Balzi, corse e lanci anche all’interno dello Stato Pontificio. Voglia di sport, in particolare di atletica. Leggera. Dopo il calcio e il conseguente annuale torneo fra i vari reparti, aree e categorie di piazza San Pietro, è stata concretizzata e regolarizzata una passione, sopratutto di monsignor Melchor José Sànchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura e diventato anche presidente della nascente Athletica Vaticana, affiliata alla FIDAL. È iscritta, oltre alla Federazione Italiana di Atletica Leggera, anche nel Registro delle Personalità Giuridiche Canoniche dello Stato Città del Vaticano. La Segreteria di Stato della Santa Sede ha affidato e assegnato i programmi dell’innovativa realtà al Pontificio Consiglio della Cultura, che ha un Dipartimento dedicato e riservato proprio allo Sport. Dall’inizio del 2019, quindi, i tesserati dell’Athletica Vaticana possono partecipare a tutte le manifestazioni in calendario anche dopo l’intesa sottoscritta lo scorso 11 settembre fra la Santa Sede e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, in particolare dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e da Giovanni Malagò, che guida la struttura del Foro Italico. Nei prossimi giorni è previsto anche l’accordo con il CIP, il Comitato Italiano Paralimpico. Il 19 dicembre del 2018, fra l’altro, era stato siglato un protocollo d’intesa per varare un piano comune per l’inclusione anche sociale e culturale delle persone diversamente abili attraverso l’attività sportiva. Una sessantina, almeno finora, i tesserati, ma il numero è destinato inevitabilmente e inesorabilmente a salire ingrossando positivamente la comunità sportiva dell’Athletica Vaticana. L’atleta tesserato più giovane, al momento, è una diciannovenne Guardia Svizzera. All’altro lato figura un professore della Biblioteca Apostolica Vaticana registrato all’anagrafe 62 anni fa. La colonia è variegata essendo rappresentate un po’ tutte le mansioni operative in piazza San Pietro: dal Vigile del Fuoco all’operaio; dal gendarme al tipografo; dai docenti universitari ai giornalisti; dai tecnici agli specialisti e interessati di economia e finanza; dai sanitari della locale farmacia ai dipendenti dei Musei Vaticani e delle Ville Pontificie fino ad alcuni prelati. Consistente e qualificata la partecipazione femminile capitanata dalla farmacista Michela Ciprietti. Significativo il tesseramento onorario di un paio di giovani immigrati musulmani. “Lo sport è l’esperanto del mondo”, ha rilevato il presidente della FederAtletica Alfio Giomi seguendo il tracciato dell'”universalità” sottolineato da cardinal Ravasi. Lo Statuto dell’Athletica Vaticana prevede l’impegno “per fini sportivi, ricreativi, spirituali, solidali e culturali”. A sollecitare la formazione della squadra dell’Athletica sono stati gli stessi dipendenti vaticani appassionati dei vari aspetti, livelli e distanze della corsa, praticata, in particolare, nelle ore mattutine, prima dei rispettivi impegni lavorativi, nelle vie intorno al Colonnato e sul lungotevere. Le maglie con i tipici colori dello Stato vaticano sono state già viste sulle strade della capitale in occasione della Rome Half Marathon Via Pacis, che unisce i luoghi di culto e riflessione di tutte le religioni e per le iniziative solidali a sostegno delle persone disagiate promosse e organizzate in collaborazione con l’Elimosineria Apostolica a nome e per conto di Papa Francesco. Definito anche il calendario per le varie partecipazioni nell’anno appena iniziato: da una parte l’iter per l’affiliazione alla IAAF, l’Associazione delle Federazioni di Atletica Leggera e dall’altra le gare. L’obiettivo della rappresentativa della Santa Sede riguarda l’iscrizione e la partecipazione ai Giochi dei Piccoli Stati Europei, chi ha meno di un milione di abitanti e, poi, a quelli del Mediterraneo. Simbolica, ma eloquente testimonianza di pace e fratellanza, la consegna della maglietta dell’Athletica Vaticana ai massimi rappresentanti dello sport mondiale durante l’Olimpiade Invernale dello scorso febbraio in Corea del Sud, fra cui al presidente del CIO Thomas Bach.
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