Alberi monumentali

Presentato il nuovo volume sui ‘Piccoli comuni’ e il relativo patrimonio naturalistico realizzato da MASAF, Fondazione Symbola e Coldiretti. Molteplici le curiosità e le attrattive anche per uno sviluppo turistico

Un volume di quasi trecento pagine, copertine comprese, per raccogliere le identità, le storie, le testimonianze e anche le curiosità soprattutto dell’entroterra della nostra penisola. Aree per lo più aggirate dai percorsi turistici disegnati e proposti dai tour operator, ma che rappresentano un importante e anche funzionale realtà del nostro Paese. Una vera e propria guida, che potrebbe essere continuamente e opportunamente aggiornata con le segnalazioni delle amministrazioni pubbliche locali, dei comitati e delle associazioni, promossa da Symbola e sostenuta dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste; dalla FAI, la Fondazione della CISL e dalla Coldiretti.
‘Piccoli comuni e alberi monumentali d’Italia’ è stato presentato nella suggestiva Sala delle Statue dello storico Palazzo Rospigliosi, a Roma, dai vertici della Coldiretti e della Fondazione per la Qualità Italiana Symbola, rispettivamente Ettore Prandini ed Ermete Realacci; dal comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri, generale Andrea Rispoli; dalla direttrice dell’Economia Montana e delle Foreste del Ministero di via Venti Settembre Alessandra Stefani e dal segretario della Fondazione Agroalimentare Industriale della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori, Onofrio Rota. La pubblicazione, che segue quella sui prodotti tipici e su quanto valgono con le DOP e le IGP nell’economia dei piccoli comuni, offre una ‘fotografia’ estremamente indicativa sul patrimonio forestale nazionale, in grado di estendersi su 110.545 chilometri/quadrati, il 36,6% del totale e ha consentito di catalogare, almeno finora, 4.287 alberi considerati monumentali, fra cui 2.107 individuati nei piccoli comuni. Oltre la metà, quindi.
1.548 sono i perimetri comunali italiani con almeno un albero inserito nel prezioso elenco. 962 sono le realtà limitate geograficamente e come densità abitativa. “Quasi 800 sono stati trovati nelle aree protette”, ha rilevato Ermete Realacci, che ha anche sottolineato come “quelle zone, a continuo rischio spopolamento, rappresentano un presidio e, in alcuni casi, un avamposto utile alla salvaguardia e al controllo del territorio e degli ecosistemi”. Realacci, inoltre, ha proposto una iniziativa per la prossima primavera, che riguarda la Giornata degli Alberi Monumentali.
L’agricoltura e l’ambiente sono sempre più parte della stessa medaglia, come ha confermato Ettore Prandini. “L’agricoltura è sempre più importante nella protezione del paesaggio naturale. Il coltivatore e l’allevatore potrebbero essere associati a dei custodi dei territori. Il potenziale dell’agroalimentare non è stato ancora completamente sviluppato e sfruttato. È un patrimonio unico al mondo quello dei piccoli comuni, i cui operatori sono delle vere e proprie sentinelle dell’ambiente e del rischio idrogeologico. La grande distribuzione e le multinazionali hanno condizionato l’attività e le produzioni spazzando anche l’operatività e la manualità delle botteghe degli artigiani e il commercio cosiddetto ‘di prossimità’, medio e piccole, che potrebbe essere riqualificato con agevolazioni fiscali e specifici provvedimenti per non disperdere quell’intensa tipicità e tradizione, caratteristica, riconosciuta in tutto il pianeta”. È fondamentale “evitare l’abbandono di questi territori, in particolare di quelli interni che sono curati proprio dai coltivatori”. Prandini ha annunciato un intervento pratico con almeno 25 milioni di alberi da piantare nei piccoli comuni “in collaborazione” con la Forestale e i vivaisti, un settore spesso trascurato, ma anche riscoperto specie vegetali.
Le piante sono anche un importante alleato per l’assorbimento delle sostanze inquinanti. Il controllo per le azioni illecite, naturalmente, è competenza dei Carabinieri dopo l’accorpamento con la Forestale. Il comandante Andrea Rispoli ha rivelato “l’utilizzo delle nuove e aggiornate tecnologie, fra cui i droni”, per le “130 riserve” e la ventina di aree demaniali. “Cinquantamila piante sono state messe a dimora in alcuni istituti scolastici della nostra penisola”.
