L’implacabile goleador

Uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio. Gerd Muller aveva 76 anni. Star del Bayern e della nazionale tedesca

 

730 realizzazioni in 788 partite; un poker di campionati e altrettanti trofei nazionali; tre coppe dei Campioni, una Intercomunale e delle Coppe; Pallone e Scarpa d’Oro; capocannoniere al Mondiale di Città del Messico nel 1970 e all’Europeo del 1972 in Belgio con la maglia della Germania. Questo lo strepitoso curriculum di Gerd Muller, Gerhard all’anagrafe di Nordingen dal 2 marzo del 1945. Dopo l’iter nelle giovanili della città natìa Muller ha scatenato l’impareggiabile abilità e lo straordinario fiuto all’interno dell’area di rigore per la porta avversaria a Monaco di Baviera, con i colori del Bayern. E questo nonostante un fisico particolare, unico: un metro e 76 centimetri per dichiarati 77 chili. Un vero e proprio rapace, un killer, lesto a colpire, in grado di trasformare qualsiasi pallone, anche vagante e apparentemente imprendibile e innocuo nelle gemme preziose, immortali e, per lo più, decisive.
Gerd Muller, il ‘derr bomber’, implacabile e mortifero ‘cannoniere’ tedesco, ha trovato la fiducia quasi incondizionata per la lievitazione tecnica e professionale in un paio di allenatori della ex Jugoslavia, croati di Zagabria, Zlatko Cajkovski e Branko Zebec. La crescita di Gerd Muller è stata verticale, a livello planetario, diventando un micidiale cecchino. Alla fine della carriera, nel luglio del 1981, è stato coinvolto in una temibile fase di depressione, causa della continua ricerca di alcolici. Da quel pozzo, che sembrava infinito, è riemerso anche con il sostegno di alcuni ex compagni del Bayern e della nazionale, fra cui, soprattutto, di Franz Beckenbauer e Sepp Maier. Muller è stato coinvolto nell’attività del settore giovanile della società di Monaco di Baviera.
Nell’ottobre del 2015 la rivelazione dell’Alzheimer e il futuro ricovero in una clinica specializzata della Baviera dove si è spento il giorno di Ferragosto all’età di 76 anni. Messaggi e dichiarazioni sono arrivate a Monaco da ogni parte del mondo geografico e sportivo.
Il fantastico tour calcistico di Gerd Muller è iniziato nella stagione 1963/64 nelle giovanili del Nordingen con 31 gol in 51 incontri. Acquistato dal Bayern ha trovato la collaborazione, anche sul green orizzontale, del ‘Kaiser’ Franz Beckenbauer con il quale ha trionfato nella Bundesliga negli anni 1969, 1972, 1973 e 1974. Quattro le coppe nazionali conquistate e mostrate, nel 1966, nel 1967, nel 1969 e nel 1971. Vedette anche nel tris consecutivo in Coppa dei Campioni, dal 1974 al 1976, con la conseguente vittoria dell’Intercontinentale. Coppa delle Coppe nel 1967 e Pallone e doppietta nella Scarpa d’Oro, rispettivamente nel 1970 e nel 1972. Dal 1964 al 1979 nelle 459 apparizioni al centro dell’attacco del Bayern ha personalmente esultato in 404 occasioni. Una media-gol incredibile. Ha chiuso la carriera nel Lauderdale: dal 1979 al 1981 ha realizzato 40 reti nelle 80 gare disputate.
In nazionale ha conquistato un terzo posto al Mondiale del Messico nel 1970 arricchito dalla leadership nella particolare classifica dei marcatori. È stato uno dei protagonisti della famosa sfida di semifinale contro l’Italia finita ai supplementari 4 a 3 per gli azzurri di Ferruccio Valcareggi. Il massimo alloro è arrivato quattro dopo nell’appuntamento casalingo dove è stato, fra l’altro, il match-winner nel 2 a 1 contro la ‘rivoluzionaria’ Olanda di Johann Cruijff nel confronto decisivo. Gol vincente, in una evoluzione tipica, come l’esultanza con le braccia alzate, a mani aperte e leggero saltello. Marchio di fabbrica impresso anche all’Europeo del 1972 ospitato dal Belgio. Complessivamente con la selezione della Germania Ovest o Occidentale ha disputato 62 incontri andando a segno per ben 68 volte! Dal 1966 al 1974. Nell’Under 21 una presenza infarcita dalla solita firma realizzativa. A 28 anni l’addio alla nazionale. A 36 anni l’abbandono alle scene calcistiche, poi la depressione, l’alcolismo, la disintossicazione, la riabilitazione, il settore giovanile del Bayern dal 1992 al 2014, l’Alzheimer e la calata terrena del sipario su uno dei più prolifici goleador del calcio mondiale di tutti i tempi.

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