Riforme, impianti e giovani

Stati Generali dello Sport al Foro Italico. Analisi di tutti i settori. Pescante candida Malagò al CIO

Sport italiano ai raggi x. Non solo quello d’élite, delle medaglie olimpiche e conquistate nelle manifestazioni internazionali; della televisione e dei giornali; dei record; della notorietà, ma anche dell’attività iniziale, giovanile; dell’associazionismo; degli amatori; della scuola. Le molteplici facce hanno riguardato anche l’organizzazione, la cosiddetta ‘sportività’, il fair play, il rispetto dell’avversario e delle regole in ogni aspetto. Insomma, un approfondimento completo, a 360 gradi, promosso e organizzato nel prestigioso Salone d’Onore del Foro Italico dal CONI, il Comitato Olimpico Nazionale. Due giornate caratterizzate da un’intensa serie di interventi, fra dirigenti, atleti, amministratori pubblici, medici, magistrati, docenti, ricercatori, tecnici, imprenditori e rappresentanti delle forze dell’ordine.
Il programma degli Stati Generali dello Sport è stato originalmente racchiuso nei cinque cerchi olimpici multicolorati. Ognuno con il rispettivo indirizzo tematico. Il tondo azzurro, tradizionale tonalità delle delegazioni italiane, ha riguardato lo ‘Sport che unisce, condivide valori e riconosce regole’. Cerchio giallo per ricordare il continente asiatico dove il prossimo febbraio sarà di scena lo spettacolo dell’Olimpiade Invernale, in Corea del Sud, a PyeongChang, ha avuto come riferimento ‘Lo sport di vertice e la sua organizzazione istituzionale’. Il colore verde, la speranza, ha puntato su ‘Sport dovunque, sport ovunque’. Il rosso, dedicato al cuore, ha visto affrontare Cultura, formazione e opportunità’. I problemi del mondo dello sport sono stati racchiusi nella circonferenza nera con ‘Etica, trasparenza e rispetto delle regole’.
Un giornalista ha coordinato l’alternanza altamente qualificata degli interventi. La sequela è stata aperta dal presidente del CONI Giovanni Malagò alla presenza, fra gli altri, del direttore generale del Comitato Internazionale Olimpico Cristophe De Kepper, del ministro dello Sport Luca Lotti e del responsabile dell’ISTAT Giorgio Alleva.
I dati sfornati da Alleva sono stati una delle basi su cui costruire parte del confronto. Una fotografia della realtà nazionale, in alcuni casi anche impietosa e imbarazzante, che riguarda oltre 20 milioni di persone, a maggioranza maschile, 60%, ma con il movimento rosa in continua e costante ascesa. Il popolo dell’attività fisica vede abbassare l’età media dei praticanti, molti sono impegnati per migliorare le condizioni di salute e in nuove discipline. Il calcio e il nuoto restano gli sport preferiti. Le donne, invece, sono attratte dalla frequentazione nelle palestre, soprattutto per le acrobazie delle figure del fitness e nelle sale e locali per corsi di danza e balli. È attività fisica, benefica, divertente, lasciata, per lo più, a causa di motivi economici delle famiglie, che non avrebbero possibilità per organizzare la partecipazione dei ragazzi in campi, palestre e piscine. L’abbandono giovanile è in crescita, in particolare nel sud Italia dove è carente anche l’impiantistica. Il miglioramento del responso statistico non è sostenuto dalla scuola nonostante i ripetuti annunci e l’incoraggiamento e le iniziative sollecitate da Malagò. Gli italiani considerano lo sport protettivo e migliorativo dello stato di salute, positivo per la socializzazione, l’integrazione e l’inclusione, anche degli immigrati. Il doping è altamente percepito come una pericolosità, ma un bel po’ sono consapevoli che continua ad essere assunto e non solo per migliorare le prestazioni nelle varie competizioni.
Guerra totale all’assunzione di sostanze illecite sostenuta naturalmente dal vertice del Foro Italico con il generale, ex Comandante dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli responsabile dal settembre del 2015 dell’Ufficio Antidoping in seguito alla nascita del NADO-Italia con l’intesa fra CONI e il NAS, il Nucleo AntiSofisticazione, condivisa dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Francesco Botrè, del Laboratorio Antidoping, ha ricordato l’ampliamento della lista di sostanze vietate, ormai quasi cinquecento; la collaborazione fra i vari centri sparsi sul pianeta; i controlli ematici; il passaporto biologico dell’atleta, iniziative accompagnate dallo slogan, ‘La scienza al servizio dello sport pulito’. Solco da tempo arato dal maestro dello sport Sandro Donati, che ha rilevato “il cambiamento degli stili di vita dei giovanissimi, ormai lontani dai giochi di cortile, di movimento” e “la denatalità” causa dell’impoverimento, anche numerico, dei potenziali futuri big. Meno possibilità di reclutamento, 40 mila ragazzi al di sotto dei 10 anni e meno centomila nascite nelle ultime 8 stagioni.  All’atto pratico sono ampiamente confermati i dati resi noti dall’ISTAT.
Il richiamo al costante movimento, all’attività fisica per migliorare lo stato di salute e utile  terapia anche per prevenire alcune difficoltà cardiovascolari e il diabete è stato ribadito dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha ricordato la necessità vitale di eliminare i rischi causati dall’alcol, dal fumo e dalle sostanze stupefacenti sempre più concreti, in particolare fra i giovanissimi. Tutto accompagnato da un’alimentazione sana e corretta, seguendo la linea della dieta mediterranea.

