Ripartita. Dopo un lungo pit stop a causa dell’esplosione dei contagi da Covid-19, che ha portato il Comitato Internazionale e gli organizzatori dei Giochi di Tokyo a rimandare di dodici mesi la cerimonia di apertura. Il Coronavirus è ancora presente in ogni continente del pianeta, ma il rischio sarebbe calato o, almeno circoscritto, per la veloce scoperta, la non sempre adeguata distribuzione e la necessaria somministrazione del vaccino e per l’avanzamento dei sistemi sanitari per cercare di superare le difficoltà dei pazienti. La fiaccola olimpica, quindi, ha ripreso a viaggiare, passando di mano-in-mano, direttamente in Giappone dov’era sbarcata lo scorso anno e poi posta in stand by. A lungo, necessariamente. Sull’isola dell’Estremo Oriente è stata conservata con cura ai box per quasi un anno in attesa delle decisioni sviluppate seguendo l’evoluzione dei dati relativi al Coronavirus. I tedofori, rappresentanti della competizione dei cinque cerchi multicolorati, hanno consumato i primi metri da Fukushima, la città devastata nel 2011 dallo tsunami, dal terremoto e dall’incidente ai tre reattori nucleari nella vicina centrale, che sono stati causa di almeno 18 mila scomparse. Allestimenti floreali colorati e profumati e note per rinverdire e ricordare le tradizionali melodie locali a sollecitare pensieri e messaggi di ripartenza e rinascita accompagnata da una saturazione delle ferite senza tralasciare il ricordo delle sciagure passate e delle vittime contate. La prima a far riemergere la torcia con il fuoco attinto in Grecia, la patria dei Giochi, è stata una donna, Azusa Iwashlmizu, simbolo e delegata sul campo della nazionale femminile di calcio, campione del Mondo nel 2011 in Germania. Azusa Iwashlmizu era accompagnata da quattordici compagne di quella selezione e dal tecnico Norio Sasaki, 62 anni, ex calciatore, che ha guidato la nazionale nipponica dal 2008 al 2016 collezionando, oltre al prestigioso titolo, anche un secondo posto in Canada nel Mondiale del 2015. Dal riferimento sportivo ‘Japan Village’ la fiaccola, pian piano, arriverà a Tokyo per l’inaugurazione fissata il 23 luglio. La maxistaffetta, composta di soli giapponesi, sarà sospinta da quasi diecimila persone e attraverserà 47 prefetture e sarà festeggiata da 859 comunità. Nella lunga lista dei tedofori figura anche una donna da primato di 118 anni, Kane Tanaka, considerata attualmente la più anziana del pianeta. Sarà sostenuta sulla sedia a rotelle per qualche decina di metri dai familiari. Il fuoco di Atene sarà protagonista per l’intera durata dell’Olimpiade e della Paralimpiade nel calderone celebrativo a forma di ciliegio, alto poco meno di due metri, dal peso di quasi duecento chili, con il supporto in oro e un/terzo in alluminio riutilizzato. La ripresa del percorso della fiaccola olimpica è stata salutata con soddisfazione sia dal presidente del Comitato Organizzatore Seiko Hashimoto che da quello del CIO Thomas Bach, in carica dal settembre del 2013. Nono vertice del Comitato Internazionale Olimpico, il sessantasettenne è stato oro nel 1976 ai Giochi di Montreal nella scherma, in particolare nel fioretto a squadre e medaglia mondiale a Buenos Aires nel 1977, la più pregiata; a Goteborg nel 1973, argento e a Melbourne nel 1979, bronzo, sempre in compagnia e nella stessa specialità. Non ancora definito l’andamento organizzativo. Complicato l’ingresso da altri paesi pe assistere alle varie gare sportive. Nelle prossime settimane sarà ufficializzata la capacità di spettatori consentita sugli spalti, che sarà sicuramente condizionata dall’oscillazione dei contagi da Covid-19. Gli oltre 15 e 400 atleti olimpici e paralimpici vivranno in una cosiddetta ‘bolla’ per l’occasione realizzata a Tokyo, l”Athletes Village’. Il numero delle presenze lieviterà con l’arrivo degli accompagnatori, dei dirigenti e dei tecnici. I confini nazionali non saranno superati neanche dai volontari, che saranno reclutati nel Paese. Lo scalino relativo ai mancati incassi dell’appuntamento olimpico sarà livellato dal Governo giapponese. L’Olimpiade di Tokyo, la trentaduesima della serie Estiva, avrà l’assoluta originalità di essere ammirata in un anno dispari. Non era mai successo nel periodico clou sportivo internazionale da Atene 1896. Tre le scadenze quadriennali saltate a causa dei conflitti mondiali anche se il contatore delle edizioni ha continuato a girare: nel 1916, programmata Berlino; nel 1940, prevista a Tokyo e nel 1944, fissata a Londra. Giochi assegnati, ma non organizzati vista la situazione in quegli anni di tragici scenari per lo scoppio della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Dopo Tokyo la programmazione sportiva dovrebbe riprendere il flusso tradizionale, nella francese Parigi nel 2024 e, poi, nell’americana Los Angeles nel 2028. Dal 1994 l’Olimpiade Invernale, varata nel 1924, ha spaiato l’abbinamento con quella Estiva. E, così, ogni biennio sono in cartellone i Giochi d’élite. Nel 2022 interesse rivolto alle nevi e al ghiaccio della Cina. I cinque cerchi intrecciati raffigurano e rappresentano i continenti uniti nella fratellanza, nella solidarietà e nel rispetto delle regole e dei popoli delle varie nazioni attraverso lo sport. I colori sono stati scelti per una completa rappresentatività di tutte le bandiere. Le regole dell’universalità dello spirito dei Giochi sono raccolte nella Carta Olimpica, 6 capitoli e 61 paragrafi utili anche per l’organizzazione, la celebrazione e la gestione della maggiore espressione delle discipline sportive.
|