Un classico del Novecento

Il 25 marzo a La Sapienza Frederic Rzewski interpreta il suo capolavoro pianistico simbolo della lotta per la libertà

“El pueblo unido jamás será vencido” di Sergio Ortega e del gruppo musicale Quilapayún fu resa famosa in tutto il mondo soprattutto dagli Inti Illimani e divenne un simbolo della lotta per la libertà non solo contro la dittatura di Pinochet in Cile ma contro tutte le dittature. Divenne anche la canzone dei movimenti di protesta degli studenti delle università americane e della contestazione studentesca in generale. Nel 1975 l’americano Frederic Rzewski, compositore sperimentatore e pianista dalla tecnica straordinaria, scrisse su questo tema 36 variazioni su richiesta della pianista brasiliana Ursula Oppens, che ne diede la prima esecuzione al Kennedy Center for the Performing Arts di Washington all’inizio del 1976. In seguito Rzewski stesso le eseguì innumerevoli volte, sia nelle sale da concerto che nei principali college americani e in molte università europee. Martedì 26 marzo 2019 alle 20.30 le esegue nell’Aula Magna della Sapienza per i concerti della IUC: un evento da non perdere.
L’Italia ha avuto un ruolo molto importante nella formazione musicale di Frederic Rzewski, che vi venne nel 1960 per studiare con Luigi Dallapiccola e vi rimase per oltre dieci anni. Fu in Italia che iniziò la sua carriera di interprete di musica contemporanea per pianoforte. Qualche anno dopo ha fondato a Roma il gruppo Musica Elettronica Viva, insieme ad Alvin Curran e Richard Teitelbaum. Nel 1971 è tornato negli Stati Uniti, ma è venuto ancora numerose volte in Italia: questo ritorno fa però seguito a vari anni di assenza.
The People United Will Never Be Defeated! è una serie di 36 variazioni, un’opera gigantesca considerata (mutatis mutandis) l’equivalente novecentesco delle Variazioni “Goldberg” di Bach e delle “Diabelli” di Beethoven: con la sua esecuzione giunge a compimento un piccolo ciclo inserito nell’attuale stagione della IUC, che ha programmato tutte e tre queste composizioni.
Rzewski ha inseriti nelle sue 36 variazioni anche riferimenti ad altre lotte condotte da movimenti di sinistra; vi sono ad esempio citazioni di “Bandiera rossa” (variazione n. 13) e di “Solidaritätslied” di Bertolt Brecht e Hanns Eisler (variazione n. 26). Le singole variazioni sono piuttosto brevi, sono ordinate in sei gruppi di sei e sono costruite in modo da raggiungere climax di grande forza. Il pianista, oltre a padroneggiare la tecnica classica dello strumento a livello virtuosistico, deve anche fischiare, sbattere il coperchio del pianoforte e usare altre modalità di esecuzione molto particolari. Gran parte dell’opera adotta il linguaggio musicale del romanticismo (Liszt in particolare), combinato però con la pantonalità, con la scrittura modale e anche con tecniche seriali. Vi è anche spazio per l’improvvisazione: dopo la trentaseiesima variazione è infatti inserita una cadenza opzionale che il pianista può
improvvisare liberamente. Alla fine, come nelle Variazioni “Goldberg” di Bach, viene ripetuto il tema iniziale invariato.
Lunedì 25 marzo alle 17.00 Frederic Rzewski dialogherà con Nicola Sani in uno degli incontri di a Colloquia 2019, nell’aula di Storia della Musica dell’Edificio di Lettere e Filosofia della Città Universitaria (P.le Aldo Moro 5 – Roma).
Biglietti: Interi: da 15 a 25 €, più prevendita. Giovani: under 30: 8 €; under 18: 5 €.
Info: 06 3610051/52 – www.concertiiuc.it botteghino@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it

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