L’ecologia nelle idee

‘Cento storie italiane di energie rinnovabili’ sono segnalate e raccolte dall’ENEL e dalla Fondazione Symbola e alcune raccontate nel corso di un incontro promosso nella capitale

Nel nostro Paese il settore delle rinnovabili coinvolge 37 mila e 655 imprese. Il 39,2% è impegnato nell’installazione e nella manutenzione, il 13,8% nella produzione di energia, il 12,3% nel commercio, il 9,6% nella manifattura, il 6,4% nell’affitto e nella gestione immobiliare e il 6,1% nelle consulenze, nel collaudo e nel monitoraggio. Quasi un/terzo delle aziende è operativo fra Lombardia, Lazio, Veneto e Campania. Almeno ottocento attività sono interessate allo sviluppo tecnologico per un fatturato di 12 miliardi di euro e in grado di occupare oltre 37 mila addetti. E le previsioni sono rivolte verso un’ulteriore crescita ed espansione anche per il numero di brevetti che nell’ultimo periodo ha registrato un +176,6%. Le realtà italiane, inoltre, hanno mostrato un miglioramento anche nell’aggiornamento continuo del campionario relativo alla produzione di materiali per favorire qualità ed efficienza e contenere le spese soprattutto energetiche.
Lo scenario è stato illuminato a Roma nel corso della presentazione del Rapporto ‘100 italian renewable energy stories’ (‘100 storie italiane di energie rinnovabili’) promosso da Fondazione Symbola in collaborazione con l’ENEL. Le esperienze sono state raccolte in un maneggevole volume di 232 pagine, copertine escluse, per l’occasione stampato in doppia versione, italiano e inglese. A ‘fotografare’ la situazione, nell’Auditorium di via Mantova, hanno pensato il direttore dell’ENEL Nicola Lanzetta e il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci e i rappresentanti di cinque imprese, che hanno illustrato le rispettive vicende e i futuri obiettivi.
Il contributo alla platea è stato offerto da Angelica Agosta di Ennovia; da Alessandra Astolfi di IEG; da Matteo Cavalletti di MIDAC; da Stefano Lorenzi di 3SUN e da Letizia Magaldi dell’omonima azienda.
In un paese con limitate materie prime le attività confermano le doti di trasformazione e di ammodernamento per trovare le risorse e gli spazi competitivi sul mercato attraverso la riconversione, l’innovazione e la specializzazione. “A Taranto l’azienda danese Vestas ha avviato la produzione della pala eolica più grande del mondo. La tecnologia e la componentistica prodotta nei confini nazionali, dove sono occupate oltre 1.300 persone, è destinata alla commercializzazione estera, che con il 3% l’Italia è il sesto paese esportatore nel settore delle rinnovabili dopo Cina, Germania, Stati Uniti, Giappone e Hong Kong”.
Ermete Realacci ha ipotizzato numerose innovazioni per i prossimi anni nel nostro Paese. Il comparto sembra particolarmente ispirato ed attivo e “intenzionato a riportare in Europa la tecnologia del fotovoltaico sfilata più per la generale inerzia e non solo ed esclusivamente per mancanza delle necessarie materie prime da altri produttori soprattutto asiatici”. La Cina con il 95% ha praticamente il monopolio dei pannelli, ma, “come dimostrato” dalle ricostruzioni illustrate durante l’incontro romano, “alcune aziende hanno trovato il modo di aumentare l’offerta fotovoltaica con la maggiore efficienza dei pannelli , +30% e un contenimento dei costi energetici”. A Catania la 3SUN ha investito, “attraverso l’ENEL, quasi un miliardo di euro per una produzione all’avanguardia nei centomila metri/quadrati per 14 mila pannelli quotidiani da destinare alla commercializzazione”, ha sottolineato l’amministratore delegato Stefano Lorenzi.
Altre imprese hanno sviluppato il sistema di ‘pulire’ e riciclare i materiali dei pannelli, ma anche delle batterie al piombo acido e al litio come MIDAC nel riferimento veronese di Soave. “L’impianto sarà strategico per consentire una riduzione della dipendenza dai paesi asiatici e sostenere la transizione energetica con tecnologie completamente europee”. Il piano industriale
ha previsto un investimento di almeno 130 milioni di euro anche per realizzare un altro impianto.
ENEL, intanto, almeno a sentire il direttore Nicola Lanzetta, “ha in programma investimenti notevoli per rafforzare la rete distributiva e i sistemi di accumulo per garantire una gestione corretta dell’energia prodotta”. E “nel 2023”, ha rilevato Ermete Realacci, per “il direttore esecutivo dell’AIE, l’Associazione Internazionale dell’Energia, Fatih Birol, l’85% della nuova potenza elettrica installata proveniva dalle rinnovabili. Il processo, ormai, è segnato”.

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