Ci siamo. Quasi. Intanto, vedere, riflettere e apprezzare le opere esposte dei finalisti dell’edizione 2018 del ‘MAXXI Bulgari Prize’, l’iniziativa del Museo delle Arti del XXI secolo a sostegno dei giovani artisti, che ha trovato la valida collaborazione della maison fondata nel 1884. In quell’anno Sotirio Bulgari ha aperto il primo negozio in via Sistina, alla sommità della Scalinata di Trinità dei Monti. Dieci anni dopo un altro in via dei Condotti, a due passi dalla centralissima piazza di Spagna, per superare nel tempo la stretta cinta cittadina e i confini nazionali alla conquista dell’interesse commerciale in ogni angolo del pianeta. L’americana trentaseienne di Washington, che vive e lavora a New York, Talia Chetrit; Invernomuto, dal 2003, del duo Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, all’anagrafe di Piacenza rispettivamente da 35 e 36 primavere, operativamente milanesi e Diego Marcon, di Busto Arsizio, 33 anni, sono i finalisti indicati dalla commissione specializzata composta da David Elliott, Hou Hanru, Yuko Hasegawa, Hans Ulrich Obrist e Bartolomeo Pietromarchi. Le opere dei finalisti saranno in mostra al MAXXI fino al 28 ottobre, ma, anticipando la chiusura, la giuria indicherà il vincitore. A quel punto l’opera farà parte della collezione del MAXXI. L’esposizione, curata da Giulia Ferracci, è stata presentata e inaugurata dal presidente della Fondazione MAXXI Giovanna Melandri; dall’amministratore delegato del Gruppo Bulgari Jean Christophe Babin; dai componenti della commissione Hou Hanru e Yuko Hasegawa, direttori artistici del Museo di via Guido Reni e del MOT di Tokyo e Bartolomeo Pietromarchi, responsabile della sezione Arte della struttura espositiva romana. Un Comitato d’Onore accompagna la promozione e la valorizzazione del riconoscimento, di cui fa parte anche il regista Premio Oscar Giuseppe Tornatore. Elliott, curatore indipendente e Obrist, direttore artistico della Serpentine Galleries di Londra, sono gli altri partecipanti nella scelta dei vincitori. Talia Chetrit è stata indicata per “la capacità di reinventare l’uso della fotografia combinando linguaggi tradizionali e contemporanei nell’interpretazione del rapporto fra corpo, sguardo e identità”. Della coppia emiliana ha colpito “la ricerca su questioni sociali e politiche globali attuata tramite l’utilizzo sapiente di un immaginario influenzato da culture pop e dalla sottocultura, capace di rendete il lavoro personale e sincero”. Di Marcon, invece, ha interessato l'”approccio originale e politico alla sperimentazione audiovisiva e all’uso dei generi cinematografici e per la rilettura critica di siti storici”. 39 gli artisti coinvolti dal 2000 al 2016 nelle varie edizioni del Premio, inizialmente ‘per la Giovane Arte’ e ospitato nelle ex caserme ‘Montello’, poi diventate MAXXI con il progetto di Zaha Hadid e, quindi, alla Biennale di Venezia per tornare otto anni fa nella capitale e avere l’attuale denominazione solo nell’ultima edizione. Premio per molti molla essenziale per la conoscenza e l’affermazione nell’orbita internazionale, fra cui per Vanessa Beecroft, Lara Favaretto, Giorgio Andreotta Calò, Adelita Husny-Bey, Nico Vascellari e Francesco Vezzoli. Il Museo nazionale delle Arti del XXI secolo è visitabile dal martedì alla domenica nella fascia oraria 11-19. Il sabato chiusura posticipata alle 22.
|