494 partite giocate nel calcio dei professionisti condite da 6 reti. Una lunga e brillante carriera passata indossando le maglie di Udinese, Juventus, Palermo, Inter e Napoli. Presenze e successi anche con l’azzurro della nazionale, 66 le occasioni di essere protagonista con un paio di gol. Uno, in particolare, indimenticabile, il momentaneo 2 a 2 nella storica semifinale messicana della Coppa ‘Jules Rimet’ del 1970 contro la Germania, allora Ovest, terminata 4 a 3 a favore dell’Italia guidata da Ferruccio Valcareggi. Tarcisio Burgnich era originario di Ruda, un comune dell’udinese. Si è spento la scorsa notte, fra il 25 e il 26 maggio, in Versilia, nella clinica ‘San Camillo’ dove era stato ricoverato. Aveva 82 anni. Terzino robusto e massiccio, marcatore implacabile e ossessivo, difensore di alto rendimento. Nel periodo della sua attività sul green dei vari impianti calcistici l’abbinamento era personale, francobollante e asfissiante, un duello per gli interi novanta minuti e, in alcuni casi, anche oltre. Ha collezionato cinque titoli nazionali, uno con la Juventus e un poker con l’Inter, quell’Inter di Helenio Herrera, il ‘Mago’. Con i colori verticali nero e azzurro ha alzato anche un paio di volte l’allora Coppa dei Campioni e altrettante quella Intercontinentale. 358 le apparizioni con la maglia dell’Inter prima di passare e chiudere la carriera, come libero, al Napoli. Altra città e clima, diversa squadra e ruolo, ma ugualmente vincitore di una Coppa Italia e di quella del Torneo Anglo-Italiano o Italo-Inglese. Spettacolari, roventi e ruvide alcune sfide, i faccia-a-faccia con i migliori attaccanti dell’epoca, fra cui con Gigi Riva ed Ezio Pascutti, ma anche con Pelè, ‘O’Rey’, nella finale del Mondiale contro il Brasile a Messico ’70. E come dimenticare la coppia di terzini formata da Tarcisio Burgnich e Giacinto Facchetti? Una delle più solide del panorama, in assoluto della storia, sia dell’Inter che della nazionale. Dal 1963 al 1974 in azzurro la ‘Roccia’ friulana è stata campione d’Europa nell’edizione italiana del 1968 e vicecampione del Mondo in Messico nel 1970. Appesi gli scarpini al tradizionale chiodo Tarcisio Burgnich nella stagione 1978/79 ha iniziato l’avventura della panchina. Nei ventitré campionati, fino al 2001, Burgnich ha guidato con alterne fortune nelle varie serie Catanzaro, Como, Genoa e Livorno, più volte e, poi, Bologna, Cremonese, Foggia, Lanerossi Vicenza, Lucchese, Pescara, Salernitana e Ternana. È stato proprio Burgnich a far esordire nel massimo campionato l’allora sedicenne Roberto Mancini, l’attuale Commissario Tecnico dell’Italia del calcio. Era il settembre dell’81 in un Bologna-Cagliari, 1 a 1. La prima rete del baby rossoblù è arrivata poco dopo, il 4 ottobre, nella rimonta bolognese a Como, 2 a 2. Alla conclusione dell’annata Mancini ha collezionato l’en plein delle presenze, 30 e 9 gol. “Ciao mister. Grazie per quel magico esordio a Bologna, sarò sempre grato”, il messaggio di Roberto Mancini dopo aver saputo della scomparsa di Tarcisio Burgnich. Minuto di silenzio su tutti i campi di calcio per l’intera settimana e prima del via dell’amichevole alla ‘Sardegna Arena’ di Cagliari fra le nazionali di Italia e San Marino. L’ultimo saluto a uno dei più importanti difensori della storia del calcio italiano è previsto per il pomeriggio del 27 maggio nella chiesa ‘San Giovanni Bosco’ di Viareggio.
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