La Goletta dei Laghi

Esperti di Legambiente impegnati a verificare in tutta la nostra penisola lo stato delle acque destinate ai vari bacini

Dalle acque dei litorali e delle multichilometriche coste della nostra penisola a quelle dei bacini chiusi, circoscritti, delimitati e alimentati da fiumi, ma il più delle volte da torrenti, rii, canali e fossi. Cambia lo scenario per la Goletta Verde di Legambiente, ma non l’obiettivo, che riguarda la condizione dei liquidi destinati ad aumentare il livello dei mari, prima e dei laghi, poi. Le analisi degli esperti, come ogni anno, continuano ininterrottamente su e giù per il nostro Paese. A fine luglio ad essere analizzata è stata la regione con la città-capitale, Roma, ma è anche sulle aree delle altre quattro province che è stata rivolta l’attenzione.
Ventidue i prelievi previsti in questa campagna 2018 e ben dodici, la maggioranza, i punti trovati inquinanti. “Legambiente non concede autorizzazioni per la balneabilità, ma registra una situazione alla foce di alcuni corsi d’acqua pronti a finire nei laghi. Per quelle situazioni è responsabile l’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, che determina lo stato delle acque idoneo per i cittadini”, ha ricordato il presidente regionale dell’associazione ambientalista Roberto Scacchi. Ancora troppe ed evidenti, ma anche ripetutamente segnalate, le criticità nel Lazio, “in particolare a causa degli scarichi fognari inidonei con depurazioni insufficienti o, addirittura, inesistenti”, ha precisato Scacchi, che ha annunciato la presentazione di esposti da parte di Legambiente alle varie procure di territoriale competenza.
Acqua nelle provette dei laghi di Albano, Castelgandolfo; Bolsena; Bracciano; Canterno; Fogliano; Fondi; Paola e Vico, saltando geograficamente per la regione per rispettare il rigido ordine alfabetico. Ai laghi di Bracciano e di Paola, a Sabaudia, il monitoraggio ha coinvolto anche i ricercatori dell’ENEA per verificare la presenza e l’eventuale concentrazione delle microplastiche, micidiali per l’inquinamento delle acque e assolute protagoniste del cosiddetto ‘marine litter’. I risultati di questo approfondimento parallelo saranno resi noti il prossimo autunno. L’interesse degli esperti è stato puntato anche in relazione “alle straordinarie risorse naturali, che, in alcuni casi, dovrebbero essere preservate con più impegno e maggior cura da parte delle amministrazioni pubbliche locali e degli enti territoriali”. I troppi scarichi fognari non depurati mettono a rischio la salute dei bagnanti, anche perché “in alcuni punti non sono campionati e segnalati dalle autorità competenti”.
Bolsena, ad esempio, è l’evidenza inequivocabile di condutture fognarie inefficienti. I laghi pontini più contenuti e fragili, a sentire Legambiente, dovrebbero essere ancor più tutelati dalle amministrazioni pubbliche locali, come il Lago di Paola immerso nella Riserva Naturale del Parco Nazionale del Circeo. Richiamo per chi ha competenze sul Lago di Fogliano, soprattutto per contenere gli scarichi inquinanti.
A Bolsena su sei punti analizzati cinque sono oltre i limiti previsti dall’attuale normativa, in particolare alla foce del Torrente nei pressi del Parco Giochi di Montefiascone, dove l’acqua è risultata “fortemente inquinata, come segnalato da un decennio”. Stessa storia per quella in fondo a via Cava, a Marta. Risultano fortemente inquinati anche i campioni prelevati a San Lorenzo Nuovo, Grotte di Castro; al Fosso Ponticello e al canale della località Prati Renari. Uno dal 2015 peggiora continuamente e costantemente, l’altro mostra leggeri segnali di miglioramento all’uscita del Fosso Cannello conosciuto anche come Fosso Rigo a Gradoli.
In provincia di Latina quattro su sei risultano oltre il limite per la presenza di organismi microbiologici di origine fecale. Fortemente inquinato, fra Latina e Sabaudia, il Lago di Fogliano al Canale sulla Strada Litoranea 626, che, fra l’altro, è all’interno dell’area dell’Ufficio Territoriale della Biodiversità del Parco Nazionale del Circeo, in località Cicerchia. Al Lago di Paola risulta allarmante la situazione al Canale di via Orsolini Cencelli e quella su via dei Bersaglieri. Note positive alla Strada di Selva Piana e, per il Lago di Fondi, alla foce del Canale che arriva da Monte San Biagio. Per niente, invece, sul Canale di via Acquachiara. Rispettati i limiti previsti ad Albano; al Lago di Canterno, a Fiuggi; di Vico, a Ronciglione.
“Positivi i segnali che arrivano per i Contratti di Lago, come l’istituzione dell’Ufficio di scopo per i Contratti di Fiume da parte della Regione Lazio”, hanno rilevato a Legambiente. E, poi, “la sentenza del Tribunale delle Acque, che ha respinto il ricorso di ACEA e Comune di Roma e ha fermato le captazioni del gestore idrico nel Lago di Bracciano”, in modo da tutelare anche le biodiversità.
L’iniziativa di Goletta Verde è stata accompagnata dal CONOU, il Consorzio Nazionale da 35 anni operativo nella raccolta dell’Olio Usato, che sollecita il rispetto della normativa sull’installazione nei porti di ogni dimensione di impianti per evitare la dispersione del lubrificante. Il 98% di quello raccolto dai macchinari industriali, dalle auto, dalle imbarcazioni e dai mezzi agricoli è idoneo ad essere riciclato. Disperso nell’ambiente ha effetti catastrofici per l’ambiente. La normale quantità per il cambio in un’auto, 4 chili di olio, inquina una superficie grande quanto sei piscine olimpiche.

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