La scadenza è il 2025. È l’anno limite per tutti i paesi europei di rispettare le novità in merito alla raccolta e al riciclaggio degli scarti tessili. Attualmente in Italia, a leggere i dati più aggiornati, ogni anno sarebbero raccolte oltre 133 mila tonnellate, fra stoffe e accessori, per una quota personale intorno ai 2 chili e 200 grammi. La crescita quantitativa, stagione-dopo-stagione, è continuo e costante. Nel settore è coinvolto il CONAU, il Consorzio Nazionale degli Abiti e degli accessori Usati, la cui assemblea ha eletto alla presidenza Andrea Fluttero, esperto di economia circolare e con un passato da segretario della Commissione Ambiente del Senato, dal 2006 al 2013. “Il settore dei rifiuti tessili necessita di una maggiore comunicazione e visibilità per recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini dopo alcune situazioni che hanno danneggiato l’immagine di tutti gli operatori”, ha rilevato il sessantenne Fluttero, originario della provincia di Torino, dal 1997 al 2005 sindaco di Chivasso, dal dicembre del 2016 al timone di FISE UNICIRCULAR, l’Unione delle Imprese dell’Economia Circolare e da tre anni presidente della Cooperativa Sociale Lavoro e Solidarietà, impegnata nella raccolta dei materiali tessili e di UNIRIGOM, l’Unione dei Recuperatori della Gomma. Indicati anche i programmi del Consorzio, racchiusi in alcuni punti essenziali. Oltre al miglioramento dell’immagine e della funzione con iniziative di autoregolazione e trasparenza, è necessario definire le linee-guida per le gare di affidamento e valorizzare l’offerta tecnica e quella sociale, “ottenere un definitivo allineamento fra Codice CER e Doganali B3030 per superare dubbi interpretativi sulle esportazioni, verificare la possibilità di aggiornare il decreto ministeriale del febbraio del 1998 per gli aspetti della ‘fine dello spreco’ dei materiali dell’igienizzazione”, monitorare e contribuire agli interventi del Parlamento in merito alla circular economy. Fluttero, in pratica, ha come obiettivo la crescita quantitativa e qualitativa dell’intero settore e spazzare ombre di illegalità e concorrenza sleale. A questo proposito sembra inevitabile il coinvolgimento anche dei produttori. Il sistema ha mostrato qualche crepa qualche anno fa, quando è stato scoperto un mercato illecito e parallelo dei materiali tessili destinati al riciclo e allo smaltimento. In pratica, dalla raccolta sarebbero stati utilizzati quantitativi più o meno imprecisati per altre e diverse finalità. A quel punto, in alcune città, sono scomparsi i contenitori di colore giallo della raccolta utilizzati dagli ignari cittadini. Le aziende e le cooperative iscritte al CONAU sono sedici, che creano opportunità occupazionali a vari livelli e specializzazioni ad oltre cinquecento operatori per un fatturato complessivo stimato che sfiora i 70 milioni di euro l’anno.
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