Cancellato dopo 39 anni il record di Pietro Mennea sui 100 metri. Per la prima volta un italiano corre sotto i 10 secondi
È uno dei segreti più conosciuti al mondo: I record, si sa, sono realizzati per essere superati, da un attimo dopo aver stabilito il limite a chissà quando, ma la soglia, prima o poi, sarà abbattuta e l’asticella alzata ancora e l’orizzonte delle capacità e delle possibilità umane spostato un po’ più in là. Ci sono anche quei record allacciati alla storia di atleti-personaggi autentici dello sport, che nessuno vorrebbe mai eliminare dall’albo, ma tant’è la vita procede e anche un mito senza confini come Pietro Paolo Mennea è scalzato, sostituito in una sera di giugno dalla lista dei primatisti. Dopo 39 anni. E, perché Mennea nell’atletica leggera della velocità è stato un extra per l’Italia sportiva, unico, straordinario, in grado di segnare nel 1979 il primato mondiale dei 200 metri piani, in quota, a Città del Messico, 19 secondi e 72 centesimi, cancellato dopo ben vent’anni, ma ancora limite in campo europeo e, naturalmente, italiano. Mennea, solitario uomo ad aver corso quattro finali olimpiche di fila nei 200 metri, dalla Monaco tedesca nel 1972 alla Los Angeles a stelle e strisce nel 1984, passando per il Canada, a Montreal nel 1976 e per Mosca nel 1980, allora Unione Sovietica, dove è stata segnata l’impresa per un Paese come l’Italia: la conquista dell’oro olimpico, sempre nel mezzo giro di pista veloce. Negli anni sono arrivate dai Giochi dei cinque cerchi multicolorati un altro paio di medaglie di bronzo: nei 200 metri sulla pista della Baviera e nell’allora capitale sovietica nella staffetta 4×100. |