Regine d’Europa

Azzurre della pallavolo strepitose. Spodestata la Serbia travolta in finale a Belgrado. È il terzo titolo.

Azzurro. Il fluido monocromatico continua benevolmente e gioiosamente a tracimare per l’intera estate inondando il panorama sportivo internazionale. La tonalità di riferimento dell’Italia ha trasformato in passerelle e podi ogni scenario, dalle piste e dalle pedane dell’atletica leggera all’orizzontale erboso del calcio, dalle piscine del nuoto e delle spettacolari e artistiche esibizioni ai velodromi ciclistici, dalle postazioni della scherma al parquet della pallacanestro e della pallavolo, dai poligoni del tiro a volo agli impianti dei cecchini con l’arco e le frecce fino al tappeto della ginnastica e alle strade per issare e festeggiare gli specialisti della marcia. Un’escalation strabiliante fra Olimpiade e Paralimpiade organizzate con dodici mesi di ritardo a Tokyo a causa del rischio dell’estensione dei contagi da Covid-19, tornei europei per nazionali e successi che resteranno impressi nel grande libro della storia delle varie discipline sportive e in continuo aggiornamento. L’inno di Goffredo Mameli piazzato nella Hit delle sette note.
Azzurro tinteggiato anche nella ex Jugoslavia, a Zadar e a Belgrado, che, in collaborazione con la bulgara Plovdiv, hanno ospitato l’Europeo di pallavolo al femminile. La squadra guidata da Davide Mazzanti è salita sul tetto dopo aver saltato con assoluta autorità e apparente leggerezza ogni pianerottolo. Schiantate tutte le avversarie, prima quelle del girone ‘C’, Bielorussia, Croazia, Slovacchia, Svizzera e Ungheria; poi negli scontri diretti dei quarti, la Russia e delle semifinali, l’Olanda e, quindi, nella decisiva sfida al cospetto della Serbia. 24 i set vinti in un percorso immacolato e solo 3 lasciati alle rivali.
Davanti a quasi ventimila testimoni dell’infuocata e assordante ‘Stark Arena’ di Belgrado, città espugnata all’inizio di luglio dall’Italia della pallacanestro per le qualificazioni olimpiche, le ragazze di Mazzanti hanno abbattuto il totem e superato il tabù serbo. Era un triennio che non accadeva in forma ufficiale. Era stata sempre la Serbia a stoppare la salita ai Giochi giapponesi proprio alla soglia del salone più elegante dove erano in distribuzione le preziose e pregiate medaglie olimpiche. Un’amara delusione, versamento di lacrime e una grandinata di critiche sulla nazionale. Alcune anche eccessive. Il flop, però, è stato cancellato in poche settimane. La squadra, praticamente copia-incolla di quella esibita a Tokyo, è riuscita a resettare stati d’animo e produzione produttiva in qualunque fase delle partite mostrando anche una continuità tecnica e di attenzione che, forse, erano mancate nella capitale del paese del Sol Levante. Scese dalle ‘montagne russe’ le azzurre hanno stabilizzato in alto il rendimento fino alla conquista della sommità europea con Paola Egonu premiata come ‘Miglior giocatrice’ del torneo e capace, nel faccia-a-faccia decisivo in una attonita, angosciata e agonizzante ‘Arena’, di riporre nella comune bisaccia 29 dei 99 punti a referto nel poker di set conclusi 24 a 26, 25 a 22, 25 a 19 e 25 a 11.
Italia in grado di assorbire l’niziale indisponibilità di Caterina Bosetti e anche il serio infortunio al ginocchio di Sarah Fahr nella quarta partita contro la Croazia poi rimpiazzata dalla ventiduenne Alessia Mazzaro. Italia campione per la terza volta, dopo dodici anni, dal successo del 2009 che aveva replicato quello del 2007. Il podio è stato completato dalla Turchia, che ha avuto nettamente la meglio nella ‘finalina’ sull’Olanda.
Sotto i riflettori rivolti al trono europeo sono finite Sara Bonificio, Cristina Chirichella, Anna Danesi, Monica De Gennaro, Sofia D’Odorico, Paola Egonu, Sarah Fahr, Alessia Gennari, Ofelia Malinov, Alessia Mazzaro, Sylvia Nwakalor, Alessia Orro, Beatrice Parrocchiale, Elena Pietrini e Miriam Fatime Sylla, capitano. L’Italia è salita al terzo posto della graduatoria generale dei titoli. La leadership è dell’Unione Sovietica con 13, poi l’attuale Russia con 6. Davide Mazzanti, quasi 45 anni, di Fano, vanta 97 vittorie sui 136 incontri che ha gestito dalla panchina con collaboratori Matteo Bertini, Simone Bendandi e Luca Pieragnoli.
Intanto è stata guadagnata la partecipazione al prossimo Mondiale in vista dei Giochi dei cinque cerchi multicolorati di Parigi del 2024. E anche per riscattare Tokyo.

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