Cala il sipario dopo una sessantina di giorni all’Istituto Centrale della Grafica su ‘Impronte’, l’ampia testimonianza dell’attività creativa di Jannis Kounellis, l’artista greco sbarcato ventenne in Italia dove si è spento a metà febbraio del 2017, proprio alla conclusione dell’impegnativa e competente indicazione sulla produzione maggiormente appropriata da far ammirate negli spazi di Palazzo Poli. Una settantina le realizzazioni di grandi dimensioni ospitate nelle sale dell’Istituto della centralissima via Poli con vista mozzafiato sulla ben nota Fontana di Trevi. Una esposizione suddivisa in tre sezioni: ‘Senza titolo’; ‘The Gospel according to Thomas’ e ‘Opus I’. La prima, del 2014, rappresenta un ciclo di una dozzina di stampe in carborundum, su carta Hahnemuller, dalle vistose dimensioni, in millimetri 2.200×1.200. La realizzazione è griffata dalla Stamperia d’Arte di Corrado e Gianluca Albicocco di Udine. Altre dodici opere in terragraph, sabbia rossa del deserto vicino al Mar Morto, utilizzata per una rivisitazione del rapporto fra l’arte contemporanea e il sacro. Realizzazioni di millimetri 800×1.200, del 2000, per ‘The Gospel according to Thomas’. La concreta riproduzione è stata affidata alla stamperia israeliana di Jaffa Har-El Printers&Publisher. Importante la sintonia fra l’artista e chi poi completa la realizzazione. ‘Opus I’ raccoglie le creazioni dal 2003 al 2005. 47 fotoserigrafie a inchiostro nero. Calcografia all’olio di lino su carta Arches di millimetri 750×1.050. Tutte prodotte in Medio Oriente dall’Har-El Printers&Publisher di Jaffa. La giornata conclusiva è stata caratterizzata anche da un confronto sull’intero settore, che mostra un’attuale situazione poco brillante, con gli interventi di storici dell’arte e stampatori, fra cui Corrado Albicocco, Romolo Bolla, Laura Cherubini, Bruno Corà, Franco Fanelli, Maria Antonella Fusco, Matti Har-El e Antonella Renzitti. Il volume, ‘Kounellis Impronte’ che ha accompagnato l’esposizione, è stato pubblicato da Gli Ori, cada editrice di Pistoia. Le 120 pagine sono state realizzate con il sostegno anche della Direzione Generale per l’Arte e l’Architettura Contemporanee e le Periferie Urbane del MIBACT, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, diretta da Federica Galloni. Jannis Kounellis, che ha trasformato il linguaggio artistico, in particolare della pittura e della scultura, era nato nel marzo del 1936 in Grecia. All’inizio del 1956 è arrivato a Roma per iscriversi immediatamente al’Accademia delle Belle Arti. La prima personale risale al 1960, a Roma. Per la cosiddetta ‘arte povera’ e creativa Kounellis, che si è spento a Roma a metà febbraio dello scorso anno, ha utilizzato prodotti e materiali comuni e normalmente fra le mani. Esposizioni internazionali per l’italo-ellenico, fra cui ad Atene, Berlino, Colonia, Düsseldorf, Essen, Lucerna, Monaco, New York, Parigi, Rotterdam, Zurigo e, in Italia, a Bari, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Spoleto e Torino. Mostre anche in Messico nel 1999 e in Argentina e in Uruguay l’anno successivo. Le creazioni dell’incisore-pittore-scultore possono essere ammirate alla Reggia di Caserta; al Museo San Fedele Saccello degli Asburgo di Milano; al Museo d’Arte Contemporanea a Donna Regina Madre’ di Napoli; a Palazzo Riso, Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo; al Centro per l’Arte Contemporanea ‘Luigi Pecci’ di Prato e al Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma.
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