Gli autoritratti di Rembrandt

Una tela del Seicento torna dopo oltre un paio di secoli a Roma, a Palazzo Corsini, esposta con altri dipinti e incisioni

Dopo quasi 220 anni l’autoritratto di Rembrandt, l’unico, almeno finora conosciuto a rappresentare un personaggio, San Paolo, torna nel nostro Paese, a Roma e, in particolare, a Palazzo Corsini. L’aveva lasciata nel 1799, allorquando era stato venduto per necessità di cassa della famiglia Corsini e all’insaputa dell’assente principe Tommaso e del fratello Neri. La causa era collegata alle nuove tasse imposte dai francesi, che avevano occupato Roma. Ben venticinque i quadri della collezione ceduti dal ‘maestro di casa’ Ludovico Radice alla mercante romano Luigi Mirri, poi in parte recuperati dallo stesso principe Tommaso. L”Autiritratto come san Paolo’, però, era stato già venduto a un mercante inglese. Uno dei tanti che in quel tempo operavano a Roma, William Ottley. A quel punto è partito l’interminabile tourbillon con protagonisti Robert Fagan, James Irvine e William Buchanan. Il dipinto è apparso in Gran Bretagna, a Londra, nel maggio del 1808, quindi è passato nelle mani di Charles Kinnaird. Dal 1936 ha arricchito la collezione dei coniugi De Bruijn, che nel 1960 l’hanno lasciato al Rijksmuseum di Amsterdam.
Il quadro, assoluta vedette dell’iniziativa promossa e curata da Alessandro Costa, ‘Rembrandt alla Galleria Corsini: l’Autoritratto come san Paolo’, è stato realizzato nel 1661. L’olio su tela è stato inserito nell’inventario postumo del banchiere e collezionista Everhard Jabach, forse committente o forse solo acquirente. Il dipinto non ha lasciato Parigi fino all’intervento decisivo del cardinale Neri Maria Corsini, che, nonostante la presenza di Nicolas Vleughels, il pittore diventato nel 1725 direttore dell’Accademia di Francia a Roma, è stato acquisito dalle mani della vedova Marie-Therese Gosset. L’opera è finita nella cosiddetta ‘Galleria dei quadri’ di Palazzo Corsini, a Roma.
L’esposizione, ‘Rembrandt alla Galleria Corsini: l’Autoritratto come san Paolo’, ospita una ventina di opere, fra dipinti e incisioni. Dopotutto Rembrandt nel nostro Paese era conosciuto soprattutto per le stampe. È stato, infatti, un importante protagonista dell’arte, in grado di far lievitare la tecnica dell’incisione. Vistoso il ‘Ritratto di Clemente XIII con il cardinal Neri Maria Corsini’ realizzato da Pietro Paolo Cristofari nel 1738. Emblematica l’incisione ‘Cristo che guarisce gli ammalati’, del 1648, conosciuta anche come ‘La stampa dei cento fiorini’. Visibili anche altri autoritratti, specialità del pittore e incisore olandese, originario di Leida e all’anagrafe iscritto dal 1606 come Rembrandt Van Rijn e scomparso ad Amsterdam nel 1669. Nel 2019, soprattutto in Olanda, sono stati ricordati i 350 anni dall’uscita di scena.
A Palazzo Corsini sono esposti anche alcuni documenti provenienti dalla toscana San Casciano, dall’Archivio Corsini di Villa Le Corti. I dipinti e le incisioni sono stati concesse dal Rijksmuseum di Amsterdam e dall’Istituto Centrale per la Grafica.
L’esposizione è accompagnata da alcune iniziative, fra cui da un tris di approfondimenti su Rembrandt, da una decina di visite guidate e da una serie di attività per i bambini, in particolare dai 6 ai 12 anni.
La mostra, ‘Rembrandt alla Galleria Corsini: l’Autoritratto come san Paolo’, può essere ammirata in via della Lungara, fino al prossimo 15 giugno, dal mercoledì al lunedì, nella fascia oraria oscillante fra le 8 e 30 e le 19.

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