Una programmazione elasticizzata; appuntamenti rimandati a tempi migliori e maggiormente sicuri dal lato sanitario; impegni volutamente da mantenere per la preparazione alla scadenza quadriennale dell’Olimpiade; una stagione da completare per alcune discipline e da iniziare per altre; un calendario continuamente aggiornato e modellato dai vertici nazionali e internazionali. L’attività sportiva di ogni livello e latitudine è condizionata dall’andamento riportato quotidianamente dai bollettini sanitari di tutto il mondo. “Prioritaria è la salute degli sportivi, del personale e degli atleti”, ha sottolineato nelle ultime ore il presidente dell’UEFA dal 14 settembre del 2016, lo sloveno Aleksander Ceferin al termine della videoconferenza con i rappresentanti delle cinquantacinque federazioni affiliate, dell’associazione dei club europei, delle leghe e dei calciatori. Lo sport probabilmente più popolare ha praticamente concluso la serie di provvedimenti che le varie organizzazioni delle rispettive discipline hanno varato in conseguenza allo tsunami rappresentato dal Coronavirus, in grado di investire tutto il pianeta e far saltare l’intero calendario della stagione. E, inoltre, nessuno ha le capacità di prevedere la fine dei contagi e dei disagi, per cui le nuove scadenze sono senz’altro ipotetiche, con tanto di ammissione di “una navigazione a vista”, quindi incerta, indefinita e da modellare. Per il mondo del pallone l’UEFA ha deciso, finalmente, di volere la conclusione dei campionati nazionali; di cercare di evitare di disputare partite “con gli stadi vuoti”, senza il pubblico sugli spalti e di aver posticipato di un anno l’Europeo itinerante al 2021, in particolare dall’11 giugno all’11 luglio. Da rivedere, naturalmente, gli impegni delle nazionali per la UEFA National League. I club ancora in gioco nelle competizioni europee potrebbero scendere nuovamente in campo fra la fine di aprile e l’inizio di maggio, in modo da concludere la Champions e l’Europa League entro il 30 giugno. Quella è la data-limite dell’attuale stagione. Prima dovrebbe esserci l’epilogo delle competizioni nazionali, campionato e Coppa. Oltre il 30 giugno, infatti, potrebbe essere aperta un’altra dalla nel sistema a causa dei contratti, soprattutto quelli in scadenza. Necessario un adeguamento vista l’eccezionalità e l’emergenzialità della situazione. L’UEFA, intanto, ha predisposto un paio di commissioni: una per l’economia e la finanza e l’altra per l’organizzazione e la gestione delle varie possibilità di calendarizzare gli appuntamenti ancora pendenti. Palla ferma in ogni parte del mondo. Scivolata al prossimo anno, da giugno a luglio, la Coppa America da giocare in Argentina e in Colombia. Attenzione particolare anche nelle stanze della FIFA all’evoluzione della situazione anche in vista della Coppa del Mondo del 2022. Gianni Infantino, presidente della FIFA dal 26 febbraio del 2016, segue costantemente la realtà nei vari paesi in funzione dell’attività calcistica. “Lo spostamento ha un costo enorme, ma faremo del nostro meglio per garantire che i finanziamenti per il calcio di base e lo sviluppo del gioco nei paesi non siano interessati”, ha rilevato Ceferin. Il Covid-19 ha scombussolato completamente il panorama. L’automobilismo d’élite della FormulaUno ha rinviato, forse, alla tarda primavera il primo Gran Premio; il motociclismo veloce è in attesa di segnali confortanti, che per il momento appaiono lontani; l’atletica leggera ha fermato i meeting e le corse podistiche; pallavolo e pallacanestro hanno congelato campionati e coppe internazionali e negli Stati Uniti sono state sospese anche le prestigiose e spettacolari esibizioni della NBA e traballa, nonostante le smentite, la scadenza con i Giochi dei cinque cerchi pluricolorati di Tokyo. Il presidente tedesco originario di Wurzburg del CIO, il Comitato Internazionale Olimpico, Thomas Bach, almeno finora, continua insistentemente ad assicurare e rassicurare la regolarità dell’atteso avvenimento nei tempi e nei modi previsti. Le alternative temporali, comunque, non mancano, anche quella straordinaria di sbalzare all’anno dispari del 2021, la kermesse multisportiva. Il sessantaseienne ex schermidore tedesco, oro olimpico a Montreal nel 1976 e mondiale l’anno dopo, alla guida del CIO dal 10 settembre del 2013, al momento non pensa minimamente, almeno in maniera ufficiale, a questa eventualità come, fra l’altro, gli organizzatori giapponesi, visto che l’inaugurazione è ancora distante. Bach ha rivolto un incoraggiamento agli atleti impegnati nella preparazione per le qualificazioni ai Giochi di Tokyo da disputare una volta contenuto e superato il flagello del Coronavirus.
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