Esiste anche il turismo sportivo, dalle altre parti, all’estero, più coordinato, organizzato, pubblicizzato e completamente inserito nel cosiddetto ‘sistema paese’. In Italia i canali sono indipendenti, affidati ai vari comitati sportivi o cittadini. Al massimo la collaborazione è circoscritta all’area della manifestazione in programma. Cercare di ottenere il massimo con il minimo, ma i ricavi, non solo economici, potrebbero essere sicuramente maggiori. Eppure ormai è talmente evidente che il turismo è paragonabile a una industria. L’industria del turismo. E quello sportivo non riguarda solo l’abbigliamento, le varie scarpe, gli accessori e gli attrezzi per la rispettiva disciplina, ma anche il resto che ruota intorno all’accoglienza, alla ristorazione, alla ricettività, allo shopping e a tutta l’offerta culturale, artigianale, enogastronomica della città riferimento dell’appuntamento in calendario. Tre i giorni medi di soggiorno dei partecipanti, alcuni in viaggio con i familiari al seguito. Per centri ad alto interesse e spettacolarità la quantità della permanenza sale e l’Italia in questo settore non dovrebbe avere rivali, ma la potenzialità non è pienamente sfruttata. Le considerazioni, che hanno allargato i confini al tema di partenza, ‘Run economy: le nuove frontiere del running’, sono via-via emerse nel corso dei molteplici interventi promossi dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera. Il presidente Alfio Giomi, che ha aperto la serie dei molteplici e variegati interventi nel Salone d’Onore del CONI, ha ricordato che “la passione della corsa coinvolge annualmente fra i 6 e i 7 milioni di persone con importanti ricadute di natura sia sociale che economica. Il potenziale risparmio della sanità pubblica grazie a una costante attività fisica favorisce un contenimento di 2 miliardi e 300 milioni di euro”. La FIDAL, fra l’altro, quasi tre anni fa ha varato la ‘Run Card’, la Carta dei servizi dedicata al running. Il fatturato globale del comparto sportivo è di 800 miliardi di euro. Il 10% dei viaggi turistici nel mondo sono collegati allo sport. Un miliardo di euro è il giro d’affari delle cinque più importanti e partecipate maratone al mondo: New York, Boston, Chicago, Londra e Berlino. La crescita ipotizzata o, meglio, prevista dagli esperti per il 2021 nel solo settore delle scarpe da running sarebbe di 18 miliardi di euro. Nelle ultime dieci stagioni l’impennata del turismo sportivo solo in Europa è stata del 150%. Cifre, statistiche, proiezioni comprese, quelle rese pubbliche da Livio Gigliuto, dell’Istituto Piepoli, in merito a una ricerca sulla scelta dei runner in ottica economica. Sportivi che sono più esigenti e tecnologici, maggiormente attenti alla scelta degli acquisti e, per quelli alimentari, la lettura attenta è praticamente obbligata; non usano farmaci, decisamente al di sotto della media nazionale; vanno al cinema e vedono programmi televisivi e per le trasferte le informazioni sono raccolte sul web alla ricerca soprattutto di hotel con palestra e piscina. Tre le sezioni che hanno caratterizzato il confronto romano: ‘Il business del sudore’; ‘Turismo e sport city. Disegnare la città della corsa’ e ‘Benessere sociale. La formula della Felicità Interna Lorda’. Il giornalista Luca Consolini ha rilanciato per gli atleti la possibilità di usufruire di un albergo a ore, ma una maggiore collaborazione fra le varie componenti organizzative sarebbe un primo passo importante. Eloquente e avvilente la dimostrazione perlomeno imbarazzante delle maratone di Roma e di Milano in calendario nella stessa domenica. Turismo sportivo collegato a quello religioso con i cammini e le varie corse podistiche, come ha ricordato monsignor Melchor Sanchez De Toca, sottosegretario al Pontificio Consiglio della Cultura. 0, sigarette; 5, pasti a giorno e 20, minuti di camminata. Sono i tre numeri ‘magici’, 0-5-20, del sanitario, presidente dell’Heath City Institute, Andrea Lenzi, utili alla prevenzione come il certificato medico per praticare l’attività sportiva. “Sport, salute e benessere” sono i richiami del vicepresidente dell’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Roberto Pella, che ha ribadito l’importanza dell’accordo siglato con la FIDAL per la creazione dei ‘Percorsi della salute’ nei parchi delle città del nostro Paese e della collaborazione con il campione olimpico di marcia Maurizio Damilano. Il segretario della FIDAL Fabio Pagliara ha rivelato “la nascita di CREA, Connecting Running Economy with Athletics, un osservatorio permanente” sull’intero andamento del settore. Impegno e interesse “sul ridisegno delle città a misura di runner, come intervento di pianificazione urbanistica e sociale; sulla scoperta del FIL, la Felicità Interna Lorda, che deriva da una popolazione sempre più attenta a stili di vita sani, con lo sport” come punto di riferimento.
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