Molteplici incontri in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua. A Roma presentati il ‘Libro Bianco’ e il ‘Blue Book’. Ancora alta la dispersione di quella piovana e nella rete, anche se mostra una leggera riduzione
Il cambiamento climatico sul pianeta è ormai accertato e riconosciuto dalle menti più nobili e brillanti degli scienziati e dei ricercatori. Ben note anche le cause, in particolare per il surriscaldamento e per la continua e costante salita delle temperature sospinte dalle emissioni inquinanti. E sono stati individuati anche i responsabili, i quali cercano, attraverso lunghe e laboriose mediazioni, un punto comune almeno per contenere le situazioni precarie, come, fra l’altro, la siccità, la desertificazione e l’innalzamento dell’immaginaria linea dell’equatore o gli improvvisi, intensi e violenti acquazzoni. E, poi, le alluvioni e quel che segue con il perdurante rischio idrogeologico a cui il nostro Paese è sottoposto.
Nel corso della Giornata Mondiale dell’Acqua sono stati numerosi i temi affrontati negli incontri, nei confronti, nei convegni e negli approfondimenti a cui hanno partecipato economisti, ambientalisti, statistici e i rappresentanti dell’agricoltura, dei consorzi di bonifica, delle aziende, delle istituzioni e delle amministrazioni pubbliche. Nella capitale sono stati presentati il ‘Libro Bianco’ 2024, ‘Valore Acqua per l’Italia’ di The European House-Ambrosetti e il ‘Blue Book’ promosso da Utilitalia e realizzato dalla Fondazione Utilitatis.
Dal Rapporto di The European House-Ambrosetti è emerso che gli investimenti in Italia, nel settore idrico, hanno raggiunto i 64 euro per abitante con una crescita, rispetto al 2012, del 94%. Valori in avvicinamento alla media dell’Unione dell’ultimo quinquennio, 82 euro per abitante. L’acqua è una risorsa sempre più preziosa per le comunità. L’intera filiera genera un valore di 367 miliardi e 500 milioni di euro, il 19% del Prodotto Interno Lordo nazionale, in aumento dell’8,7% a guardare i dati del 2021. Dal ‘Libro Bianco’, illustrato da Benedetta Brioschi all’Acquario Romano, è evidente il ruolo delle attività produttive, in quanto “oltre 31 miliardi di euro, +9,1% sul 2021, sono impattati direttamente dall’acqua nei settori agricolo, industriale ed energetico”. Comparti che coinvolgono un milione e 400 mila aziende impegnate nelle coltivazioni, 330 società manifatturiere e 10 mila aziende energetiche che occupano almeno 150 mila persone.
Stefano Masini della Coldiretti, responsabile dell’Area Ambiente e Territorio, ha sottolineato come “in agricoltura senza acqua il paesaggio sarebbe diverso” al pari delle “coltivazioni, che hanno subìto una cinquantina di eventi estremi”. L’acqua piovana potrebbe essere recuperata se solo l’Italia fosse dotata delle necessarie infrastrutture. La Coldiretti e l’ANBI, l’Associazione Nazionale Bonifiche, Irrigazioni e Miglioramento Fondiario, hanno presentato da tempo la proposta, accompagnata da progetti e nota spese, riguardante il ‘Piano laghetti’ per conservare il prezioso liquido, che attualmente solo l’11% è trattenuto e utilizzato. Piccoli invasi per la raccolta e il successivo riuso. Un po’ tutti sono d’accordo che la quota sia ancora troppo bassa e modesta, però la situazione non viene modificata con iniziative e interventi decisi e decisivi.
All’analisi è allineato il direttore generale dell’ANBI Massimo Gargano, che ha rilevato anche come le realtà e le esigenze in Europa siano completamente diverse, in quanto sono evidenti le differenze e il rapporto con l’acqua esistente fra i paesi del nord del Vecchio Continente e le difficoltà, se non vere e proprie emergenze di chi è affacciato sul Mediterraneo.
Dal ‘Blue Book’, sono spuntate le lievitazioni delle tariffe del sistema idrico, quasi il 5% all’anno, anche se quelle italiane sono fra le più contenute in Europa. Salgono anche gli investimenti arrivati a 4 miliardi di euro con un impulso e un sostegno del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che hanno consentito di abbassare il livello delle perdite nella rete distributiva, pur rimanendo elevata, il 42% dell’acqua immessa.
Utilitalia ha proposto una riforma per una “riduzione della frammentazione, all’introduzione di parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e a una integrazione sull’uso dell’acqua”, ha rilevato il presidente Filippo Brandolini. È una penisola con la doppia efficienza ed efficacia occupazionale. Nel settentrione è concentrato il 60% delle 3 mila e 500 Imprese con il 74% dei lavoratori. Nel sud e nelle isole, la gestione pubblica è affidata soprattutto ai singoli enti territoriali che genera un valore complessivo di soli 491 milioni di euro.