Un americano a Roma

Alla mezza maratona dell’11 marzo con arrivo a Ostia, anche Galen Rupp, medaglia olimpica, per arginare lo strapotere africano

AHa deciso ormai di evitare i molteplici giri di pista per correre le lunghe distanze e di impegnarsi anima e corpo, come dire polmoni e gambe, alla strada, maratona e le relative sottodistanze. In questa nuova visione sportiva Galen Rupp, 31 anni, originario di Portland, Oregon, parteciperà alla mezza maratona più partecipata, che ha ottenuto anche nel 2018 il riconoscimento della IAAF, la Federazione Internazionale di Atletica Leggera, la RomaOstia, da quest’anno targata Huawei. Rupp ha conquistato un paio di medaglie olimpiche, l’argento sui 10000 metri ai Giochi di Londra nel 2012 e il bronzo nella maratona di Rio de Janeiro. Un americano degli Stati Uniti, di carnagione chiara, per fronteggiare il ripetuto strapotere degli atleti africani. Rupp ha concluso al secondo posto lo scorso anno la Maratona di Boston e, ad ottobre, ha vinto la Chicago Marathon. Erano quindici anni che un atleta americano non tagliava per primo il traguardo, come ha fatto Khalid Kannouchi, di origine nordafricana, Marocco, precisamente e ben trentacinque anni dal trionfo di un natio negli Stati Uniti, Greg Meyer.
La preferenza stradale alla pista è stata seguita da un altro grande protagonista dell’atletica leggera mondiale, il quasi trentacinquenne plurimedagliato Mo(hamed) Farah, originario di Mogadiscio, Somalia, che da tempo corre per la bandiera e l’inno di Sua Maestà, la Regina britannica.
Rupp, che in calendario ha la partecipazione fra una mesata alla corsa di Boston e in autunno a quella di Chicago, è fieramente intenzionato a presentarsi al via alla maratona olimpica del 2020 a Tokyo. L’ultimo podista non africano a vincere sui 42 chilometri e 195 metri dei Giochi dei cinque cerchi multicolorati è stato l’italiano Stefano Baldini. Atene. 2004. Rupp era stato in Italia una volta, a Grosseto, nel 2004, per il Mondiale junior nei 5000 metri. In quell’occasione l’azzurro Andrew Howe sveva attirato l’interesse degli osservatomi per le prestazioni nel salto in lungo e nei 200 metri piani.
Ai 21 chilometri e 97 metri, fra la partenza della mattina di domenica 11 marzo al PalaLottomatica dell’EUR e il traguardo della Rotonda del litorale romano, sono iscritti quasi 11 mila e 600 podisti.
In questa 44^ edizione della Huawei RomaOstia, promossa da Luciano Duchi, oltre a Rupp sono presenti altri big della specialità, in particolare i keniani Stephen Chebogut, Justus Kangogo, Emmanuel Kipsang e Moses Kibet e l’etiope Dino Sefir. In campo femminile attenzione rivolta alle keniane Rebecca Chesir e Winfridah Mosetti Moora; alle etiopi Amane Beriso Shankulel e Koren Jelela Yal e alla bielorussa Nastassia Ivanova. Ridotta la pattuglia degli italiani per la concomitanza con gli Assoluti di corsa campestre. Assicurata, fra l’altro, la presenza di Rosalba Console, già iscritta sull’Albo d’Oro per un successo alla RomaOstia finito in bacheca e di Claudia Pinna.

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