Medaglie olimpiche

‘Tokyo 2020, l’Italia chiamò!’. È il titolo del volume di Carmelo Lentino e Roberto Messina che racconta dei quaranta azzurri saliti sul podio

 

“Quaranta podi conquistati in una ventina di discipline, l’inserimento nella top ten della classifica generale per nazioni in un panorama agonistico sempre più competitivo e globalizzato e la leadership fra i paesi dell’Unione Europea per numero di medaglie”. Le considerazioni sono di Giovanni Malagò, presidente del CONI, il Comitato Olimpico Nazionale, espresse nel Salone d’Onore del Foro Italico nel corso della presentazione del volume di Carmelo Lentino e Roberto Messina, ‘Tokyo 2020, l’Italia chiamò! – 40 medaglie olimpiche, il nostro sport segna la rinascita’, praticamente quasi alla vigilia di un altro appuntamento con i Giochi dei cinque cerchi multicolorati.
Oltre duecento pagine stampate da Academ Editore per esaltare i protagonisti di quell’Olimpiade anomala, in quanto disputata l’anno successivo, nel 2021, a causa del rischio-contagi da Covid-19 e, per lo più, in un silenzio irreale, quasi imbarazzante per la mancanza degli spettatori. Un racconto degli azzurri medagliati, affiancato sulle invitanti pagine in formato maneggevole e di piacevole lettura, dalle illustrazioni acquarellate di Bruno Morello. La grafica di copertina è stata affidata a Wanda Chiodo. La prefazione è stata sottoscritta dallo stesso Malagò.
In tre occasioni il quadriennale avvenimento con il gotha dello sport planetario era stato cancellato: nel 1916 l’Olimpiade era attesa a Berlino, nel 1940 la destinazione era Tokyo e nel 1944 l’organizzazione era stata affidata a Londra. Evidenti i motivi dell’annullamento, riconducibili ai conflitti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Nell’occasione è stata solo posticipata di dodici mesi, comunque restando con la targa ufficiale di Tokyo 2020. Il bagaglio dell’Italia agonistica è stato appesantito da dieci medaglie d’oro, altrettante d’argento e il doppio di bronzo. Una perfezione aritmetica sorprendente: 10+10+20. Migliorato il bottino del 2016. A Rio de Janeiro erano state consegnate 28 medaglie, di 8 del metallo più prezioso, come a Londra nel 2012. Record di podi, decima posizione nel calcolo globale fra i 244 paesi rappresentati, ma sesta posizione se fosse considerato solo il numero dei campioni olimpici con i rispettivi ori.
I giornalisti Carmelo Lentino e Roberto Messina, comunque, analizzano anche la funzione dell’attività sportiva in relazione al livello sociale e organizzativo del paese. I risultati sono la ‘fotografia’, l’espressione della situazione generale, che, comunque, a ben vedere, non ha mostrato positività per le competizioni di squadra, sia nel settore maschile che in quello delle atlete. Il calcio, la disciplina maggiormente seguita, non era presente e le delusioni, forse dovute alle aspettative e alle previsioni della vigilia, sono arrivate dalla pallavolo e dalla pallanuoto. Per la pallacanestro, invece, è stato già un successo essere stati partecipi con la nazionale dopo tante edizioni dei Giochi ed aver sbancato Belgrado nelle qualificazioni.
Gli autori ripercorrono le carriere, le sensazioni, i momenti delle rispettive imprese, al di là del colore del riconoscimento, che è stato ottenuto nella massima manifestazione mondiale della rispettiva disciplina. È importante per restare immortali. Il nome trascritto sul grande libro della storia dello sport. Da adesso in poi, per sempre.
E, così, pagina dopo pagina, a distanza di tempo, sono rivissute le varie performance degli azzurri, il tricolore issato e, quand’era più in alto e ben visibile, la salita era accompagnata dalle note dell’inno nazionale di Goffredo Mameli. La consultazione sul libro è veloce, la lettura curiosa e i quaranta sono riscoperti nella memoria e ben presto immagazzinati sia gli atleti impegnati nelle prove singole, in coppia o nelle staffette.
L’ordine di apparizione rispecchia i gradini del quel podio, dal superiore a quello del bronzo. Via-via ecco Caterina Marianna Banti e Ruggero Tita; Luigi Busà; Vito Dell’Aquila; Marcell Jacobs; il quartetto del ciclismo su pista formato da Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Jonathan Milan; Antonella Palmisano; la staffetta veloce dell’atletica leggera, la 4×100, con Eseosa Fostine Desalu, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu; Federica Cesarini e Valentina Rodini; Massimo Stano; Gianmarco Tamberi; Diana Bacosi; Giorgia Bordignon; i medagliati della scherma, Enrico Berrè, Luca Curatoli, Aldo Montano e Luigi Samuele; Vanessa Ferrari; Daniele Garozzo; i quattro del nuoto, Thomas Ceccon, Manuel Frigo, Alessandro Miressi e Lorenzo Zazzeri; Mauro Nespoli; Gregorio Paltrinieri; Manfredi Rizza; Luigi Samele; Lucilla Boari; Viviana Bottaro; Federico Burdisso; il quattro senza del canottaggio di Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo, Matteo Lodo e Giuseppe Vicino; dalla piscina Federico Burdisso, Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi e Alessandro Miressi; Maria Centracchio; le fiorettiste Martina Batini, Erica Cipressa, Arianna Errigo e Alice Volpi; le spadiste della scherma Rossella Fiamingo, Federica Isola, Mara Navarria e Alberta Santuccio; Odette Giuffrida; Elisa Longo Borghini; Nicolò Martinenghi; le ‘farfalle’ della ritmica della ginnastica, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Alessia Maurelli, Daniela Mogurean e Martina Santandrea; Stefano Oppo e Pietro Willy Ruta; Antonio Pizzolato; Simona Quadarella; Abraham Conyedo Ruano; Irma Testa, Elia Viviani e Mirko Zanni.
Le discipline sono state rappresentate sul podio da una spedizione multietnica e integrata, che riflette e testimonia il mondo del Terzo Millennio. E anche sportivo, in quanto inserito nella società. Malagò, fra l’altro, ha ribadito la bontà dell’impegno collaborativo fra il CONI e le singole federazioni. Premiati, quindi, gli atleti dell’atletica leggera, della canoa, del canottaggio, del ciclismo su strada e in pista, della ginnastica sia artistica che ritmica, del judo, del karate, della lotta, del nuoto in piscina e in acque ‘libere’, del pugilato, della scherma, del sollevamento pesi, del taekwondo, del tiro a volo, del tiro con l’arco e della vela.

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