Comuni rinnovabili

Presentato il Rapporto di Legambiente sostenuto dal Gruppo svizzero MET, da quale e emerge un aumento degli impianti fotovoltaici ed eolici, ma non sufficienti per raggiungere i target previsti al 2030

Aumenta il numero delle installazioni e, naturalmente, l’energia erogata soprattutto da impianti di dimensioni contenute, ma non sufficiente a soddisfare il target previsto per il 2030 di 90 GigaWatt. Nel 2023, infatti, i 6 GW dalle rinnovabili sono stati praticamente il doppio di quelli registrati l’anno precedente, non abbastanza per offrire uno scenario confortante dovuto, in particolare, al fotovoltaico solare. E, inoltre, a complicare maggiormente la situazione sono anche le autorizzazioni che mostrano un’impasse quasi allarmante. La ‘fotografia’ sulla realtà nazionale è stata scattata con un Rapporto di Legambiente, che è stato illustrato da Katiuscia Eroe, responsabile nazionale del settore Energia.
L’attuale panorama e il futuro orizzonte è stato descritto nel corso dell’annuale appuntamento sui ‘Comuni rinnovabili’ con l’emblematico accompagnamento di ‘Sole, vento, acqua, terra a che punto sono nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione’, organizzato in uno spazio del GSE Gestione Servizi Energetici, di viale Maresciallo Pilsudski, a Roma. Dal diciannovesimo approfondimento della serie, è emerso che, per raggiungere i limiti fissati, l’incremento medio annuale dovrebbe essere di almeno 12 GW. In Europa la scorsa stagione è stato del 48%, nel nostro Paese del 19,3%, che ha collocato l’Italia alla diciannovesima piazzola per l’eolico e all’undicesima per il fotovoltaico. Produzione che comunque è cresciuta in 560 comuni della nostra penisola.
L’espansione potrebbe essere sospinta sfruttando le coperture dei capannoni, degli immobili e delle altre strutture sia pubbliche che private senza il preoccupante consumo di suolo, fenomeno ancora caratterizzante della quotidianità nazionale. “Non esiste la contrapposizione fra agricoltura e ambiente”, è stato ribadito più volte e in altrettanti interventi articolati nella capitale, fra l’altro dal presidente di Legambiente Stefano Ciafani.
A rallentare lo sviluppo delle rinnovabili sono anche gli iter delle richieste sottoposti a vorticosi tour fra ministeri, sopra e sovrintendenze, regioni, comuni e scossoni dell’opinione pubblica, in particolare dei cittadini dei territori interessati. Katiuscia Eroe ha rilevato che “a fine 2023 erano ben 81 i progetti in attesa del via-libera da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, impianti con il parere favorevole della Commissione Tecnica per Valutazione di Impatto Ambientale, ma non del dicastero della Cultura e 67 ancora da esaminare nonostante la stragrande maggioranza ha avuto il nulla-osta da parte della stessa Commissione”. Non solo, in quanto “una quarantina di progetti sono in stand by dal 2022”. In generale è penalizzato il settore eolico. “L’unica nota positiva è l’impegno delle commissioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che hanno verificato 221 fascicoli per le procedure autorizzative per un valore di oltre 13 miliardi e 500 milioni di euro e una potenza di 10,5 GW”.
Le frastagliate competenze hanno condizionato la crescita. L’eolico ha registrato l’installazione di 101 impianti in una sessantina di perimetri comunali, ma “non c’è un piano ben definito e per le realizzazioni occorrono mediamente sei anni”, ha ricordato Simone Togni, presidente dell’ANEV, l’Agenzia Nazionale Energia del Vento. Legambiente, attraverso Katiuscia Eroe, ha rivelato le proposte per migliorare la situazione, che riguardano il varo di un testo unico delle autorizzazioni dei progetti con risposte in tempi certi, ipotizzabili sei mesi; una cabina di regia nazionale vista l’attesa di oltre trecento richieste; l’accelerazione per l’individuazione delle aree idonee; l’approvazione di una norma per la copertura con i pannelli fotovoltaici delle superfici orizzontali delle strutture come i capannoni e i parcheggi dei centri commerciali e dei supermercati; la regolamentazione della partecipazione dei residenti delle zone coinvolte dalle iniziative e il rafforzamento delle misure per le moratorie delle amministrazioni pubbliche locali sulle rinnovabili.
All’appuntamento hanno partecipato, fra gli altri, i presidenti di Elettricità Futura Agostino Re Rebaudengo e del Coordinamento FREE Attilio Piattelli, i rappresentanti dell’ENEL Gaetano Evangelisti e del Gruppo svizzero MET Christian Hurlimann e Giuseppe Rebuzzini, che hanno sostenuto il Premio ‘Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali’ promosso da Legambiente. I riconoscimenti sono stati assegnati alla CERS di Monferrato, composta da una decina di comuni con possibilità di allargamento a famiglie, imprese ed enti; alla ‘CommOn Light’ di Ferla, area di Siracusa; alla proposta di Ventotene; al borgo di Stifone, zona dell’umbra Narni e all’iniziativa ‘A otto minuti dal sole’ della Pro Loco di Tor Fiscale. Per i vincitori un contributo economico e una consulenza tecnica da parte del Gruppo MET.
Al convegno hanno offerto il contributo anche Massimiliano Atelli, presidente della Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale della Transizione Ecologica, che ha parlato di “ingegneria istituzionale e di una maggiore collaborazione e comunicazione fra gli uffici pubblici” e Luca Benedetti della Direzione Mercati, Sostenibilità e Studi del GSE, il quale ha inaugurato la serie degli interventi.

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