Assegnato il Premio ‘Roma’ per i migliori pani sia del Lazio che dell’intera penisola. Oltre 230 i prodotti di una settantina di attività esaminati e suddivisi in una decina di tipologie
Il consumo di pane in Italia è in continua e costante flessione. Uno degli ospiti principali delle nostre tavole e, per lunghi periodi, anche essenziale, non è più ricercato e consumato in modo evidente nonostante le molteplici varietà, la tipica produzione e i riconoscimenti di garanzia e tutela. Le alternative all’accompagnamento degli alimenti hanno probabilmente condizionato le preferenze oltre alle indicazioni dietologiche che negli anni hanno imperversato fra i consumatori. Nel 1980, dalle stime emergeva una presenza quotidiana di 230 grammi a persona, scesa dieci anni dopo a 197 grammi, ridotta a 180 grammi nel 2000, ulteriormente in discesa nel 2020 a 120 grammi, pwr per essere attualmente stabilizzata a 80 grammi. Nel.1861 era ipotizzato un consumo di oltre un chilo. Cambiano i tempi come il campionario delle proposte, gli stili e i comportamenti alimentari. Da assoluto riferimento il pane è attualmente immerso e disperso in una vasta concorrenza anche di produzione industriale e non più artigianale per i molteplici momenti della giornata.
La tipica produzione, sostenuta dall’evoluzione meccanica e tecnologica e dalla disponibilità delle materie prime, è stafa esaltata nel suggestivo panorama del Tempio di Vibia Sabina e Adriano di piazza di Pietra dove sono stati premiate le attività partecipanti al diciannovesimo concorso su ‘Pane e tradizione’ del Premio ‘Roma’ promosso dalla Camera di Commercio in collaborazione con AgroCamera e con l’Azienda Speciale Sviluppo e Territorio. Oltre 230 le specialità presentate da 71 imprese in rappresentanza di 14 regioni suddivise essenzialmente in un paio di sezioni: ‘Roma e Lazio’ e ‘Nazionale’.
Una decina le tipologie premiate. Un poker per il ristretto perimetro che ha riguardato la ‘Ciriola romana’ e la ‘rosetta’, il ‘Pane senza sale’, la ‘Pizza bianca di Roma’ e la ‘Biscotteria tradizionale dolce secca da forno’. Gli altri riconoscimenti hanno interessato i ‘Pani tradizionali e storici di frumento duro’, quelli ‘di frumento tenero’, le produzioni ‘integrali e funzionali’, le offerte ‘con l’impiego di cereali minori’, le proposte ‘condite, dolci e salate’ e i ‘Taralli’ e i ‘grissini’.
Nel comparto di Roma e del Lazio le preferenze sono andate a ‘Pane e dolci’ di Scorsoni Aronne per la ‘Ciriola romana’ e la ‘rosetta’ e a ‘Didan’ di Ermo Diego per la ‘Pizza bianca di Roma’. Triplo premio a ‘Ol Foodle’ di via Emilio Costanzi per il ‘Pane senza sale’, per il ‘Miglior prodotto da giovane imprenditore’ e per quello ‘da nuova impresa’. Per la ‘Biscotteria tradizionale dolce secca da forno’ e ‘da impresa femminile’ i riconoscimenti sono stati assegnati al ‘MIPAC’ di Fiuggi, provincia di Frosinone con le ‘Crostatine con le confetture extra di marasche’. La Pasticceria ‘Gentili’ di Tarquinia, area di Viterbo, è stata segnalata per il ‘Miglior prodotto da forno di interesse per i mercati nazionali ed esteri’ con il ‘Grissino etrusco’.
Allargando i confini all’intera penisola la competente Commissione ha composto i rispettivi podi con i vertici definiti. Per i ‘Pani tradizionali di frumento tenero’ il massimo riconoscimento è stato assegnato all’aquilana ‘Sov22’ con ‘Pane forma’, per quelli ‘integrali e funzionali’ al Panificio ‘Fiorentini’ della viterbese Canepina con ‘Pane multicereali e semi’, per i ‘prodotti di cereali minori’ al’L’Arte del grano’ di Davoli, zona di Catanzaro, con ‘Torta di segsle’, per i ‘conditi, dolci e salati’ alla romana’ Ol Foodle’ con ‘Pane e cioccolato’, per i ‘Taralli’ e i ‘grissini’ alla ‘Tassone Antonio.e Giuliana’ di Catanzaro per i ‘Grissini alla Cipolla Rossa di Tropea IGP’. Doppio vincitore nella categoria ‘Pani tradizionali e storici di frumento duro’, alla milanese ‘Dolce e salato’ e alla romana ‘Triticum’, rispettivamente con ‘Semole siciliane a lievitazione naturale’ e ‘Pane di grano duro tumminia’.