Una maglia per tutta la carriera da calciatore. Colori praticamente incollati sull’essere di uomo, di atleta. Una città, Novara, diventata la capitale dell’intera esistenza. La curva nord del ‘Silvio Piola’, che con puntualità periodica srotola e mostra al mondo l’immortale immagine. Giovanni Udovicich, fra l’altro, come Gianpaolo Bellini con l’Atalanta, Giacomo Bulgarelli con il Bologna, Giampiero Ceccarelli con il Cesena, Sandro Mazzola con l’Inter, Franco Baresi e Paolo Maldini con il Milan e Francesco Totti con la Roma, ha vissuto in un’unica realtà, quella azzurra della squadra piemontese. La ‘bandiera’ del Novara non sarà mai ammainata dai sostenitori e dagli appassionati anche se ‘Nini’ si è spento all’età di 79 anni. Era nato a Fiume il primo giorno del 1940. Dal 1958 al 1976 ha collezionato con la sola maglia del Novara 517 presenze, fra serie B e serie C, oltre a quelle in Coppa Italia, realizzando anche una decina di reti. Diciannove stagioni a proteggere la porta del Novara, da difensore centrale, per lo più incollato all’attaccante avversario maggiormente avanzato. Il record di presenze avrebbe potuto essere ancora superiore se un grave infortunio non avesse interrotto bruscamente l’allora già lunga carriera. Il menisco, fatale, per tirare la linea sull’attività dell’alto difensore, un metro e ottantacinque centimetri, gratificata anche dal messaggio dello juventino Giampiero Boniperti nel giorno delle 500 presenze con in dosso la maglia del Novara, “da ‘bandiera’ a ‘bandiera’”. Aveva iniziato in attacco, soprattutto per la prestanza fisica, ma, poi, pian piano aveva arretrato la posizione fino a difendere la propria area di rigore e la porta con altre disposizioni tattiche per un calcio un po’ diverso. Era arrivato in Piemonte nel 1947 da esule istriano insieme ai genitori, con il padre meccanico specializzato in una raffineria. Udovicich era facilmente riconoscibile sia allo stadio che nei filmati televisivi in bianco e nero per la scarsa dote nella capigliatura. Era diventato anche una ricercata figurina nell’annuale collezione dei ‘Calciatori’ della Panini di Modena. Aveva sfiorato, nella carriera agonistica, fra l’altro, anche il passaggio al Genoa e alla Roma. Dopo l’attività calcistica aveva trovato un impegno occupazionale nella Banca Popolare di Novara. Immancabile il messaggio inviato ai familiari da parte del club del capoluogo piemontese, che ha ricordato la “‘bandiera’ inossidabile nella storia azzurra”. Attualmente il Novara è impegnato nel girone ‘A’ della serie C. È stato fondato nel 1908. Ha disputato tredici campionati in serie A. Occupa la ventisettesima posizione nella classifica della tradizione sportiva italiana. L’ultimo saluto al protagonista di un calcio romantico e di valori sempre più superati è previsto per le ore 14 di venerdì 6 settembre nella chiesa di San Martino, a Novara.
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