Avrebbe festeggiato l’ottantesimo compleanno il prossimo 20 marzo Gianfranco Lombardi, ben noto come ‘Dado’ nel circuito della pallacanestro e non solo e non solo italiana, scomparso il 22 gennaio in provincia di Varese, a Cocquio-Trevisago. Era originario di Livorno dove aveva iniziato giovanissimo a palleggiare e a bersagliare i canestri. Dopo un paio di stagioni nella città natale aveva preso slancio per arrivare a Bologna, sponda Virtus, dove è rimasto dal 1958 al 1970. Con le ‘V nere’ Lombardi ha conquistato, come massimo risultato, un secondo posto nella stagione 1960/61, ma è balzato nell’élite della pallacanestro nazionale per restarci a lungo, anzi per sempre. Infatti nonostante non abbia mai vinto un tricolore o un qualsiasi trofeo nelle squadre di club, è stato inserito nell’Italia Basket Hall of Fame. Dalla Virtus il passaggio all’altra formazione di Bologna fino al 1972 per chiudere la carriera all’età di 32 anni con la maglia e la posizione di ala piccola sul parquet di Rieti, con la Sebastiani. 316 le partite giocate in A e 5.470 i punti realizzati per una media superiore ai 17 ad appuntamento. Lombardi, chiamato ‘Dado’ per la riconoscibile corporatura, è stato anche un protagonista con la maglia azzurra. L’esordio risale al 21 maggio del 1959, Italia-Israele 74 a 59, ma la conferma del valore è arrivata l’anno dopo, all’Olimpiade di Roma, quando ancora diciannovenne è stato inserito nel quintetto ideale dei Giochi. Ha disputato altre due rassegne dei cinque cerchi pluricolorati, nel 1964 a Tokyo e nel 1968 a Città del Messico. E, poi, l’Europeo a Istanbul nel 1959 e quello di Mosca nel 1965. Presente al Mondiale di Rio de Janeiro nel 1963 e a quello altrettanto sudamericano di Montevideo nel 1967. Ha trionfato a Napoli nel 1963 ai Giochi del Mediterraneo. Ha difeso il tricolore nazionale in 113 occasioni totalizzando 1.408 punti, oltre 12 a partita. Conclusa la stagione da giocatore Gianfranco Lombardi ha iniziato quella sulla panchina. Un vero e proprio tour partito dallo stesso palasport dove aveva riposto gli abiti da cecchino, a Rieti, fino al 1975. Responsabile tecnico a Trieste, Forlì, Treviso, Reggio Emilia, Rimini, Verona, Siena, Livorno, Cantù, Varese, Napoli e general manager alla Virtus Bologna. In quella squadra aveva vinto il titolo di miglior realizzatore nel 1964 e nel 1967. Soddisfazioni nella città sabina con la semifinale di Coppa Korac e promozioni in A/1 a Trieste, con la Reggiana, a Verona e a Cantù, l’ultima della sequela. Da ricordare e segnalare il doppio balzo in avanti a Siena con la Mens Sana, che in due stagioni è passata dalla B/1 all’A/1. Nella carriera sono registrate anche alcune cadute come in un normale e quasi prevedibile saliscendi sportivo. Da coach ha curato in particolar modo anche la fase difensiva delle proprie squadre, che da giocatore era specializzato a far puntualmente saltare. Altro aspetto di ‘Dado’, la partecipazione televisiva. Apparizione come commentatore tecnico per accompagnare le telecronache del rimpianto Franco Lauro in occasione dell’Europeo vinto dall’Italia nel 1999 in Francia. Nazionale guidata da Bogdan Tanjevic. Gregor Fucka giudicato miglior giocatore del torneo. In finale superata la Spagna per 64 a 56.
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