Sarà un’edizione particolare, anomala, ridotta, di passaggio, ponte verso le prossime, ma anche una specie di prova più o meno sperimentale, probabilmente una delle prime della serie raggruppate nella colonna dei ‘grandi eventi’ coabitanti con il Coronavirus. La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, infatti, sarà organizzata dal 2 al 12 settembre a Venezia. La conferma è arrivata nelle ultime ore dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia, che ha rilevato come “sia prevedibile l’assenza di tutte le abituali produzioni, in quanto anche le riprese a causa della temibile estensione dei contagi sono state fermate in tutto il mondo”. Inevitabilmente “sarà organizzato un appuntamento meno scintillante, affollato e partecipato, ma sarà ricordato come quello della rinascita”, ha sottolineato il sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro. Un laboratorio per le future scadenze e la definizione dei cartelloni intermedi previsti nei vari settori. La settantasettesima stagione è prevedibilmente caratterizzata dal colore e dal sapore italiano o, al massimo, allargata alle realizzazioni europee proprio a causa della continua emergenza da Covid-19. L’obiettivo dichiarato è di superare, in qualsiasi modo e rispettando i parametri per la sicurezza sanitaria, il periodo restrittivo e di comprensibile condizionamento degli ultimi mesi. In attesa delle complete linee-guida sono state indicate le misure essenziali, a livello generale. Immancabile l’utilizzo delle mascherine, con le sale sanificante al termine di ogni proiezione a numero limitato all’essenziale e un programma del Festival con meno film. La concessione degli accrediti sarà concentrata e compressa, forse solo agli under 55 e non agli arrivati da oltreconfine. Le passerelle sul red carpet dovrebbero essere allestito in forma riservata. Le conferenze stampa, inoltre, potrebbero prevedere domande e curiosità rivolte ai protagonisti dello spettacolo attraverso le nuove tecnologie. L’edizione 2020 potrebbe avere anche la collaborazione con un altro importante Festival del Cinema, quello francese di Cannes. Presidente di giuria dovrebbe essere Cate Blanchett. Australiana, all’anagrafe di Melbourne dal 14 maggio del 1969, Catherine Elise Blanchett, si è imposta all’attenzione internazionale per il ruolo della regina d’Inghilterra in ‘Elizabeth’, per il quale nel 1998 ha ottenuto la prima nomination agli Oscar. Nel 2005 ha vinto la prestigiosa statuetta come ‘Miglior attrice non protagonista’ in ‘The Aviator’ di Martin Scorsese e nel 2014 come ‘Miglior attrice’ per ‘Blue Jasmine’ di Woody Allen. Cate Blanchett è stata candidata complessivamente sette volte all’Oscar. Alla fine dello scorso febbraio il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini ha indicato alla guida della Fondazione Biennale di Venezia Roberto Cicutto, 72 anni, originario della città del Lido. Cicutto, fra l’altro, dal 2009 è al vertice dell’Istituto Luce-Cinecittà ed è stato direttore del Mercato Internazionale dei Film. Ha collezionato un David di Donatello per la sua attività di produttore cinematografico.
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