Meglio prima che dopo. “Le risorse economiche sarebbero maggiormente utili e necessarie per la prevenzione più che per l’emergenza e lo spopolamento è collegato alla mancanza di servizi sanitari, didattici, commerciali e di rifornimento”, ha ammesso Onofrio Rota. “Gli interventi di prevenzione avrebbero consentito un risparmio di tempo e di denaro pubblico”. Tutela dei territori dal pericolo sia idrogeologico che anche dell’acqua, che, “in Italia è dispersa nella rete distributiva per quasi il 42%”. E, ancora, non sono stati ancora realizzati dei contenitori per raccogliere l’acqua piovana, che, fra l’altro, sono stati progettati e proposti da tempo dall’ANBI, l’Associazione Nazionale Bonifiche, Irrigazioni e Miglioramento Fondiario e dalla Coldiretti. Solo poco più dell’11% del prezioso liquido, infatti, è raccolto e riutilizzato.
“Gli alberi monumentali potrebbero anche rappresentare lo stimolo per visitare quei posti e quelle comunità, che hanno difeso e conservato e sono di interesse naturalistico, culturale e di tipicità enogastronomiche”, ha sostenuto Alessandra Stefani.
Alla fine del 2023 i piccoli comuni italiani, quelli con una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti, erano 5.527 su un totale di 7.901, praticamente il 70%. Una larga maggioranza. Il Piemonte è la regione con la maggiore concentrazione, ben 1.045 su 1.180, l’88,6%; seguito dalla Lombardia, 1.036 su 1.504 e dalla Campania, 343 su 550. La particolare graduatoria è chiusa dall’Umbria con 63 piccoli comuni sui 92 complessivi, il 68,5%, ma la percentuale più elevata è della Valle d’Aosta, dove solo il capoluogo Aosta supera i 5 mila abitanti. 73 su 74 sono al di sotto, il 98,6%. E questo aspetto è un’altra caratteristica del nostro Paese composto da centri con una popolazione, in alcune circostanze,l addirittura da guinness dei primati, ma interessanti e allettanti per i visitatori per le rispettive tradizioni, per le tipicità locali sia dell’artigianato che dell’enogastronomia, per le testimonianze artistiche e storico-archeologiche. L’Italia dei cento e mille e più campanili dove ad ogni passo potrebbe essere raccontata una storia che deve sempre essere ascoltata.
Nei piccoli comuni i residenti sono 9.714.177 in relazione ai 58.997.201 complessivi. Dalle pagine del volume emerge anche che la maggior parte della popolazione è compresa fra i 40 e i 64 anni, il 37,4%, 3.649.671; gli over 65 sono 2.509.126, il 26,6%; i giovani fra i 20 e i 39 anni sono 1.972.158, il 20,2% e gli under 19 sono 1.583.222, il 15,8%. Gli stranieri sono 629.653, il 6,5% del dato globale. Le strutture ricettive sono 53.888, il 24% e i posti-letto disponibili sono 1.390.768, il.26,7%. I luoghi considerati della cultura sono 1.226, il 29% e i musei regolarmente aperti e funzionali sono 1.109, il 32,7%.
Non mancano, naturalmente, le curiosità sfogliando la pubblicazione, fra cui quella toscana collegata a Carlo Collodi, che avrebbe trovato l’ispirazione per descrivere l’impiccagione di Pinocchio, il burattino di legno protagonista del racconto, proprio dalla Quercia di Villa Carrara o delle ‘Checche’ (‘gazze’, tradotto dal dialetto), nel piccolo comune di Pienza, in provincia di Siena. Un Sardegna, nella zona della Gallura, a Luras, è ammirabile S’Ozzastru, un olivo selvatico, che, secondo le stime degli esperti, avrebbe all’incirca quattromila anni. Alto 14 metri, l”olivastro’ è in provincia di Sassari, sopra il lago di Liscia, in località Santu Baltolu di Carana. E, ancora, il Castagno dei Cento Cavalli nel piccolo comune di Sant’Alfio, in provincia di Catania, sul versante orientale dell’Etna. L’albero collegato a una leggenda di dame e cavalieri, accompagnatori di una regina, che, sorpresa da un improvviso e violento temporale, avrebbe trovato riparo e confortevole privacy notturna sotto la straordinaria chioma. Dimensioni da primato, in quanto è suddiviso in tre fusti di 10 e 23 metri di circonferenza con un altezza di 19 metri. Ancora incerta l’età, che potrebbe oscillare fra i tremila e i quattromila anni. Queste sono solo alcune delle particolarità da sfruttare per azionare la leva dell’interesse turistico e da ricercare leggendo le pagine del volume della serie ‘Le Geografie di Symbola’.

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