Riciclati per riciclare

L’economia circolare dei rifiuti al centro di EcoForum promosso da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club

Italia paese leader nella cura del riciclo dei materiali, pronti ad una nuova fase produttiva. Un settore che nel frattempo è diventato industria anche attraverso la ricerca; la tecnologia; la volontà di modificare, adattare e trasformare la rispettiva attività e, perché no?, la genialità. Già, perché non è da tutti, ad esempio, pensare di smaltire i pannolini e gli assorbenti, che, dopo essere stati opportunamente lavorati, potrebbero offrire tre materie prime seconde: plastiche, cellulosa e polimero. Potrebbero, in quanto uno stabilimento in Veneto inaugurato un paio di volte è bloccato da oltre venti mesi da legacci e interpretazioni normative, che ancora non riescono ad essere dipanate “almeno fino alla conclusione dell’anno”, ammettono alla Fater. L’Italia non ha grandi disponibilità di materie prime, ma è sempre stata altamente operativa e qualificata nella lavorazione e nella trasformazione sia industriale che artigianale. Ed ora anche nei materiali scartati, destinati all’indiscriminato ammasso, ma con una accurata raccolta differenziata potrebbero diventare una risorsa.
Economia circolare. E’ stata definita così la fase della mutazione di un prodotto ormai inservibile. Da post-consumo alla riattivazione delle rispettive proprietà per essere rilavorato e riutilizzato. In Europa a fissare le norme ha pensato la parlamentare italiana Simona Bonafè, che, non senza difficoltà e con un sensibile e tattico equilibrismo, è riuscita a trovare le condizioni per un passaggio importante, se non fondamentale per il futuro del Vecchio Continente.
Simona Bonafè è stata una delle partecipanti all’EcoForum, l’ormai tradizionale appuntamento promosso e organizzato a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club, in compagnia del ministro Sergio Costa, del presidente dell’associazione Stefano Ciafani e di quelli dei consorzi impegnati nella raccolta e nella lavorazione dei vari materiali frutto della differenziata.
Il nuovo responsabile del dicastero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha ribadito soprattutto l’impegno a contrastare le attività illecite, il consumo illegale e indiscriminato del suolo e uno smaltimento indifferenziato. Una delle prime misure ha riguardato la futura abolizione della plastica, in particolare quella monouso, dalle stanze dei ministeri.
I consorzi hanno ricordato i rispettivi risultati ottenuti lo scorso anno, che generalmente sono stati positivi con alcune ombre riguardanti il pericolo di mercato parallelo per le gomme delle auto con rischio anche di evasione fiscale, dei frigoriferi e delle lavatrici, più venduti di quelli ritirati; la mancata conclusione dell’iter del cosiddetto ‘end of waste’; una omogeneità delle normative sull’intera penisola e la differenza per la gestione dei materiali fra i consorzi e le altre strutture private; l’ancora evidente ritardo di alcune aree del Paese ad alzare il livello di raccolta separata e qualificata e le criticità infrastrutturali. Di positivo appare l’allargamento delle zone e dei materiali avviati al riciclo, come l’olio vegetale da cucina e le capsule del caffè di alluminio della Nespresso.
L’appuntamento di EcoForum è stata anche l’occasione per la consegna dei riconoscimenti ai cosiddetti ‘Comuni Ricicloni’. Quelli rifiuti free sono saluti a 505, più 19 rispetto al numero dello scorso anno. Sale il meridione, +5%. Nella classifica dei capoluoghi di provincia il podio è sempre appaltato da Treviso, Pordenone e Trento. Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige le regioni dove sono maggiori i centri giudicati virtuosi da Legambiente.

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