Un guerriero del ring

Scompare Sandro Mazzinghi, indimenticabile campione di pugilato. È stato mondiale ed europeo

Avrebbe festeggiato il prossimo 3 ottobre l’ottantaduesimo compleanno Sandro Mazzinghi, un lottatore del ring, pluricampione europeo e mondiale degli anni Sessanta nella categoria cosiddetta ‘intermedia’ dei superwelter o medi junior. Ha concluso definitivamente nel 1979 la carriera sul quadrato con 69 match disputati, 64 quelli vinti, 42 per ko; 3 persi, uno prima del limite e un paio di no-contest, tanto per completare il panorama. È scomparso in queste ultime ore dell’assolato mese di agosto in un reparto dell’ospedale della provincia pisana, ‘Felice Lotti’, nel quale Mazzinghi era stato ricoverato da una decina di giorni.
L’amaro annuncio è stato dato dalla famiglia, in particolare dalla moglie Marisa, sposata nel 1969 e dai figli David e Simone. La seconda, dopo Vera, vittima all’inizio del 1964, a pochi giorni dal fatidico ‘si’, di un incidente stradale. La camera ardente del pugile toscano è allestita nella chiesa del Crocifisso di Pontedera e i funerali sono previsti nel Duomo della città della provincia pisana.
“Un campione e un esempio di umanità”, ha rilevato il sindaco Matteo Franconi. Uno dei tanti messaggi inviati dall’Intero movimento istituzionale e sportivo, fra cui quello dell’acerrimo rivale, Nino Benvenuti. Indimenticabilmente storici i due incontri fra Mazzinghi e Benvenuti che hanno diviso l’Italia non solo sportiva con in palio la prestigiosa corona iridata dei superwelter o medi junior. Il primo, con il pugile toscano campione, è stato organizzato il 18 giugno del 1965 nello stadio milanese di ‘San Siro’. Vittoria per ko alla sesta ripresa del pugile triestino. L’immancabile rivincita è stata consumata il 17 dicembre dello stesso anno a Roma, che ha confermato il titolo mondiale nei guantoni di Nino Benvenuti.
Sandro, all’anagrafe comunale di Pontedera Alessandro, Mazzinghi ha iniziato ad arricchire il palmares professionistico dal 15 settembre del 1961, dopo aver fallito l’eventuale partecipazione ai Giochi dei cinque cerchi multicolorati di Roma lasciando spazio a Carmelo Bossi.
La risalita del picchiatore, demolitore, distruttore, lottatore, guerriero toscano, dopo il doppio sconforto contro Benvenuti, è partita dalla conquista del titolo europeo. Il 17 giugno del 1966 a Roma ha definitivamente atterrato al dodicesimo round il francese Yoland Lèvénque. Il recupero sulla vetta del mondo è stato completato il 26 maggio del 1968 a Milano al termine di un serratissimo e spettacolare match contro il possessore della cintura, il sudcoreano Kim Ki-Soo. Ultimi acuti per il generoso e combattivo pugile toscano, che, fra l’altro, aveva anche vinto nel ’61 il Mondiale Militare dei superwelter o medi junior a Fort Dix, negli Stati Uniti. Dal 1954 aveva frequentato la palestra seguendo il fratello Guido Mazzinghi, poi divento il fido allenatore. Il team era composto da Giovanni Borghi, titolare della ben nota azienda Ignis e dal procuratore Adriano Sconcerti. A quel tempo è stato il quarto pugile italiano a salire sul tetto del mondo nel pugilato dopo Primo Carnera, Mario D’Agata e Duilio Loi.
La parabola discendente di Mazzinghi ha l’inconfondibile segno del no-contest nella serata del 25 ottobre del 1968 contro il temibile Freddie Little al Palazzo dello Sport di Roma. All’ottavo round, al di là della metà dell’incontro, quindi valutabile per un verdetto. Decisione poco accettata e non da tutte le sigle internazionali della disciplina. L’abbandono dalle dodici corde è durato sei anni. Il ritorno nel 1976 e fino al 1979 non è stato particolarmente esaltante. Chiude definitivamente, comunque, con un brillante curriculum: campione europeo dal 1966 al 1968 e mondiale dal 1963 al 1965 e nel biennio 1968-1969. Tutti vinti i 5 incontri per la corona continentale; 8 i match mondiali, caratterizzati da 5 affermazioni, 2 sconfitte (con Nino Benvenuti) e un no-contest.
 Oltre alla passione e all’attività pugilistica Mazzinghi si è dedicato alle sette note, incredibile ma vero, con l’incisione di un paio di brani datati 1968, ‘Fuoco spento’ e ‘Almeno in sogno’, musicati da Gianfranco Intra e all’editoria con la pubblicazione, fra l’altro, del’La boxe in 23 lezioni’ (1964), ‘Sul tetto del mondo. Diario di un pugile nei suoi ricordi’ (2003) e ‘Pugni amari’ (1993), in collaborazione con Mario Braccini e Michelangelo Corazza, Premio Bancarella Sport nel 1964.
Mazzinghi ha ricevuto alcuni importanti riconoscimenti, fra cui il Collare d’Oro al Merito Sportivo nel 2019 e la Medaglia d’Oro al Valore Atletico nel 1963. E nello stesso anno è diventato Cavaliere della Repubblica Italiana. L’immortalità sportiva è testimoniata con la Walk of Fame dello sport nazionale al Foro Italico e nella Hall of Fame del pugilato italiano.

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