Deciso. E in modo puntualmente rapido. È il miglior modo, probabilmente, per salvare il più importante appuntamento sportivo e limitare gli inevitabili contraccolpi economici. In negativo. Sono passati pochi giorni da quando il premier giapponese Shinzo Abe, dopo molteplici consultazioni con il presidente del Comitato Internazionale Olimpico Thomas Bach, ha annunciato la sospensione della prossima inaugurazione a Tokyo e spostato in avanti la kermesse multidisciplinare. La causa è arcinota e riguarda il Coronavirus, che ha praticamente travolto l’intero pianeta. Impossibile in questa situazione organizzare la manifestazione nell’isola dell’Estremo Oriente e, quindi, inevitabile la decisione. Il limite massimo per non far sparire dall’Albo storico dei Giochi dei pentacerchi pluricolorati era stato fissato all’estate del 2021. Prima volta in un anno dispari e diverso da quello notoriamente bisestile. Il nuovo periodo da fissare era condizionato da alcune situazioni, fra cui la fioritura dei ciliegi in primavera, uno degli avvenimenti-simbolo del paese e le esigenze logistiche e climatiche. Le nuove date dovranno offrire le più ampie garanzie sanitarie per svolgere le gare, in modo anche da consentire il completamento delle prove di qualificazione di alcune discipline per poter partecipare alla trentaduesima Olimpiade. Dal 24 luglio al 9 agosto nel 2020, dal 23 luglio all’8 agosto nel 2021. Il CIO, per volto e voce del presidente tedesco oro olimpico nella scherma a Montreal nel 1976, ha reso noto i margini per l’organizzazione della prossima rassegna, che praticamente ricalcano quelli già definiti per quest’anno. Insomma, un giro completo, a 360 gradi di tutti i mesi del calendario, giorni quasi compresi. Una leggera differenza, di sole ventiquattr’ore. Il modo sicuramente più comodo. Lo scalino economico in discesa per ridipingere lo scenario e rimodulare il programma dei Giochi sarebbe stato stimato dai vertici del Comitato Organizzatore rappresentati da Yoshiro Mori e da Toshiro Muro in 4 miliardi di dollari. “Una parte sarà assorbita dallo stesso Giappone e l’altra dal CIO”. Per alcuni alloggi del Villaggio erano stati sottoscritti i contratti per la cessione temporanea o a tempo indeterminato alla conclusione della rassegna sportiva. Il rinvio dei Giochi costringerà gli organizzatori a rivedere le precedenti decisioni. Lo scivolamento dell’Olimpiade giapponese porterà al contemporaneo rimodellamento del cartellone, fra gli altri, di un paio di attesi appuntamenti, il Mondiale di nuoto a Fukuoka, in Giappone e quello di atletica leggera a Eugene, nello stato nordamericano dell’Oregon, che la IAAF ha provveduto a posticipare al 2022. Per il marketing e il merchandising resterà invariato il logo di ‘Tokyo 2020’. La capitale giapponese ospiterà per la seconda volta i Giochi dopo l’edizione del 1964, che ha seguito quella di Roma. Nel 1940 Tokyo era stata designata per organizzare l’Olimpiade, ma era stata cancellata per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
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