La Carta del Paesaggio

Definite le linee strategiche di una risorsa del nostro Paese dopo gli Stati Generali dello scorso ottobre

Promuovere nuove strategie per governare la complessità del paesaggio; l’educazione e la formazione alla cultura e alla conoscenza del paesaggio e tutelare e valorizzare il paesaggio come strumento di coesione, legalità, sviluppo sostenibile e benessere, anche economico. Questi i tre tasselli fondamentali, che compongono il quadro generale della Carta del Paesaggio, naturalmente italiano, definito dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Il documento è stato varato alla “conclusione di un lungo percorso di lavoro e di riflessione racchiuso negli Stati Generali del Paesaggio del 26 e del 27 ottobre del 2017 raccogliendo e trasformando le numerose e qualificate riflessioni compiute in quelle giornate”, ha ricordato il sottosegretario al MIBACT Ilaria Borletti Buitoni.
La Carta, curata dall’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio e dedicata alla memoria di Giuseppe Galasso, “indica una strategia, che potrebbe essere utile anche a chi in futuro avrà responsabilità di governo”, ha rilevato ancora Ilaria Borletti Buitoni nel corso della presentazione in via del Collegio Romano.
La Giornata del Paesaggio, fra l’altro, è ricordata il 14 marzo di ogni anno e, per l’occasione, è stato anche istituito un premio, un riconoscimento.
La qualità del paesaggio come fondamento dello scenario strategico per lo sviluppo del nostro Paese è una grande opportunità rispetto alla domanda di ambienti di vita quotidiana in grado di contribuire al benessere individuale e collettivo. I paesaggi italiani costituiscono uno straordinario aspetto di identità per le varie aree e per chi sono abitate. Patrimonio inestimabile e unico, stratificato ed esaltato nei secoli. Una storia, più storie, costellate di racconti, esperienze, vite vissute e rappresentate dall’aspetto e dalla tradizione produttiva, in alcuni casi attentate dall’abusivismo, dalla cementificazione selvaggia delle coste e dei litorali, dal degrado urbano e dall’indiscriminato consumo del suolo. Il paesaggio della nostra penisola, invece, deve essere d
eterminante per l’identità, lo sviluppo, la coesione sociale e, quindi, il benessere più o meno della collettività. A sentire gli esperti la qualità del paesaggio viaggia sottobraccio a quella della vita. A strettissimo e condizionante contatto.
La Carta è stata completata sfruttando anche i numerosi contributi raccolti nella doppia giornata dello scorso ottobre e attivando i valori fondamentali indicati nell’articolo 9 della Costituzione, in cui “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
La valorizzazione del paesaggio agrario, forestale, naturalistico e rurale e potrebbe avvenire con investimenti nelle attività agroalimentari, il recupero dei territori abbandonati e la promozione del turismo sostenibile e diffuso sulle varie aree.
Oltre a precisare le linee strategiche con tanto di descrizioni delle azioni da seguire e degli strumenti da utilizzare. Nella pubblicazione
sono riportate anche le eventuali fasi per contrastare l’abusivismo, con la prevenzione sfruttando sia le nuove tecnologie che la collaborazione istituzionale e delle forze dell’ordine, lo snellimento delle procedure per la demolizione delle opere edilizie illecite coinvolgendo i reparti militari del Genio e il monitoraggio che potrebbe avvenire con l’istituzione di una banca-dati nazionale.
Gli interventi agli Stati Generali del Paesaggio dello scorso ottobre sono raccolti nella voluminosa pubblicazione della Gangemi Editore come la Carta Nazionale con gli elementi della strategia per il paesaggio italiano.

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