La gestione dell’acqua

Convegno nella Sala della Protomoteca del Campidoglio sulla preziosa e vitale risorsa. Attenzione sulla dispersione, sullo spreco e sulle reflue. Intanto nel 2026 Roma ospiterà l’importante Forum Euromediterraneo

Gestire il consumo di una risorsa primaria e vitale come l’acqua; abbassare il livello di dispersione nella rete distributiva, che in Italia mediatamente è superiore al 40%; provvedere alla realizzazione di infrastrutture per contenere quella piovana, finora all’11% e trovare soluzioni in modo da riutilizzare la depurata, anche se non per usi alimentari, nonostante un crescente miglioramento nella delicata fase di riadattamento del prezioso liquido. Questi, in estrema sintesi, i capitoli su cui è stato articolato il convegno promosso nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, ‘Water management nell’agroindustria per una gestione responsabile delle risorse’. L’incontro è stato sollecitato e organizzato dalla Confagricoltura, da AgroNetwork istituita dalla stessa associazione romana con l’Università LUISS ‘Guido Carli’ e da Heineken, la nota azienda olandese che produce birra in 58 stabilimenti di ventidue paesi del pianeta. in Italia è operativa in Sardegna, nella cagliaritana Assemini; in Lombardia, nella bergamasca Comun Nuovo: in Puglia, nella tarantina Massafra enin Valle d’Aosta, a Pollen.
Alfredo Pratalongo di Heineken ha ricordato la quantità produttiva, oltre 7 milioni di ettolitri di birra e l’impegno in ricerca e sviluppo per contenere il consumo di acqua, nel 2023 -3 milioni e 800 mila ettolitri con una flessione del 13% rispetto all’anno precedente e le emissioni inquinanti, -13%. L’obiettivo è un’ulteriore riduzione dei consumi idrici entro il 2026 di un altro 20% e ha confermato il completo utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili con l’iter avviato nel 2015. Prima del limite fissato al 2030.
Il sindaco Roberto Gualtieri ha sottolineato come Roma sia “una delle città dell’acqua” per la presenza “di oltre cinquemila fra fontane e fontanelle, probabilmente senza eguali al mondo” e da non dimenticare la leadership, anche in Europa, come “comune agricolo” per una maxiestensione cittadina disponibile alla coltivazione. “L’amministrazione è impegnata in interventi di salvaguardia e per un consumo responsabile”. Da non dimenticare “le testimonianze delle opere progettate dai romani, che sono delle vere e proprie realizzazioni di ingegneria idrica”, peraltro visibili ancora ai giorni nostri.
All’incontro ha partecipato, in collegamento audiovideo, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che ha rilevato come “molti territori della nostra penisola sono a rischio per un regolare approvigionamento sia per il consumo domestico che per quello produttivo. Necessarie pratiche sostenibili e la realizzazione di alcune infrastrutture per la raccolta dell’acqua piovana e anche la collaborazione di tutti”.
Per il vicepresidente di Confagricoltura Sandro Gambuzza la tecnologia è in grado di sostenere l’attività dei coltivatori e degli allevatori anche con “l’installazione di alcuni sensori per una migliore gestione”.
Investimenti sono previsti dai programmi delle varie aziende, fra cui della romana ACEA coinvolta sia nella riduzione delle perdite, “scesa intorno al 20% che della depurazione”, ha affermato Enrico Pezzoli. Acqua che potrebbe essere utilizzata, fra l’altro, nei parchi, nei giardini e nella pulizia stradale.
“Un patto per l’acqua” è stato proposto da Sara Farnetti, presidente di AgroNetwork e specialista di Medicina Interna, mentre Daniele Rossi di Copa Cogeca ha ribadito i punti essenziali, che riguardano “la riduzione dello spreco dalla rete distributiva, gli allacci abusivi e illeciti, l’uso di vegetali di minore necessità di acqua e il riadattamento di quella depurata”.
Agli approfondimenti hanno offerto il contributo, fra gli altri, i rappresentanti della Coca Cola Simone Res, dell’Università di Siena Angelo Riccaboni e di quella della Tuscia Stefania Masci, l’assessore ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture di Roma Capitale Ornella Segnalini e il commissario straordinario per la Siccità Nicola Dell’Acqua.
E l’Italia, in particolare Roma, è stata indicata per ospitare nel 2026 il primo Forum ‘Euromediterraneo dell’Acqua’. L’iniziativa, che finora ha coinvolto i paesi della sola area del Bacino del Mediterraneo, per l’occasione coinvolgerà tutte le delegazioni dell’Unione e anche dei Balcani. L’obiettivo è quello di affrontare le problematiche riguardanti la crisi e i cambiamenti climatici, le necessità di realizzare infrastrutture adeguate e le eventuali soluzioni offerte dalle tecnologie. Tutelare la risorsa è la parola d’ordine e anche di migliorare la situazione per alcune zone del Vecchio Continente. All’appuntamento dovrebbero essere presenti i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, delle imprese, delle aziende che distribuiscono il prezioso liquido, ricercatori, studiosi e tecnici. Insomma tutti i coinvolti nel settore chiamati a raccolta per uno scambio e a un confronto per una oculata gestione del ciclo idrico, che potrebbe condizionare il flusso delle migrazioni, le coltivazioni e gli allevamenti, oltre le quotidianità dei cittadini. “La scelta dell’Italia e di Roma ha premiato oltre due anni di costante impegno, di un’idea di cooperazione innovativa e di soluzioni che hanno convinto l’Istituto Mediterraneo dell’Acqua e il World Water Council nella decisione”, ha precisato Maria Spena, presidente del Comitato ‘One Water’. In Italia riunisce istituzioni e strutture, fra cui l’ANBI, l’Associazione Nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue ed Utilitalia, la federazione delle imprese idriche, energetiche ed ambientali e la Fondazione Earth and Water Agenda, EWA. La fase di avvicinamento prevede dalb prossimo autunno incontri, workshop e confronti anche internazionali.

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