Proprietà intellettuale

Incontro nella capitale promosso dalla FAPAV, la Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali. Chieste le normative sul diritto d’autore e sull’intelligenza artificiale

Estrema attualità da affrontare, analizzare, cercare soluzioni, soprattutto normative valide e da rispettare in tutto il pianeta. Le istituzioni, i rappresentanti delle varie categorie e le attività del settore sono impegnate a regolamentare all’uso e all’abuso la cosiddetta ‘proprietà intellettuale’, in particolare con l’avanzamento dell’altrettanto cosiddetta ‘intelligenza artificiale’. E sono molteplici i comparti che da tempo hanno attivato il suono dell’allarme e il relativo dispositivo luminoso per sanare un inseguimento della realtà, fra l’altro, già abbastanza diffusa.
A Roma, nella sala ‘Gianfranco Imperatori’ dell’Associazione Civita, la FAPAV ha promosso un approfondimento con all’ordine del giorno proprio la ‘Legalità e l’innovazione per un’industria audiovisiva sostenibile’, a cui hanno partecipato esponenti del panorama cinematografico, musicale, istituzionale e della didattica universitaria. L’interesse, però, è comprensibilmente estendibile anche a numerosi altri comparti, come ha ricordato in apertura Federico Bagnoli Rossi, presidente della Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali. “Legalità, innovazione e sostenibilità” sono i cardini intorno ai quali ruotano attualmente le argomentazioni per riconoscere e salvaguardare la creatività, che sono stati ricordati proprio in concomitanza con la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale.
L’iniziativa è un modo per approfondire i temi sociali ed economici e favorire la tutela della creatività “collegata anche alla ricerca in tutti i campi, non solo cinematigrafico, fra cui “quello scientifico, tecnologico, sanitario”, e della letteratura, ha rilevato Sylvie Forbin, vicedirettore generale del settore del Diritto d’Autore e delle Industrie Creative della Wipo, l’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite per la proprietà intellettuale, che “non conosce frontiere”. Alla World Intellectual Property Organization, in italiano OMPI, l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, istituita negli anni Sessanta per incoraggiare e incentivare le attività creative e promuovere la relativa protezione, “aderiscono quasi duecento paesi, che discutono le modifiche normative con l’impegno e il coinvolgimento di tutti”. La questione “non è ristretta solo all’Italia e all’Europa”, ma è coinvolto l’intero pianeta”, comunque chi più e chi meno.
A sollecitare la tutela del diritto d’autore sono chiaramente quei paesi “in cui la creatività è maggiormente fertile e articolata”, anche se “l’Europa non deve diventare campione mondiale di normative”, ha sostenuto Francesco Rutelli, presidente dell’ANICA, l’Associazione Nazionale delle industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali. L’Italia con la nuova regolamentazione diventa “un avamposto per la salvaguardia del diritto d’autore, ma l’Europa non può rimanere l’area dove sono delineate e varate le norme e il resto del mondo guadagna, come è avvenuto in altri settori”. L’Unione è chiamata anche a rivolgere l’attenzione “alle industrie e alle attività produttive dell’intero comparto” per tutelare, fra l’altro , gli investimenti e l’occupazione.
Dalla salvaguardia del diritto d’autore alla dannosa illegalità in più occasioni gestita e controllata dalla criminalità organizzata. Il confine fra le vicende è quasi trasparente e “il reato non deve essere minimizzato”, ha sottolineato Massimiliano Capitanio, commissario dell’AGCom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. “È una mancanza anche culturale” e dopo “la legge all’avanguardia approvata all’unanimità è stato possibile disattivare almeno 1.200 indirizzi collegati alla visione di avvenimenti sportivi. Erano ‘piratate’ persino le competizioni teletrasmesse in chiaro. Il comune obiettivo, comunque, è di raccogliere dati. L’azione per frenare il business criminale sarà esteso anche ad altri settori, non solo quello sportivo”.
È cambiata la considerazione nel corso degli anni, “da quando i venditori di VHS, cd e dvd erano tollerati e quasi giustificati rilevando che ”fosse meglio così che, invece, essere spacciatori di droghe” all’ormai “insopportabilità per questo mercato parallelo e gravoso per l’economia e le attività anche artistiche”, ha ribadito Giampaolo Letta, amministratore delegato e vicepresidente di Medusa Film. “L’importante è la velocità dell’intervento a difesa della proprietà intellettuale”. L’affluenza “al cinema è ancora numericamente distante dagli anni pre-pandemia, 2017, 2018 e 2019. Nel primo quadrimestre del 2024 la differenza negativa è di quasi il 40% nonostante i film italiani di qualità proiettati nelle sale della nostra penisola”. Ed “è stato sbagliato sventolare lo slogan che tutto deve andare su internet e, inoltre, con la visione gratuita”.
Sollecitato dal coordinatore dell’incontro, il giornalista Marco Spagnoli, il docente della LUISS, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali ‘Guido Carli’ e componente del Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d’Autore, Paolo Marzano, ha posto un semplice, ma logico interrogativo, riguardante se sia meglio “regolare o litigare”, come, fra l’altro, “avviene negli Stati Uniti, dove dall’inizio del 2024 sono stati aperti già venticinque i contenziosi”. L’intelligenza artificiale è una tecnologia che non solo potrebbe essere un sostegno, ma, se usata con leggerezza, potrebbe sostituire la persona. “Il formidabile strumento, quindi, deve essere controllato e gestito dall’intelletto umano”.
Per il presidente dell’Unione Produttori del’ANICA Benedetto Habib “sarà possibile sfruttare tutte le possibilità anche nel settore musicale e sarebbe utile governare un processo che al momento un po’ tutti hanno difficoltà a comprendere”. Gaia Tridente, al vertice di MIA, il Mercato Internazionale dell’Audiovisivo, ha puntualizzato che “la sostenibilità non è soltanto ambientale, ma anche sociale e sarebbe utile vedere come le industrie delle altre attività produttive hanno affrontato l’intera questione”.
Al confronto hanno offerto il rispettivo contributo anche Cristina Priarone, che è alla guida dell’Italian Film Commissione e Luciana Migliavacca, presidente di Universo e di Mustang Entertainment, che ha assorbito la proposta di Marzano “di versare una somma su un fondo” e di evitare la dispersione dell’archivio soprattutto dei girati su pellicola, anche se quasi tutti sono impegnati nella moderna digitalizzazione.
Le conclusioni della giornata sono state affidate a Nicola Maccanico, vicepresidente dell’Associazione Civita, che non ha mancato di ricordare come “il talento italiano sia attaccato per la proprietà intellettuale. L’apertura al mercato potrebbe essere una opportunità occupazionale per i giovani”. La legalità collegata al mercato e, quindi, all’industria, deve superare il fenomeno “della pirateria”, rispettando “la proprietà intellettuale”. Un po’ tutti hanno ammesso che un’adeguata educazione alla legalità dovrebbe iniziare fin dall’età scolastica anche nelle aule dei vari istituti della nostra penisola.

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