nazionale azzurra guidata da Roberto Mancini.
L’esplosione di Paolo Rossi risale a poco dopo la metà degli anni Settanta, nello spettacolare Lanerossi Vicenza di Giovan Battista Fabbri, finito sorprendentemente al secondo posto e salito sul trono dei bomber del campionato con 24 centri. Nel successivo calciomercato Rossi, in comproprietà con la Juventus, è stato riscattato per una considerevole cifra di quei tempi, oltre 2 miliardi delle vecchie lire, dal presidente della società biancorossa Giuseppe Farina. Il Vicenza, però, cola a picco e retrocede. Rossi gira le spalle al Napoli e trasferisce scarpini, gol e bagagli a Perugia, che era rimasto imbattuto per l’intero torneo. Era la prima volta. Rossi resta impantanato nell’inchiesta del cosiddetto ‘calcioscommesse’, comunque senza essere direttamente responsabile. Un paio d’anni bloccato ai box per la relativa squalifica. In quel periodo ha trovato la fiducia soprattutto di Giampiero Boniperti, che riporta l’attaccante toscano alla Juventus dove aveva percorso l’iter nelle giovanili ed Enzo Bearzot, Commissario Tecnico della nazionale. Due le fasi finali dei mondiali disputate, in Argentina nel 1978, azzurri quarti e in Spagna con il trionfo al cospetto dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini.
I ripetuti e gravi guai fisici, in particolare alle ginocchia, pian piano affievoliscono la carriera conclusa, dopo l’esperienza alla Juventus, nel Milan e nel Verona. Poco più di cento le realizzazioni in serie A. In nazionale 48 presenze e 20 reti, di cui 9 mondiali. Nell’azzurro dell’Under 21 una decina le partecipazioni e 5 i gol.
La camera ardente è stata allestita nello stadio ‘Romeo Menti’ di Vicenza, dove è stato fissato anche l’ultimo saluto al Campione del Mondo. Dall’intero pianeta è stata espressa commozione, incredulità e ammirazione del Paolo Rossi non solo giocatore. Intanto una prima proposta è relativa alla classifica dei cannonieri del campionato italiano da dedicare proprio a Paolo Rossi.

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