Malagò ha ripetuto che il mondo dello sport apre le porte alla stagione delle riforme proprio al cospetto del ministro Luca Lotti. E se questo dovesse accadere nella prossima legislatura con il Parlamento rinnovato, è sperabile evitare l’improduttivo tourbillon di punti di riferimento. Qualcosa, comunque, è accaduto dall’inizio dell’era-Malagò. Oltre l’accordo per la NADO-Italia, movimenti per il settore della giustizia sportiva e per la gestione normativa delle varie federazioni da modellare a seconda delle esigenze, al passo con gli anni e le attuali necessità.
“In alcune aree del nostro Paese gli unici riferimenti per una qualsiasi attività sportiva sono quelli del CONI o delle varie federazioni. Zone che non possono contare neanche sulle strutture scolastiche”, ha amaramente rivelato Malagò. Allora il modello del CONI in questo terzo millennio non è impegnato solo nella preparazione degli atleti promettenti per gli appuntamenti internazionali, i Giochi su tutti, ma anche a garantire l’attività sportiva in generale, di ogni livello e sempre con le stesse risorse economiche disponibili, in flessione negli ultimi anni, paracadutate a poco più di 400 milioni di euro. 44 le federazioni nazionali riconosciute dal CONI, 7 gruppi sportivi militari e 3 corpi dello Stato, 19 le discipline sportive associate, 15 gli enti di promozione e 19 le associazioni benemerite riconosciute dal Foro Italico.
Della carenza di impianti arrivano le lamentele anche da alcuni presidenti di federazione, che per la preparazione degli atleti devono chiedere la collaborazione delle società.
Mario Pescante, uno dei tre componenti italiani del CIO con Franco Carraro e Ivo Ferriani, ha annunciato l’imminente uscita, prevista per la fine del 2017 e ha lanciato proprio Giovanni Malagò per la casella che sarà lasciata vuota a Losanna. L’Italia, comunque, recupera appeal nella politica sportiva internazionale. La conferma è la volontà, concessa, di ospitare a Milano la sessione del CIO. Il capoluogo lombardo è intenzionato a chiedere l’organizzazione dei futuri Giochi Invernali, al pari di “Torino, città amministrata da un monocolore pentastellato guidato da Chiara Appendino, che al contrario di Virginia Raggi capace di stracciare l’opportunità olimpica di Roma, comprende l’importanza dell’evento e delle molteplici positive conseguenze”, ha voluto ricordare Pescante, ex presidente del CONI ed ex sottosegretario di un governo-Berlusconi. L’esempio del capoluogo piemontese, non raccolto dagli amministratori del Campidoglio, è ancora ben visibile attraverso le infrastrutture e i benefici lasciati dall’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali.

Cresce la concorrenza olimpica con la moltiplicazione delle delegazioni. A Tokyo, in pocomeno di una ventina di giorni, saranno organizzate 310 competizioni con alcune new entry: arrampicata, baseball e softball, karate e windsurf. Ampliata la partecipazione femminile, che nel 2020 dovrebbe toccare il 48%. “Lo sport supera ogni barriera, sociale, religiosa, etnica, razza e colore. Sono più numerosi i comitati olimpici nel CIO, che le nazioni all’ONU”, ha precisato Pescante. L’Italia ai Giochi ha vinto complessivamente 692 medaglie. 114 all’Olimpiade sulla neve e il ghiaccio e 578 in quella estiva in 32 discipline. 244 sono d’oro, che portano gli azzurri al quinto posto nella particolare classifica. Scherma, atletica leggera, ciclismo, pugilato e canottaggio le discipline leader. Ai Giochi giovanili siamo a quota 54. 40 in estate, 14 in quelli Invernali.
La fase negativa delle squadre nazionali azzurre è estesa per i risultati poco esaltanti o per la non partecipazione all’Olimpiade. Calcio, pallacanestro e pallamano sono gli esempi maggiormente evidenti. Per Paolo Barelli e Gianni Petrucci, al vertice dei movimenti del Nuoto, per la pallanuoto e della Pallacanestro, sarebbe necessario investire e valorizzare i giovani italiani e inseguire tesseramenti di numerosi extracomunitari anche attraverso un’apposita normativa.
Calcio assente. L’eco delle difficoltà sono arrivate al Foro Italico da via Gregorio Allegri dove il presidente federale Carlo Tavecchio ha abbandonato la carica travolto dalla mancata qualificazione ai mondiali di Russia della nazionale azzurra. A rappresentare la popolare disciplina Claudio Gentile, campione del Mondo nell’82 da calciatore e unico nel dopoguerra a conquistare dalla panchina una medaglia olimpica. Di bronzo, nel 2004, ad Atene, prima fra le squadre nazionali europee. Sui gradini più alti del podio una coppia di sudamericane, l’Argentina e il Paraguay.
Atleti e tecnici, fra cui Elisa Di Francisca, che ha parlato di doping e Mauro Berruto, ex guida dell’Italia maschile della pallavolo.
Altro obiettivo dichiarato da tempo da Malagò sono i gruppi sportivi universitari sulla scia dei modelli anglosassoni. Testimone della bontà dell’operazione Niccolò Campriani, vincitore di quattro medaglie nel tiro fra Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016. Tre d’oro e l’altra d’argento.
Malagò è stato accompagnato nel momento delle conclusioni degli Stati Generali dall’ex ministro della Giustizia e attuale rettore della LUISS Paola Severino e dal”amico dello sport’ Gianni Letta.

 

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